Credit Suisse, manifestazione di protesta a Paradeplatz

Diverse centinaia di persone hanno manifestato oggi a Zurigo, davanti alle sedi emblematiche del Credit Suisse e di Ubs

Ieri domenica di passione vissuta dal mondo bancario svizzero, con l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs per tre miliardi in azioni della stessa banca, con la Confederazione a mettere sul piatto 9 miliardi di garanzie pubbliche legate alle conseguenze finanziarie e legali dell’acquisizione, 100 miliardi di liquidità dalla Banca nazionale svizzera per assicurare la riuscita dell’operazione. Oggi i riflettori sono ancora puntati sui due colossi bancari. Segui l’evoluzione sul nostro live

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19:56

Manifestazione di protesta al Paradeplatz di Zurigo

Diverse centinaia di persone hanno manifestato oggi sulla celebre Paradeplatz di Zurigo, dove si trovano le sedi emblematiche del Credit Suisse e di UBS. La Gioventù socialista (GISO) e altre organizzazioni avevano lanciato l'appello a protestare contro gli "abusi".

Per i manifestanti quanto successo è uno scandalo. "Profitti per il settore privato, perdite per lo Stato", recitava l'appello alla manifestazione. I dimostranti hanno ricordato i miliardi versati da Credit Suisse in bonus e dividendi.

I manifestanti hanno anche criticato il fatto che non ci sono soldi per la lotta contro la crisi climatica, la sicurezza delle pensioni e l'aiuto ai rifugiati, mentre per il salvataggio delle banche non ci sono problemi.
Oltre allo GISO, hanno sostenuto la dimostrazione anche Sciopero del Clima, i Giovani Verdi, il PS di Zurigo, i Verdi di Zurigo e la Sinistra alternativa.

19:52

Il Bitcoin rivede quota 28.000 dollari con la crisi delle banche

La crisi bancaria fa bene al Bitcoin. La criptovaluta rivede quota 28.000 dollari per la prima volta da giugno ed è in rialzo del 25% dall'8 marzo.

19:52

S&P: il rating di Credit Suisse sotto osservazione
 

S&P Global Ratings ha messo sotto osservazione il rating del gruppo Credit Suisse "con risvolti positivi" e ha abbassato il rating sugli strumenti di capitale ibridi AT1 emessi da Credit Suisse Group a 'C' da 'B' e 'B+' dopo l'accordo per la fusione con UBS. Se andrà a buon fine i rating verranno equiparati a quelli di UBS.
"Riteniamo che il gruppo UBS sia materialmente più forte del gruppo Credit Suisse. L'acquisizione andrà quindi a vantaggio della società stabilizzando il suo franchising, nonché il suo finanziamento e la sua liquidità. Dovrebbe anche promuovere un rafforzamento degli standard di governance e di gestione del rischio di Credit Suisse" spiegano gli analisti.

Nell'ambito dell'operazione la FINMA ha stabilito che il capitale AT1 del Credit Suisse sarà azzerato. L'importo nominale aggregato di questi strumenti è di circa 16 miliardi di franchi. "Di conseguenza, abbiamo abbassato le nostre valutazioni su di loro a 'C'. A nostro avviso, il default su questi strumenti è una certezza virtuale e prevediamo di abbassare i rating di emissione a 'D' una volta confermata l'attuazione della svalutazione" aggiungono.
S&P ha messo coerentemente sotto osservazione anche UBS con una possibile rivalutazione negativa sul rischio di esecuzione derivante dall'acquisizione di Credit Suisse, anche se non pensa che sia uno scenario probabile. "Riteniamo che il management di UBS eseguirà prudentemente l'integrazione e, a causa delle riserve finanziarie molto elevate derivanti dalla transazione e del massiccio sostegno di liquidità da parte della Banca nazionale svizzera, vediamo riserve sufficienti per limitare efficacemente i rischi emergenti".


"Prendiamo inoltre atto delle misure straordinarie della Banca nazionale svizzera per fornire un massiccio supporto di liquidità al gruppo combinato, che dovrebbe garantire solidi buffer a livello consolidato e di entità legale. Ciò contribuirà a ripristinare la fiducia del mercato durante la fase iniziale dell'integrazione» aggiungono gli analisti"

18:40

Saranno soppressi dai 9'500 ai 12'000 posti d'impiego, secondo Bak Economics

L'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs causerà la perdita di 9'500-12'000 posti di lavoro. Malgrado ciò, non si prevede un forte aumento del tasso di disoccupazione. Lo indica l'istituto di ricerca Bak Economics, nel quale indica che l'operazione ha permesso di evitare un grave danno all'economia svizzera.

In una nota, l'istituto precisa che "con l'acquisizione da parte di Ubs sono stati limitati i danni per la piazza finanziaria svizzera causati dalla crisi di Credit Suisse". Insomma, il rischio di una crisi bancaria generale è stato notevolmente ridotto. "Si è così evitato un danno diretto maggiore all'intera piazza economica elvetica".

L'operazione, stando a Bak Economics, avrà effetti limitati sul Pil della Svizzera, che dovrebbe ancora crescere del 0,7% quest'anno e dell'1,6% nel 2024. Gli effetti negativi della crisi di Credit Suisse rimangono infatti in gran parte limitati al settore bancario.

Ci saranno comunque delle conseguenze, anche se il deflusso dei fondi dei clienti all'estero dovrebbe ora arrestarsi. Bak Economics ritiene invece che la perdita di valore aggiunto subita dalla piazza finanziaria svizzera sarà verosimilmente permanente. Le conseguenze dell'acquisizione si faranno sentire chiaramente sul mercato del lavoro: si stima che le due grandi banche offrano complessivamente 37’000 impieghi in Svizzera. A medio termine, lo smantellamento della rete di filiali e altre misure di razionalizzazione comporteranno probabilmente la perdita di circa 9'500-12'000 posti di lavoro, ciò che corrisponde allo 0,3% del totale degli impieghi in Svizzera.

Stando a Bak Economics, il cantone più colpito sarà Zurigo, dove il potenziale di razionalizzazione sarà probabilmente di 6'500-8'000 impieghi. Ciò corrisponde allo 0,9% di tutti i posti di lavoro del cantone.

Malgrado questi massicci tagli, Bak Economics non prevede un aumento improvviso del tasso di disoccupazione, né a livello nazionale né a livello cantonale. Il processo di razionalizzazione di Ubs richiederà infatti diversi anni. Il mercato del lavoro, caratterizzato da una carenza di lavoratori qualificati, dovrebbe inoltre essere in grado di assorbire in gran parte lo shock.

18:16
Una quindicina le istituzioni culturali che si avvalgono del sostegno, non solo economico, di Credit Suisse

Credit Suisse, i partenariati culturali restano ‘inalterati’

La crisi dell'istituto bancario ‘per il momento’ non dovrebbe intaccare gli impegni presi con gli enti culturali, fra cui figura il Masi di Lugano

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18:15
‘I lavori, per ora, non subiranno battute d’arresto’

Credit Suisse, Foletti: ‘Sereni su Pse, ma valutiamo piano B’

Il Municipio di Lugano sta verificando ‘possibili soluzioni alternative’, nel caso Ubs non voglia investire nel Polo sportivo. Ma l’ipotesi appare remota.

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17:32

L'acquisizione di Credit Suisse potrebbe pesare... pure sulle imposte di Zurigo

L'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs potrebbe avere delle ripercussioni sulle imposte nel Cantone di Zurigo. A comunicarlo è il capo del Dipartimento delle finanze Ernst Stocker. Le conseguenze precise saranno analizzate prossimamente. "L'operazione finanziaria potrà intaccare le entrate fiscali sia delle persone fisiche sia di quelle giuridiche", ha dichiarato oggi Stocker in una conferenza stampa tenutasi a Zurigo. Ha poi aggiunto che "verranno ora avviate delle analisi a tal riguardo". Il "ministro" ha infine ribadito la solidità delle finanze del Cantone.

La sindaca di Zurigo, Corine Mauch, si è detta "scioccata" dalla fine di Cs. "È una cesura per la Svizzera e soprattutto per Zurigo", poiché la banca svolge un ruolo importante come datore di lavoro, formatore, contribuente e mecenate culturale. Ha inoltre chiesto che vengano chiarite le responsabilità di questa vicenda.

16:34

Sessione straordinaria alle Camere, al coro delle richieste si aggiunge anche il Plr 

Dopo i Verdi, il PS e il Centro, anche il Plr si unisce al coro di partiti che vogliono una sessione straordinaria del Parlamento sulla questione Credit Suisse, un appuntamento che ormai appare inevitabile. Nel corso di un incontro odierno con i media a Berna, i liberali-radicali hanno inoltre chiesto una serie di misure, fra cui la rinuncia ai bonus da parte dei manager. I vecchi vertici di Credit Suisse devono essere chiamati a rispondere, ha detto il presidente del partito e consigliere agli Stati argoviese Thierry Burkart. I bonus degli anni precedenti vanno dunque restituiti e quelli per l'anno in corso bloccati.

Stando a Burkart, la necessità di un salvataggio della grande banca è da far risalire a una cattiva condotta da parte dei dirigenti, che non hanno fatto i compiti dopo la crisi finanziaria del 2008. Una situazione che il "senatore" non ha esitato a definire vergognosa, pur se bisognava agire per scongiurare un effetto domino. Secondo il Plr, la sessione straordinaria è un'opportunità per presentare le proprie rivendicazioni attraverso degli interventi. I dibattiti mostreranno poi se una Commissione parlamentare d'inchiesta (Cpi), come vorrebbe la sinistra, dovrebbe essere istituita o meno, ha aggiunto Burkart.

I liberali-radicali hanno poi illustrato altre loro richieste. In primo luogo, serve una nuova strategia per la piazza finanziaria, così da limitare i rischi legati alla nuova mega banca sorta dopo l'acquisizione di Credit Suisse a opera di Ubs, ha affermato il consigliere nazionale zurighese Beat Walti.

In una seconda fase, Ubs dovrebbe scorporare la redditizia attività svizzera dell'ormai ex rivale, o almeno portarla avanti in modo indipendente. I rappresentanti del PLR hanno inoltre sottolineato come il caso Credit Suisse dimostri che il regolamento esistente non sia efficace: bisognerà chiarire se l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Fimna) ha fatto o meno il proprio lavoro.

Il partito ha anche rivolto un pensiero ai dipendenti dell'istituto, in particolare ai quasi 17'000 che lavorano in Svizzera. "La nuova mega banca dovrà tenere conto degli impiegati, che non hanno alcuna colpa. A queste persone serve rapidamente sicurezza e chiarezza", ha evidenziato il consigliere nazionale vodese Olivier Feller.

"Quella di ieri è stata una domenica buia per loro, ma anche per l'immagine e la reputazione del nostro Paese", si è rammaricato Feller. "Nessuno ha immaginato che la perdita di fiducia degli investitori e dei clienti potesse portare sull'orlo del collasso una banca sistemica", ha constatato.

L'acquisizione da parte di Ubs non è una transazione puramente commerciale, ma un salvataggio pubblico con una partecipazione del settore privato, ha riassunto Burkart. La leadership del partito ritiene quindi che il governo debba ricevere un'adeguata compensazione dal leader bancario elvetico per le sue garanzie.

16:08

Gli azionisti svizzeri minacciano azioni legali

La Fondazione Ethos, in rappresentanza dei fondi pensione svizzeri, lamenta che i soci di Ubs e Credit Suisse "non saranno in grado di votare" in assemblea sulla fusione e che in futuro tutti i clienti svizzeri dovranno fare i conti "con i rischi di una posizione dominante" di Ubs nel mercato elvetico.

"Tutte le opzioni saranno esaminate nei prossimi giorni, incluse quelle legali, per determinare le responsabilità di questa debacle", afferma Ethos, che promette di "continuare a difendere gli interessi" dei soci e chiede lo scorporo delle attività svizzere del Credit Suisse, per ridurre gli esuberi e mantenere una "sana competizione"

15:23

Il titolo UBS rimbalza in Borsa

Dopo un inizio di giornata laborioso in seguito all'annuncio ieri dell'acquisizione di Credit Suisse, UBS ha visto il proprio titolo rimbalzare questo pomeriggio. Poco dopo le 15:00 guadagnava il 3,71% a 17,74 franchi, dopo aver superato il +6% poco prima.

In apertura UBS perdeva l'8,6% a 15,64 franchi. Credit Suisse al momento è in discesa del 51,74% a 0,89 franchi, dopo aver aperto a -62% (a 70 centesimi), una cifra inferiore all'equivalente di 76 centesimi proposto dal numero uno bancario elvetico UBS per l'acquisizione dello storico rivale.

15:05

Il caso Credit Suisse cambia le agende: Berset rinuncia a viaggio in Colombia

Il rilevamento di Credit Suisse da parte di UBS avrà ripercussioni anche sull'agenda del presidente della Confederazione Alain Berset. Un viaggio del consigliere federale friburghese in Colombia, pianificato da molto tempo, è in effetti stato annullato.

Lo stesso Berset aveva annunciato la trasferta in un'intervista concessa a "Le Temps" lo scorso dicembre. La visita era poi stata confermata dal presidente colombiano Gustavo Petro durante il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) in gennaio.

Ma la vicenda Credit Suisse ha avuto ragione del viaggio in Sudamerica. "A causa delle decisioni prese in questi ultimi giorni dal Consiglio federale, l'agenda di Berset ha subito cambiamenti che si ripercuotono su tutta la settimana. La visita è quindi stata cancellata", ha fatto sapere a Keystone-ATS il Dipartimento federale dell'interno.

Nel Paese andino, la Svizzera accompagna il processo di pace in corso con l'Esercito di liberazione nazionale (ELN). Dieci giorni fa, il movimento di guerriglia di ispirazione guevarista e il governo di Bogotà si sono impegnati ad avviare colloqui per un cessate il fuoco.

Come precisato a "Le Temps", dopo il Mozambico, dove si è recato in febbraio, Berset voleva tastare la realtà sul terreno anche in Colombia relativamente alla problematica della protezione dei civili nelle zone di conflitto. Un tema che la Confederazione promuoverà nel corso della sua presidenza al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il prossimo maggio.

15:03

Prima di Credit Suisse: i marchi storici spariti dalla Svizzera

Dai voli di linea alle scarpe, la sparizione programmata di un brand come quello della grande banca non è una prima nel nostro Paese

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14:01

La Confederazione potrebbe essere oggetto di denunce


Il professor Peter V. Kunz, specialista di diritto bancario, valuta che l'acquisizione forzata di Credit Suisse da parte di UBS è stata posta su basi giuridiche non abbastanza solide. Si attende quindi denunce contro la Confederazione.

"Il fatto che gli azionisti di Credit Suisse non vengano nemmeno consultati è una proceduta completamente al di fuori delle norme legali", ha detto i un'intervista pubblicata dal Blick e dalle testate Tamedia. Solo venerdì, si diceva ancora che le liquidità della banca fossero sufficienti. Proprio per queste dichiarazioni gli azionisti potrebbero intraprendere vie legali.

"Denunce arriveranno", si è detto convinto il professore. Anche perché gli investitori sono stati posti davanti al fatto compiuto. Secondo Kunz con l'uso del diritto d'urgenza il Consiglio federale danneggia addirittura il Paese: "In Svizzera ora gli investitori devono partire dal presupposto di poter essere espropriati senza base legale".

13:53

Fondazione protezioni consumatori: "Obbligare la dirigenza a rinunciare ai bonus"

Le normative too-big-to-fail vanno riviste per obbligare la dirigenza di Credit Suisse a rinunciare ai bonus. Lo chiede la Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS) alla luce dell'acquisizione della banca da parte di UBS.

"È inaccettabile che una banca di importanza sistemica venga condotta al baratro, che debba essere sostenuta dallo Stato e che allo stesso tempo vengano versati bonus", indica SKS in una nota. "Ci sono volute misure drastiche per ripristinare la fiducia nel Credit Suisse", ha ricordato Sara Stalder nel comunicato. Il prezzo è stato tuttavia molto alto: in futuro, i rischi per la Svizzera in caso di fallimento di UBS saranno ancora maggiori di quelli attuali.
 
 

12:30

Scetticismo fra gli analisti

L'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS è stata accolta con un certo scetticismo dagli analisti del settore. La manovra evita certo il tracollo, ma non è detto che si tratterà di un affare positivo per UBS.

Probabilmente quanto avvenuto non è la scelta che avrebbe fatto in maniera prioritaria UBS, hanno commentato gli esperti della canadese RBC. Sulla carta, i tre miliardi per l'acquisizione sono poco, sottolineano gli analisti di Vontobel. Allo stesso tempo però cambia sostanzialmente la struttura degli affari di UBS.

Secondo la Banca cantonale di Zurigo (ZKB), i potenziali vantaggi sembrano comunque superare gli svantaggi per UBS. Questo però solamente se si riuscirà a ricostruire la fiducia, cosa che secondo gli esperti probabilmente avverrà.

Altri economisti sottolineano le numerose questioni in sospeso. Il vero valore dell'operazione è difficile da giudicare, secondo l'americana Jefferies, anche perché Credit Suisse al momento registra forti perdite. A detta della banca d'investimenti Usa KBW, sul lungo termine l'affare sarà positivo, ma bisognerà aspettare un po' prima che la novità smetta di fare troppo rumore.

Secondo gli esperti di Capital Economics, l'esperienza con questo tipo di "matrimoni forzati" è piuttosto eterogenea. Esistono gli esempi positivi, ma anche quelli decisamente negativi.

11:58

Il Parlamento potrebbe tenere sessione straordinaria

Il Parlamento potrebbe discutere rapidamente sull'acquisto di Credit Suisse da parte di UBS con l'avallo della Confederazione. Se un quarto dei membri di un Consiglio lo richiede, una sessione straordinaria potrebbe essere messa in calendario.

Stando alla presidente della Delegazione delle finanze (DelFin) delle Camere federali, Ursula Schneider Schüttel (PS/FR), si tratta di un'opzione possibile.

La DelFin ha approvato ieri i crediti di impegno urgenti proposti dal Consiglio federale. Secondo la legge sul Parlamento, se un credito urgente è superiore ai 500 milioni di franchi, un quarto dei membri di una Camera può chiedere la convocazione dell'Assemblea federale in sessione straordinaria entro una settimana.

Tale sessione straordinaria deve tenersi nel corso della terza settimana che segue l'inoltro della richiesta di convocazione. Potrebbe quindi svolgersi dopo Pasqua. "Vi saranno certamente abbastanza parlamentari che la richiederanno", ha dichiarato la presidente della DelFin all'agenzia Keystone-ATS.

11:50

Credit Suisse e UBS: a rischio gli impieghi di entrambe


L'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS metterà a rischio gli impieghi di entrambe le banche, non solamente quelli di CS. A dichiararlo è l'economista Stéphane Garelli, professore presso l'International Institute for Management Development (IMD).

"Quando avviene una fusione tra due entità simili vi è una sovrapposizione di responsabilità e in questo caso non è detto che saranno assunte dai collaboratori di UBS", ha detto Stéphane Garelli ai microfoni di RTS questa mattina, ossia il giorno dopo l'annuncio dell'acquisizione della banca delle due vele da parte della rivale UBS.

I dipendenti del Credit Suisse apporteranno un contributo anche sui piani delle competenze e delle reti, ha aggiunto Garelli. "Questo significa che rischiamo di ritrovarci con molte persone che dispongono di competenze finanziarie sul mercato, che però saranno purtroppo senza lavoro".

In relazione a "un gigante bancario che è molto più grande degli altri", l'esperto ritiene che questo non sia "molto salutare", soprattutto per la concorrenza. In futuro, sarà necessario garantire che non si verifichi un abuso di posizione dominante. Ci si chiede anche se una tale dimensione sia gestibile.
 
 

09:45

Il commento dei media internazionali


L'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS occupa le prime pagine dei giornali internazionali. Ecco i principali commenti.

Secondo il Financial Times una cosa è chiara: il caso Credit Suisse mostra che bisogna lavorare di più nell'ambito dei rischi bancari. Anche se una dose di rischio è nota, il crollo di Credit Suisse è arrivato comunque a sorpresa. Alle autorità non è rimasta altra scelta se non favorire la fusione con UBS.

L'americano Wall Street Journal sottolinea come Credit Suisse fosse la banca elvetica più propensa al rischio. Le difficoltà hanno però portato ad un'amara fine dopo 167 anni. Le radici di questa sconfitta sono da ricercare nel modo in cui è stata gestita la crisi del 2008. Prima di allora la situazione era infatti rosea.

Per il francese Le Monde l'immagine della Svizzera è legata al consenso. Eppure anche nella Confederazione tutto può cambiare brutalmente in fretta. La fine di Credit Suisse era fino a poco fa inimmaginabile.

La fusione annunciata ieri è la più importante nell'Europa bancaria dalla crisi economica di 15 anni fa, ha sottolineato invece il tedesco Handelsblatt. Il salvataggio è dovuto avvenire assolutamente prima dell'apertura dei mercati asiatici oggi. Il mondo intero ha seguito un accordo definito storico.
 
 

09:16

Credit Suisse allo staff: i bonus saranno pagati

I bonus saranno pagati, così come i promessi aumenti dei salari: Credit Suisse rassicura il suo staff, e precisa che i bonus saranno pagati come previsto il 24 marzo. Lo riporta l'agenzia Bloomberg. 

09:15

Credit Suisse, il titolo scende del 62% in apertura

Come annunciato, il titolo Credit Suisse risulta in profondo rosso in apertura dei mercati: il calo è del 62% a 70 centesimi. UBS cede dal canto suo l'8,6% a 15,64 franchi. Il corso è in questo modo inferiore all'equivalente di 76 centesimi proposto dal numero uno bancario elvetico UBS per l'acquisizione dello storico rivale, per un prezzo totale di 3 miliardi di franchi. L'acquisizione bancaria, oltre che infiammare i mercati, ha fatto scorrere fiumi di inchiostro sui giornali, che non esitano questa mattina a parlare di "scandalo storico" o ancora di "giornata disastrosa".

08:40

Ubs, Credit Suisse e una domenica bestiale

Il salvataggio della grande banca non fuga i dubbi su certi abusi, sul rischio per i lavoratori e sul perché ci si sia svegliati così tardi

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08:39
08:38

Azione Credit Suisse in caduta libera prima dell’ apertura di Borsa: titolo a -62%

Il giorno dopo la notizia dell’acquisizione da parte di UBS, prima dell’apertura della Borsa il titolo di Credit Suisse risulta in caduta libera, con un pesante -62%. Il corso sarebbe ancora inferiore all’equivalente di 76 centesimi proposto dal numero uno bancario elvetico UBS per l’acquisizione dello storico rivale, per un prezzo totale di 3 miliardi di franchi. Secondo le previsioni di Julius Bär, anche il titolo UBS è in calo, per la precisione del 4,7% a 16,30 franchi, con un listino SMI che globalmente è in contrazione dell’1,56%.

08:37

«Vergogna», «Scandalo», su Credit Suisse la stampa è impietosa

I media di tutta la Confederazione non risparmiano forti critiche alla vicenda del crollo e dell’acquisizione del gruppo bancario da parte di Ubs

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