Imminente il mandato negoziale annunciato dal Consiglio federale. Il Partito socialista lo considera un progetto ‘senza ambizione’
Berna – Il Ps torna a far pressione sul dossier europeo poco prima della presentazione del mandato negoziale da parte del Consiglio federale prevista entro la fine dell'anno. Pur sostenendo il progetto in generale, mette nuovamente in guardia da un indebolimento della protezione dei salari. Tra le richieste, quella di un “patto di politica interna” per evitare questo scenario.
Il Partito socialista sostiene "con convinzione" il processo per "veri e propri" negoziati con l'Unione europea (Ue), ha dichiarato oggi il suo copresidente Cédric Wermuth in una conferenza stampa a Berna. Intende svolgere un ruolo costruttivo nella definizione del mandato negoziale.
Tuttavia occorre dimostrare alla popolazione che una collaborazione con l'Ue può migliorare le sue condizioni di vita e portare benefici a tutti. Questo è "il punto chiave", ha sottolineato Samuel Bendahan, copresidente del gruppo socialista alle Camere federali.
In questo contesto, il partito si dice “deluso” dalle informazioni che sono trapelate sul contenuto del mandato negoziale. Lo considera un progetto "senza ambizione" che non risponde alle principali sfide cui si trova di fronte il continente europeo, come il cambiamento climatico, la sicurezza, la migrazione o il controllo dei mercati finanziari e chiede più "coraggio".
Bendahan chiede in particolare che il progetto di mandato sia accurato per garantire che non vi siano perdenti, il che rischierebbe di far fallire i negoziati.
Il Ps si oppone all'uso improprio della politica europea "per attaccare il servizio pubblico, le condizioni di lavoro e i salari", spiega in un comunicato. La politica europea deve invece servire a migliorare la vita delle persone su entrambi i lati delle frontiere. A tal fine, l'accordo con l'Ue deve includere una clausola di non regressione per garantire "l'attuale livello di protezione" dei salari. Non si può tornare indietro, ha aggiunto Bendahan.
Grazie all'introduzione di un "patto antierosione" sul diritto del lavoro e sulle condizioni di lavoro, deve essere possibile mantenere le misure di accompagnamento, anche nel caso in cui siano ritenute sproporzionate dal Tribunale arbitrale.
Dal 1992, in Svizzera ci sono state otto votazioni sulla questione europea, sei delle quali sono state vinte, ha ricordato Wermuth. Due sono state perse perché si è dimenticato che la politica europea è anche politica interna. Per Wermuth, i partner sociali devono essere coinvolti per la definizione delle misure di accompagnamento.