Svizzera

Il Nazionale vuol ridare slancio al trasferimento del traffico

Il numero di camion attraverso le Alpi stagna a livelli elevati. La Camera del popolo preme sull’acceleratore approvando tre mozioni

L’obiettivo è 650mila, siamo a 916mila
(Keystone)

Il trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia non sta procedendo secondo i binari voluti. Lo ritiene il Consiglio nazionale che ha adottato oggi tre mozioni che dovrebbero permettere di correggere il tiro. Due proposte sono invece state respinte.

I dati del rapporto sul trasferimento del traffico non sono incoraggianti, ha spiegato Jon Pult (PS/GR) a nome della Commissione dei trasporti (CTT). "Nel periodo 2020-2022 – ha detto il grigionese – il numero dei transiti di veicoli merci pesanti su strada ai valichi alpini svizzeri è aumentato del 2 per cento".

Anche nel periodo coperto dall'ultimo rapporto non è quindi stato raggiunto l'obiettivo di limitare a 650mila il numero di transiti transalpini. E per Pult non sarà possibile farlo "senza ulteriori sforzi e senza intensificare la politica in materia".

Nuovi incentivi

Per questo motivo, la CTT intende creare nuovi incentivi, chiesti attraverso cinque atti parlamentari. La commissione lo ha fatto anche perché, come spiegato da Pult, il rapporto del Consiglio federale non contiene nessuna misura concreta a corto termine.

Il primo atto parlamentare chiede di realizzare un corridoio di quattro metri sulla linea ferroviaria della sponda sinistra del Reno, in Francia. Per Pult si tratta dell'unica opzione percorribile se si vuole impedire che la politica di trasferimento del traffico si areni o faccia addirittura un passo indietro, e ciò perché i lavori nei grandi cantieri aperti in Germania si protrarranno fino a dopo il 2045.

Altra misura auspicata: la creazione di binari tampone. L'obiettivo è fornirne 15-20 a nord e 6-10 binari a sud. Quest'infrastruttura verrebbe utilizzata per parcheggiare treni merci in caso di perturbazioni. Lo scopo è evitare cancellazioni. Attualmente il 10-15% dei treni merci è infatti soppresso, un dato in crescita.

Il terzo atto parlamentare domanda di non destinare alle medie distanze parte dei fondi previsti per le lunghe distanze, così come auspicato dal rapporto sul trasferimento del traffico. La proposta avrebbe l'effetto di riportare sulla strada parte dei trasporti effettuati sulle lunghe distanze, ha detto Pult. Per questo motivo la mozione chiede un sostegno che venga da fondi supplementari (15 milioni).

Con un postulato la CTT chiede poi di esaminare se e in che modo l'introduzione di una tassa sui transiti alpini (TTA) possa favorire un maggiore trasferimento modale attraverso le Alpi. Infine, una mozione chiede di adeguare interamente al rincaro la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP).

Resistenze dall’Udc

Durante il dibattito una minoranza, guidata da Benjamin Giezendanner (UDC/AG), ha chiesto di respingere tutti gli atti parlamentari. "La situazione non è così terribile come sembra", ha sostenuto l'argoviese, peraltro titolare di una grossa impresa di trasporti su camion.

Il rapporto va da luglio 2021 a giugno 2023, e concerneva quindi in parte il lasso di tempo contraddistinto dalla pandemia. Il periodo in rassegna è inoltre stato segnato da scioperi nel settore ferroviario, sia in Francia che in Germania, ha ricordato il democentrista.

Per quel che concerne il limite di 650mila camion, per Giezendanner andrebbe riconosciuto che questo è "probabilmente illusorio". Dopo un certo numero di rapporti sul trasferimento modale, bisognerebbe forse ammettere che andrebbe aumentato, ha aggiunto sostenendo come la politica dei trasporti in Svizzera sia "esemplare" nel confronto europeo.

Concernente i cinque atti parlamentari, Giezendanner ha chiesto di respingere quello sul potenziamento della linea situata sulla sponda francese del Reno poiché prematuro. Non si conoscono i bisogni francesi, e in ogni caso occorrerebbe attendere un incontro tra il consigliere federale Albert Rösti e il competente ministro francese. Decidere ora indebolirebbe la posizione della Svizzera, ha sostenuto.

Sui binari tampone, per Giezendanner la Svizzera non deve diventare il posteggio dei treni europei. Chiedete ai cittadini di Basilea se sono d'accordo, ha aggiunto.

Concernente i fondi per le medie distanze, l'argoviese ha ricordato come il fondo per le infrastrutture ferroviarie finirà i soldi nel medio-lungo termine. Non è quindi il momento di introdurre nuove uscite. Rösti ha inoltre ricordato come si parli di una riduzione di circa 3 milioni di franchi all'anno su una spesa di poco inferiore ai 100 milioni. Da parte sua, Giezendanner ha anche messo in dubbio l'utilità della proposta visto che il trasporto su strada è più competitivo sulle distanze brevi e medie.

Tre atti parlamentari su cinque

In merito alla TTA, Rösti ha sostenuto come questa non sia conforme all'accordo sul traffico terrestre concluso con l'Unione europea. La nuova tassa, ha inoltre avvertito Alex Farinelli (PLR/TI), andrebbe a colpire anche il traffico attraverso le Alpi da e per il Ticino.

Sull'aumento della TTPCP, in diversi hanno ricordato come la fattura finale andrebbe a carico dei consumatori. L'auspicato rincaro è inoltre ingiustificabile viste le difficoltà attuali del settore industriale svizzero, ha sostenuto Giezendanner. L'adeguamento della tassa sul traffico pesante si aggiungerebbe peraltro al già deciso incremento del 5%, ha aggiunto Rösti.

Al voto, come accennato, tre dei cinque atti parlamentari sono stati approvati. Si tratta di quello sulla tratta di accesso in Francia (adottato con 126 voti contro 68), della mozione sui binari tampone (127 voti contro 66 e una astensione) e quella sul sostegno alle medie distanze (121 voti contro 70 e 4 astenuti). Respinti invece il postulato sulla tassa sui transiti alpini (con 106 voti contro 88 e una astensione) e la mozione sull'adeguamento al rincaro della tassa sul traffico pesante (con 99 voti contro 93 e 3 astensioni).

Le mozioni approvate passano ora all'esame del Consiglio degli Stati.

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