A Palazzo federale l’incertezza regna sovrana alla vigilia dell’elezione suppletiva per la successione di Viola Amherd in Consiglio federale
Ancora martedì sera si sprecano le congetture nei corridoi di Palazzo federale dopo le ultime audizioni (Ps e Verdi) dei candidati del Centro alla successione di Viola Amherd in Consiglio federale, in programma domattina a partire dalle 8. Un collega convinto della vittoria di Martin Pfister dice ormai di aver “cambiato idea”. Markus Ritter, dunque. Mah... E poi: si risolverà tutto già al primo turno (poco probabile, visto che verranno tirati in ballo improbabili candidati ‘selvaggi’ buoni solo per lanciare qualche segnale politico e impedire ai due candidati ufficiali di raggiungere la maggioranza assoluta già a questo stadio)? Oppure si andrà al secondo turno (l’ipotesi più gettonata), se non addirittura al terzo? A hearings terminati, di ritorno al Medienzentrum, nell’ascensore incontriamo un collega romando: “Non ne sappiamo molto di più”, dice. “No. Direi che ne sappiamo sempre meno”.
In estrema sintesi: il gruppo Udc (74 seggi) afferma che voterà “a larga maggioranza” il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter; all’interno del ticket ufficiale sceglierà anche il gruppo Plr (38), che non indica preferenze (i voti dovrebbero suddividersi in maniera più o meno equa tra Ritter e il consigliere di Stato di Zugo Pfister); pure il gruppo socialista (50) assicura che si atterrà al ticket, in ossequio alle regole della concordanza, nonostante “le critiche al ticket” (il copresidente del gruppo Samuel Bendahan) e il “dramma politico” di avere due sole donne in governo (l’altra copresidente Samira Marti); “non entusiasti” del ticket (la capogruppo Aline Trede), i Verdi (26) fanno sapere di non aver intenzione di imbarcarsi da soli in un’avventura (leggi: il sostegno a candidature ‘selvagge’) votata al fallimento; i Verdi liberali (12) ribadiscono la loro preferenza per Pfister (il che non significa per forza che tutti voteranno lui); nel gruppo del Centro (46), infine, la situazione è imperscrutabile (forse un lieve vantaggio per Pfister, forse...).
Insomma, quella di domani sarà un’elezione suppletiva tra le più incerte degli ultimi anni. Da dove proverranno i voti andati al vincitore, probabilmente non lo capiremo. Dovremo perciò accontentarci delle solite speculazioni, o poco più. Oltre che delle uniche due certezze: chi verrà eletto ha la testa rasata e gli occhiali (la battuta è di un collega); e avrà sicuramente ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dell’Assemblea federale (246 membri).