Svizzera

È vicino all'Isis l'accoltellatore di Zurigo

Per il capo del Dipartimento cantonale della sicurezza si è trattato di un ‘attacco vile’ e un ‘atto di terrorismo’

Al vaglio degli inquirenti pure un video
(Ti-Press)
4 marzo 2024
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Il 15enne che sabato sera, 2 marzo, ha accoltellato un 50enne ebreo ortodosso in città a Zurigo solidarizza con il gruppo terroristico Stato Islamico (Isis), hanno indicato le autorità politiche zurighesi. Il giovane, che si trova in carcere preventivo, ha origini tunisine.

Inquirenti e autorità hanno fornito alcune informazioni sull'autore dell'attacco. Il presidente del Consiglio di Stato zurighese, nonché capo del Dipartimento cantonale della sicurezza Mario Fehr (senza partito), ha indicato che del 15enne esiste un video, in cui il ragazzo commenta in arabo la propria azione criminale. Vi invoca una "lotta mondiale contro gli ebrei" e mostra solidarietà con l'Isis. Il filmato è un elemento dell'inchiesta, ha aggiunto l'ex politico del Ps. Il 15enne ha ottenuto la nazionalità svizzera nel 2011.

Poiché le indagini sono in corso, Fehr non ha voluto rivelare se l'autore del crimine fosse noto alle autorità e se queste sapessero come si fosse radicalizzato.

In carcere preventivo

Intanto, in un comunicato, la magistratura zurighese dei minorenni ha indicato che il ragazzo si trova in carcere preventivo. Il provvedimento è possibile in Svizzera anche per i bambini a partire dai dieci anni. Il Tribunale federale ha stabilito nel 2016 che ciò è ammissibile in singoli casi giustificati.

Nella nota, la procura dei minorenni ha precisato che l'indagine intende stabilire se il 15enne abbia agito da solo o in collaborazione con altri.

Fehr: inasprire il diritto penale minorile

Tenuto conto della giovane età dell'autore dell'atto criminale, Fehr ha affermato che la grave vicenda di sabato dovrebbe fungere da base per una discussione su un inasprimento del diritto penale minorile. Bisognerebbe creare i mezzi giuridici per "togliere definitivamente dalla circolazione criminali del genere".

Fehr ha descritto la violenza del giovane come "attacco vile" e "atto di terrorismo". "Qualcuno è stato accoltellato solo a causa della sua religione", ha deplorato. Il senso di sicurezza dei concittadini ebrei è stato scosso. "Faremo tutto il possibile per farli sentire di nuovo al sicuro".

Secondo la municipale di Zurigo Karin Rykart (Verdi), responsabile del Dicastero della sicurezza, le misure di protezione per le istituzioni ebraiche della città sono state immediatamente potenziate e saranno mantenute tali per tutto il tempo necessario.

La Federazione svizzera delle comunità israelite: ‘Non ci nasconderemo’

Sempre alla conferenza stampa a Zurigo, Jonathan Kreutner, segretario generale della Federazione svizzera delle comunità israelite, ha parlato di un grave attacco antisemita non solo insolito per gli standard svizzeri, ma anche per quelli europei.

Secondo Kreutner, l'attacco non era rivolto solo alla vittima, ma anche alla Svizzera liberale e aperta. L'antisemitismo non colpisce solo la minoranza attaccata, ma la società nel suo complesso. "Ma la vita ebraica continuerà. Non ci nasconderemo. La paura e l'insicurezza non devono sopraffare: questo è l'obiettivo dei terroristi".

Stamani Kreutner, interpellato da Keystone-Ats, ha indicato che la vita della vittima non è più in pericolo.

Dopo varie organizzazioni ebraiche e antirazziste ieri, oggi hanno espresso la loro ferma condanna dell'attentato alcune organizzazioni musulmane svizzere. Al coro di sdegno si sono associati anche la presidente della Confederazione Viola Amherd e il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia Beat Jans.

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