Svizzera

I grandi gruppi internet dovranno indennizzare i media

È quanto prevede la modifica della legge sul diritto d'autore inviata mercoledì in consultazione dal Consiglio federale

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(Keystone)
24 maggio 2023
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I grandi fornitori di servizi online – come Google e Facebook, ndr – devono versare un compenso ai media svizzeri per l'utilizzo dei loro contenuti giornalistici. È quanto prevede la modifica della legge sul diritto d'autore inviata oggi in consultazione dal Consiglio federale.

La stampa svolge un'importante funzione istituzionale ai fini della democrazia. Negli ultimi anni il dibattito pubblico è però stato in buona parte trasferito su Internet dalla digitalizzazione.

Il problema, spiega il Governo in un comunicato, è che l'offerta dei motori di ricerca, dei media sociali e delle piattaforme multimediali è in larga misura alimentata dalle prestazioni giornalistiche dei media tradizionali. Tuttavia, le anteprime di testo o di immagini utilizzate (i cosiddetti "snippet"), per via della loro brevità, non sono protette dal diritto d'autore. I fornitori di servizi online possono quindi utilizzarle senza sborsare un sol centesimo.

Per il Consiglio federale è dunque giunto il momento di correggere il tiro: "I fornitori di servizi online beneficiano in misura significativa delle prestazioni delle imprese mediatiche" (editori di giornali o portali di informazione), sottolinea. Per questo motivo il versamento di un compenso è "in linea di principio legittimo". Nella nota il Governo ricorda che l'Ue già nel 2019 ha emanato una direttiva in materia. Direttiva nel frattempo attuata dalla maggioranza dei Paesi membri.

Nel dettaglio, il disegno di legge prevede che i grandi gruppi internet versino alle imprese mediatiche un compenso per utilizzare i cosiddetti "snippet". Google dovrà così pagare un indennizzo per mostrare estratti di articoli tra i risultati delle ricerche. A essere interessati sono i gruppi internet con numero annuo medio di utenti pari almeno al 10% della popolazione svizzera (pari quindi a circa 880mila utilizzatori). La gestione dei diritti sui contenuti mediatici sarà affidata a una società esterna.

Per quel che concerne la condivisione di "snippet" da parte dagli utenti dei media sociali (come la pubblicazione sul proprio profilo Facebook di un rimando a un articolo di un giornale, ndr), il Consiglio federale ha proposto due varianti. In entrambe i collegamenti ipertestuali semplici (senza anteprima) saranno esentati dall'obbligo di compenso.

Nel comunicato l'esecutivo assicura che la nuova regolamentazione non dovrebbe comportare conseguenze finanziarie per i singoli utenti. Vi è però il rischio che i fornitori di servizi online per i quali la visualizzazione di "snippet" non è fondamentale vi rinuncino per sottrarsi all'obbligo di compenso, precisa l'esecutivo.

Quanto alle entrate supplementari per le imprese mediatiche, queste non sono ancora quantificabili, spiega il Governo: dipenderanno dall'esito delle trattative tra società di gestione e associazioni di utenti. Le tariffe concordate dovranno essere approvate dalla Commissione arbitrale federale per la gestione dei diritti d'autore e dei diritti affini (Caf) e saranno vincolanti.

A beneficiarne saranno tutte le imprese mediatiche che rispettano le regole per la prassi giornalistica riconosciute nel settore. La loro dimensione è ininfluente: anche le imprese più piccole potranno giovarsene. Pure i giornalisti "otterranno una parte dei compensi", assicura l'esecutivo.

Chi ci guadagna?

Uno studio recentemente commissionato dagli editori svizzero-tedeschi Schweizer Medien ha calcolato che il motore di ricerca Google incasserebbe 154 milioni di franchi attraverso i contenuti giornalistici dei media svizzeri, e ciò senza pagare un centesimo agli editori e ai professionisti dei media.

Per gli oppositori alla "Google Tax", come il laboratorio di idee di matrice liberale Avenir Suisse, i media svizzeri già traggono vantaggio dai motori di ricerca, perché in questo modo i loro contributi ricevono maggiore attenzione. Se un utente segue il relativo link, gli editori hanno diverse possibilità di monetizzare il contenuto, ad esempio attraverso la pubblicità o un paywall.

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