Non c'è più tempo da perdere, occorre agire: lanciata ufficialmente la campagna a favore della normativa
Ridurre la dipendenza energetica dall'estero, soprattutto di petrolio e gas, promuovendo le energie pulite in Svizzera al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Questo l'obiettivo che si pone la nuova legge riguardante gli obiettivi in materia di protezione del clima, l'innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica sulla quale si voterà il 18 di giugno.
La norma adottata dal parlamento col sostegno di tutti in gruppi, tranne l'Udc che ha lanciato con successo il referendum, rappresenta il controprogetto all'iniziativa popolare ‘Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)’.
La legge sulla protezione del clima obbliga il governo federale e i Cantoni a prendere provvedimenti. Ciò è necessario, stando al consigliere federale Albert Rösti, che oggi ha lanciato ufficialmente la campagna a favore della normativa, perché le inondazioni, i periodi di siccità, ma anche gli smottamenti e le cadute di massi stanno causando sempre più problemi.
Per riuscire a raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica, la legge rinuncia a imporre nuovi divieti o tasse, ha precisato il ‘ministro’ dell'Energia in una conferenza stampa a Berna. Il parlamento ha invece deciso di sbloccare 2 miliardi di franchi per il risanamento energetico degli edifici e altri 1,2 miliardi per sostenere il settore industriale nella transizione ecologica.
L'obiettivo? Ridurre il più possibile entro il 2050 le emissioni di gas serra, mentre le emissioni residue dovranno essere sottratte dall'atmosfera attraverso le cosiddette ‘emissioni negative’. Contrariamente all'iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna.
Tra le misure concrete previste dalla legge spiccano anche i 200 milioni di franchi all'anno per un periodo di dieci anni destinati alla sostituzione di impianti di riscaldamento vetusti o particolarmente ingordi di energia – come i riscaldamenti elettrici – e alla promozione dell'efficienza energetica degli edifici, ha sottolineato Rösti. A questo settore – e a quello dei trasporti – è poi stato imposto l'obiettivo di emissioni di CO2 pari a zero.
Altro elemento contenuto nella legge: la riduzione delle emissioni del settore industriale del 90% entro il 2050. Anche qui è previsto un sostegno federale tramite un programma di promozione delle tecnologie nel settore. L'impegno finanziario, come detto, è pari a 1,2 miliardi di franchi spalmati su sei anni. Infine, la legge prevede che i flussi finanziari possano, tramite convenzioni, venir indirizzati verso investimenti rispettosi del clima.
Anche Roberto Schmidt, presidente del Consiglio di Stato del Vallese e presidente della Conferenza cantonale dei direttori dell'energia (EnDK), si è espresso a favore del ‘sì’.
La nuova legge integra gli strumenti esistenti, come il programma di costruzione congiunto di Confederazione e Cantoni. Dal punto di vista dei Cantoni, è importante che le risorse finanziarie aggiuntive della Confederazione possano essere utilizzate non solo per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a olio, gas ed elettrici, ma anche per misure volte ad aumentare l'efficienza energetica, ha dichiarato Schmidt.
Oltre ai Cantoni, sostengono la legge anche economiesuisse, l'Unione svizzera dei contadini, le organizzazioni legate al turismo nonché le Città svizzere.
Anche l'Associazione degli inquilini, l'Associazione svizzera delle regioni di montagna (Sab), l'Associazione svizzera delle industrie meccaniche, elettriche e metallurgiche (Swissmem), l'Associazione svizzera dei Comuni e numerose organizzazioni per la protezione della natura e dell'ambiente raccomandano di accogliere la legge in votazione.