Svizzera

Energia venduta come verde, ma prodotta con carbone o nucleare

Un reportage di K-Tipp mette alla berlina il sistema di certificati di origine usati a livello europeo: ‘Un trucco legale’

In sintesi:
  • Spesso i certificati venivano acquistati in Islanda. Da cui però nel nostro Paese non arriva nemmeno un Watt, non essendoci neanche una linea elettrica diretta
  • Attualmente è la Norvegia il Paese di origine dei certificati idroelettrici in Europa
Energia verde? Parliamone...
(Keystone)
18 ottobre 2023
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I gruppi energetici svizzeri vendono spesso come elettricità generata da fonti rinnovabili estere quello che in realtà viene prodotto con il nucleare o con il carbone. Lo afferma K-Tipp, che mette alla berlina il sistema dei certificati di origine usati a livello europeo, che sarebbero all'origine solo di inutili costi aggiuntivi per i consumatori.

Molti clienti – ricorda la testata consumeristica nel numero in edicola da oggi, 18 ottobre – scelgono di acquistare corrente cosiddetta verde. Partono dal presupposto che il loro fornitore fornirà elettricità da energia idroelettrica o solare. Per farlo pagano un sovrapprezzo: ad esempio presso l'azienda municipale di San Gallo l'elettricità totalmente rinnovabile costa quasi 100 franchi in più all'anno (per una famiglia di quattro persone) rispetto a un mix con energia nucleare.

Alcuni operatori offrono ormai solo elettricità cosiddetta ecologica ai clienti privati: è il caso per esempio della Ekz, l'azienda elettrica del canton Zurigo, che sul suo sito web parla di un prodotto generato al 100% da risorse rinnovabili, il 93% proveniente però dal commercio internazionale.

Secondo i calcoli della società tecnologica Aliunid di Brugg (Ag), citati dal periodico zurighese, solo una buona metà di questa elettricità è però costituita da fonti rinnovabili e il 40% dell'energia proviene dal nucleare e da centrali elettriche a carbone straniere. Ciò è reso possibile dalle garanzie di origine: si tratta di certificati che i produttori di elettricità svizzeri ed esteri rilasciano per ogni chilowattora di elettricità prodotta. In essi viene indicato dove e come è stata generata l'elettricità.

La legge svizzera prevede che le aziende presentino una garanzia di origine per ogni chilowattora venduto. Tuttavia, i fornitori di elettricità possono acquistare garanzie di origine indipendentemente dall'elettricità fisica. In questo modo, anche l'elettricità nucleare acquistata può essere venduta come elettricità verde: il fornitore deve solo acquistare un certificato di energia idroelettrica per la stessa quantità di elettricità. In questo modo può rietichettare l'elettricità. "Un trucco legale", commentano i giornalisti di K-Tipp.

Il direttore della Fondazione svizzera per l'energia, Nils Epprecht, critica questa pratica. «Molti clienti pensano di acquistare elettricità nazionale da fonti rinnovabili, ma di fatto comprano anche elettricità nucleare o da carbone, raffinata con certificati idroelettrici esteri», afferma in dichiarazioni riportate dal giornale. A suo avviso queste garanzie vengono usate impropriamente per rendere più verde la produzione di elettricità.

Oltre all'Ekz, anche diverse altre aziende elettriche comunali e cantonali vendono elettricità esclusivamente da presunte fonti rinnovabili. I dati dell'Ufficio federale dell'energia mostrano che gli operatori vendono complessivamente circa un quarto di elettricità rinnovabile in più rispetto a quella prodotta: ciò è reso possibile dai certificati di origine.

Contattata da K-Tipp, Ekz respinge fermamente la "critica di greenwashing". Secondo l'impresa, il mercato dell'elettricità fisica è separato da quello delle garanzie di origine. "L'elettricità non può essere paragonata a prodotti fisici". L'anno scorso, l'azienda ha acquistato circa il 70% dei suoi certificati di origine in Paesi lontani come Norvegia, Serbia, Lettonia o Islanda. In termini reali, dall'Islanda non arriva peraltro in Svizzera alcuna elettricità: non c’è nemmeno una linea elettrica che collega l'Islanda al resto dell'Europa.

Dalla primavera scorsa i certificati idroelettrici islandesi non possono più essere scambiati, perché venivano venduti all'estero e l'elettricità era contemporaneamente accreditata all'ecobilancio del Paese con capitale Reykjavik. Secondo una perizia legale citata dal settimanale tedesco Die Zeit, in agosto lo stesso problema potrebbe porsi con la Norvegia, che è attualmente il più importante Paese di origine dei certificati idroelettrici.

K-Tipp avanza anche l'esempio di un'altra società, la Ewz, l'impresa elettrica di Zurigo (città in questo caso), che produce nei propri impianti una quantità di elettricità rinnovabile nettamente inferiore a quella che fornisce ai clienti privati. Più della metà della sua produzione proviene infatti dalla centrale nucleare di Gösgen (So). Ewz però vende l'elettricità nucleare come "elettricità naturale al 100%", critica il giornale.

Da parte sua Ekz sostiene che acquistando certificati di origine si sostengono i produttori di energie rinnovabili. Ma secondo diversi esperti – ribatte il periodico – le garanzie in questione sono troppo a buon mercato per raggiungere tale scopo. Ciò è dovuto anche al fatto che c’è un eccesso di certificati in tutta Europa, perché in molti Paesi non sono richiesti: i certificati per l'elettricità verde prodotta in tali nazioni vengono poi venduti all'estero generando un profitto.

Stando a K-Tipp la stessa Commissione federale dell'energia elettrica (ElCom) critica il commercio delle garanzie di origine: queste rappresenterebbero solo un "inutile onere aggiuntivo" per i consumatori.

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