Svizzera

Ginevra, no all'indennità per cambio abiti poliziotti e guardie

Respinto il ricorso di quattro agenti contro la sentenza che negava loro il diritto a un rimborso per il tempo dedicatovi

La Corte losannese respinge
(Keystone)
6 ottobre 2023
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Se è vero che il tempo è denaro, le guardie carcerarie e i poliziotti ginevrini dovranno continuare a cambiare la tenuta lavorativa "gratuitamente": il Tribunale federale (Tf) ha infatti respinto il ricorso di quattro agenti contro la sentenza della giustizia cantonale di Ginevra che negava loro il diritto a un'indennità per il tempo dedicato al cambio abiti all'inizio e alla fine delle pause e del turno lavorativo.

La Corte losannese, in una sentenza pubblicata oggi, ha ricordato che i dipendenti cantonali non sottostanno al regolamento federale, bensì a quello cantonale, il quale non prevede un'indennità per il cambio dell'uniforme. Quest'ultimo aspetto era stato ribadito dal Tribunale cantonale amministrativo, che aveva rifiutato una richiesta avanzata dall'Unione del personale dei corpi di polizia (Upcp). Essa aveva calcolato che gli agenti impiegano circa un'ora al giorno per effettuare i quattro cambi di indumenti necessari e che dunque sarebbe stato opportuno versare loro un'indennità. La Corte cantonale aveva respinto la proposta dell'Upcp, come era stato riportato dalla Tribune de Genève, in una decisione pubblicata il 18 ottobre 2022.

Decisa a far valere le proprie ragioni, l'Unione aveva poi presentato un'istanza di ricorso alla Corte suprema, chiedendo il versamento di un'indennità per due poliziotti e due guardie carcerarie. Come si è detto sopra, anche questo tentativo è andato a vuoto: nonostante l'Upcp abbia sottolineato l'impossibilità degli agenti di mettersi l'uniforme prima di recarsi sul luogo di lavoro, dato che è vietato rincasare con l'arma di servizio, la quarta Corte di diritto pubblico di Lucerna si è pronunciata negativamente.

Nella sentenza dei giudici federali viene inoltre dichiarato che non sussiste alcuna offesa alla libertà personale, sostenendo che l'inconveniente di portare la divisa fa parte del lavoro dei professionisti interessati.

Infermieri sì, agenti dei corpi di polizia no

Come riportava la Tribune de Genève, è plausibile che a spingere l'Upcp ad avanzare le summenzionate richieste sia stata la decisione del Tribunale federale nel mese di gennaio 2021: i giudici di Mon Repos avevano conferito agli infermieri delle cure a domicilio di Ginevra il diritto a un compenso per il cambio di indumenti.

L'Unione aveva fatto notare al Tribunale cantonale amministrativo che le uniforme dei professionisti che rappresenta sono ben più pesanti della tenuta da lavoro del personale di cura e che quindi si trattava di un caso di "diniego di giustizia", ossia di violazione dell'imperativo di celerità.

La Camera amministrativa ginevrina aveva basato la sua decisione sulla legge sul lavoro, per la quale solo le azioni svolte per motivi di sicurezza, igiene o salute possano essere conteggiate come orario di lavoro.

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