Svizzera

Diocesi di Sion, risposta inadeguata alle vittime di abusi

‘Accoglienza intimidatoria’, conclude l’audit. Il Sinodo della Chiesa evangelica riformata in Svizzera respinge l’idea di condurre un'indagine nazionale

Un passato scomodo, il presente anche
(Keystone)

Il rapporto esterno sulla gestione degli abusi sessuali nella diocesi di Sion punta il dito sul modo in cui le vittime sono state ascoltate dall'istituzione cattolica. La diocesi si dice "consapevole delle carenze del passato" e ha annunciato un piano d'azione.

"Le persone ascoltate hanno ritenuto che l'accoglienza fosse intimidatoria, confusa, poco incoraggiante, laboriosa o addirittura sfuggente", ha indicato Stéphane Haefliger di Vicario Consulting, la società romanda responsabile dell'audit presentato oggi. A questa inadeguatezza del primo contatto diretto con un membro della Chiesa si aggiunge in particolare "un'inerzia istituzionale nel trattare i casi e la mancanza di proattività".

Il rapporto si basa su audizioni a una ventina di vittime e sull'analisi di una quindicina di dossier provenienti dagli archivi segreti della diocesi. Mentre le testimonianze delle persone che hanno subito abusi sono "critiche", i documenti amministrativi disponibili sono completi. La società di revisione ha raccomandato alla diocesi di "adeguarsi a una maggiore umanità e comunicazione".

Il rapporto, commissionato il primo novembre dello scorso anno alla società di revisione Vicario Consulting, aveva quale obiettivo di stabilire chi, all'interno della diocesi di Sion, fosse responsabile delle disfunzioni legate all'accoglienza delle vittime e al trattamento degli abusi negli ultimi decenni.

Maretta in seno al CERiS

Il Sinodo della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS), riunitosi a Neuchâtel da domenica a oggi, ha respinto l'idea di condurre un'indagine nazionale in relazione agli abusi sessuali commessi nell'istituzione e dai suoi membri. Il Consiglio si rammarica di questa situazione.

Il Consiglio avrebbe voluto condurre uno studio indipendente su 20'000 persone che vivono in Svizzera. L'obiettivo dell'esecutivo della CERiS era quello di ottenere informazioni affidabili per determinare la portata degli abusi. Sebbene l'esecutivo si sia adoperato invano per questo studio, "si impegna nei confronti delle persone colpite, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno uno studio presso la popolazione", si legge in una nota odierna.

"Stiamo istituendo un servizio di segnalazione esterno e lavoreremo con il gruppo di lavoro interno per sviluppare ulteriori misure per individuare e prevenire gli abusi sessuali", ha dichiarato Rita Famos, presidente del CERiS, citata nel comunicato.

Secondo la radio regionale RTN, molti membri non erano convinti della necessità di effettuare un'indagine sulla popolazione al di là delle file protestanti. Hanno quindi accettato un emendamento che impone al Consiglio del CERiS di rivolgersi alla Confederazione per richiedere un'indagine su larga scala.

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