L'appello di syndicom in attesa dell'incontro del 6 marzo dove parteciperà anche l'Associazione degli editori Stampa Svizzera
Un contratto collettivo di lavoro per l’industria dei media che consenta salari e compensi minimi adeguati è urgentemente necessario, così come condizioni di lavoro eque. Lo dice syndicom sottolineando che l'associazione degli editori “non deve ignorare i dipendenti e le condizioni di lavoro nel settore dei media”.
Lo ha affermato il sindacato all'inizio dell'anno alla luce dell’ordine del giorno del Convegno dell’epifania dell’Associazione degli editori Stampa Svizzera (Vsm). L'associazione si occuperà sì delle sfide attuali del settore dei media, ma si concentrerà anche sull'Intelligenza artificiale.
Syndicom, in particolare, fa appello ai membri dell'associazione degli editori affinché sostenga le professioniste e i professionisti dei media: “Dopo tutto, gli editori dipendono dai loro dipendenti nonostante l'Ai: i creatori sono indispensabili per il giornalismo e la fiducia nei media”.
Sei settimane fa, in questo senso, è stata presentata una petizione (1'200 le firme) all'associazione degli editori per riprendere le trattative interrotte per il contratto collettivo di lavoro. Stephanie Vonarburg, vicepresidentessa e responsabile del settore media del sindacato syndicom, commenta così la situazione del settore: "Giornalisti, liberi professionisti, fotografi, giornalisti video e altri professionisti dei media sono sottoposti a un'enorme pressione. I salari del settore diminuiscono, i giovani professionisti e i liberi professionisti sono sottopagati, le redazioni sono a corto di personale, le giornate lavorative sono troppo lunghe e si teme di perdere il posto di lavoro. Questo perché attualmente i grandi editori, come Ch Media e Ringier in particolare, stanno tagliando posti di lavoro. In molti luoghi l'umore è cupo e mancano le prospettive. Gli editori devono agire!".
Il 6 marzo svolgerà un incontro al quale parteciperà per la prima volta anche il presidio Vsm: “Editori, professioniste e professionisti dei media e sindacati hanno gli stessi interessi: difendere il buon giornalismo. Ciò richiede le giuste condizioni quadro. E di ciò fa parte il contratto collettivo di lavoro del settore”.