Svizzera

La polizia testa gli interrogatori sui bambini con l’Ai

Non semplice la programmazione del software, denominato Virtual Kids, che verrà utilizzato dal prossimo autunno

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(Keystone)
22 maggio 2024
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In futuro gli agenti di polizia nella Svizzera tedesca si eserciteranno a interrogare i bambini grazie all’intelligenza artificiale. Lo speciale addestramento prenderà il via in autunno, come annunciato dalla Scuola universitaria professionale di Lucerna.

"Gli interrogatori con i più piccoli, durante un procedimento penale, sono impegnativi. Se le domande vengono poste in modo poco accurato si ottiene una dichiarazione falsata o si rischia di danneggiare i giovani interlocutori", ha dichiarato l'istituto scolastico in una nota.

Inoltre "i bambini si lasciano facilmente influenzare dagli adulti, in particolare se si trovano di fronte alle autorità, come agenti di polizia o procuratori pubblici", ha spiegato Susanna Niehaus, professoressa a capo del progetto.

Nel peggiore dei casi i bambini rispondono agli agenti dichiarando fatti mai accaduti o riproducono falsi ricordi. "La confabulazione da parte dei più piccoli non solo ostacola le indagini ma può ripercuotersi anche in conseguenze più gravi per i bambini, come disturbi, traumi oppure la rottura di importanti relazioni", aggiunge la psicologa legale.

Fra vulnerabilità e tutela

L'istituto lucernese da anni propone dei corsi nell'ambito di una formazione continua, proprio per permettere alle persone interessate di raggiungere la necessaria qualifica e imparare a condurre interrogatori con i più piccoli, in un contesto che tiene conto della vulnerabilità dei bambini e che impone la loro tutela.

Per svariati motivi, non è però possibile riprodurre questo tipo di interrogatori con bimbi veri e dunque riprodurre simili colloqui in modo realistico. Ecco perché, in collaborazione con i ricercatori della scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo, è stato ideato un software - basato sull'intelligenza artificiale -, una sorta di bambino virtuale capace di rispondere alle domande delle autorità giudiziarie.

Il bimbo virtuale

La programmazione del software - denominato "Virtual Kids" - non è stato un compito facile, viene aggiunto. I ricercatori hanno infatti dovuto "insegnare al bambino artificiale a esprimersi e comportarsi come un vero bimbo". Inoltre, gli ideatori hanno dovuto creare e integrare la mimica e diverse espressioni facciali, la cui lettura da parte degli agenti gioca un ruolo fondamentale nel corso di un interrogatorio.

La fase pilota, che prenderà il via in autunno e durerà un anno, servirà a capire se gli investigatori possono trarre beneficio dall'addestramento virtuale e acquisire maggiori competenze da applicare nella realtà.

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