laR+ successione di viola amherd

Ritter? No, Pfister. Anzi, no: Ritter. Oppure Pfister?

A Palazzo federale l’incertezza regna sovrana alla vigilia dell’elezione suppletiva per la successione di Viola Amherd in Consiglio federale

Ritter (a sinistra) e Pfister discutono nella ‘Wandelhalle’, la Sala dei passi perduti
(Keystone)
11 marzo 2025
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Ancora martedì sera si sprecano le congetture nei corridoi di Palazzo federale dopo le ultime audizioni (Ps e Verdi) dei candidati del Centro alla successione di Viola Amherd in Consiglio federale, in programma domattina a partire dalle 8. Un collega convinto della vittoria di Martin Pfister dice ormai di aver “cambiato idea”. Markus Ritter, dunque. Mah... E poi: si risolverà tutto già al primo turno (poco probabile, visto che verranno tirati in ballo improbabili candidati ‘selvaggi’ buoni solo per lanciare qualche segnale politico e impedire ai due candidati ufficiali di raggiungere la maggioranza assoluta già a questo stadio)? Oppure si andrà al secondo turno (l’ipotesi più gettonata), se non addirittura al terzo? A hearings terminati, di ritorno al Medienzentrum, nell’ascensore incontriamo un collega romando: “Non ne sappiamo molto di più”, dice. “No. Direi che ne sappiamo sempre meno”.

In estrema sintesi: il gruppo Udc (74 seggi) afferma che voterà “a larga maggioranza” il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter; all’interno del ticket ufficiale sceglierà anche il gruppo Plr (38), che non indica preferenze (i voti dovrebbero suddividersi in maniera più o meno equa tra Ritter e il consigliere di Stato di Zugo Pfister); pure il gruppo socialista (50) assicura che si atterrà al ticket, in ossequio alle regole della concordanza, nonostante “le critiche al ticket” (il copresidente del gruppo Samuel Bendahan) e il “dramma politico” di avere due sole donne in governo (l’altra copresidente Samira Marti); “non entusiasti” del ticket (la capogruppo Aline Trede), i Verdi (26) fanno sapere di non aver intenzione di imbarcarsi da soli in un’avventura (leggi: il sostegno a candidature ‘selvagge’) votata al fallimento; i Verdi liberali (12) ribadiscono la loro preferenza per Pfister (il che non significa per forza che tutti voteranno lui); nel gruppo del Centro (46), infine, la situazione è imperscrutabile (forse un lieve vantaggio per Pfister, forse...).

Insomma, quella di domani sarà un’elezione suppletiva tra le più incerte degli ultimi anni. Da dove proverranno i voti andati al vincitore, probabilmente non lo capiremo. Dovremo perciò accontentarci delle solite speculazioni, o poco più. Oltre che delle uniche due certezze: chi verrà eletto ha la testa rasata e gli occhiali (la battuta è di un collega); e avrà sicuramente ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dell’Assemblea federale (246 membri).