Svizzera

I soccorritori svizzeri salvano un neonato sotto le macerie

Sono undici le persone estratte vive grazie al lavoro congiunto della Catena svizzera di salvataggio e dalla Società svizzera per cani da ricerca Redog

(Keystone)
10 febbraio 2023
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Oltre quattro giorni dopo il terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, la Catena svizzera di salvataggio ha estratto stamattina altre due persone vive dalle macerie. Si tratta di un bebè di sei mesi e della madre. I due sono stati salvati nella provincia di Hatay, situata nel sud della Turchia. Lo ha comunicato a Keystone-ATS il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), Valentin Clivaz. Dal canto suo, la responsabile della ricerca di persone sepolte sotto le macerie presso REDOG, Linda Hornisberger, ha dichiarato che si tratta di un "assoluto miracolo".

Con questi due ultimi salvataggi, sono salite a undici - tra cui due bebè - le persone ritrovate vive grazie al lavoro congiunto della Catena svizzera di salvataggio e dalla Società svizzera per cani da ricerca (REDOG), ha precisato il DFAE.

Altri sopravvissuti

Parallelamente un’altra squadra di REDOG, che lavora con l’organizzazione di salvataggio turca GEA, ha rinvenuto la scorsa notte altre tre persone ancora in vita sotto le macerie, portando a 39 il totale, ha precisato ancora il DFAE. I soccorritori, impegnati nelle ricerche, proseguono i loro sforzi.

A causa della mancanza d’acqua e di cibo nonché del freddo, dopo 100 ore dal sisma si affievoliscono tuttavia le possibilità di sopravvivenza delle persone intrappolate sotto i detriti. Dopo le devastanti scosse di terremoto che hanno provocato finora oltre 22’000 vittime nella regione di confine tra la Turchia e la Siria, sul posto sono già intervenuti quasi 90 soccorritori svizzeri e diversi cani alla ricerca di sopravvissuti.

Partiti altri 12 esperti svizzeri

Nel frattempo, un’altra squadra di esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario è decollata questo pomeriggio dall’aeroporto di Belp (BE) alla volta di Adana, un’area disastrata dal violento sisma che ha colpito la Turchia.

A bordo dell’aereo ci sono 12 specialisti, tra cui medici e addetti alla logistica. L’obiettivo della missione, guidata da una donna, è di rafforzare l’impegno svizzero sul posto, ha dichiarato all’agenzia Keystone-ATS il vicecapo dell’Aiuto umanitario svizzero Silvio Flückiger prima della partenza.

Sono presenti in particolare esperti nella costruzione, che devono valutare la stabilità degli edifici nell’area del terremoto. Dal canto loro, i dottori dovranno offrire assistenza medica alle vittime. A due psicologi viene inoltre chiesto di fornire un aiuto ai colleghi che sono sul posto da diversi giorni, ha spiegato Flückiger. Quest’ultimo prevede un periodo di impiego di circa due settimane.

Ambasciata Ankara riaperta e donati 10 milioni

Intanto, l’ambasciata svizzera ad Ankara e il consolato generale a Istanbul, temporaneamente chiusi al pubblico a causa di una minaccia terroristica, sono stati riaperti. Lo ha deciso lo stesso DFAE sulla base di una nuova valutazione della situazione.

In Svizzera, la popolazione ha già donato oltre 10 milioni di franchi in favore delle vittime del sisma, ha indicato dal canto suo la Catena della solidarietà all’agenzia Keystone-ATS, precisando che lo slancio di solidarietà è "impressionante".

In un primo momento, le organizzazioni umanitarie svizzere sul posto - come Terres des Hommes e la Croce Rossa - utilizzano i fondi per fornire aiuti di emergenza, quali l’acqua, le coperte, il cibo e i rifugi. Per esperienza, si sa che la maggior parte dei soldi raccolti verrà utilizzata più tardi, per la ricostruzione.

Più difficile l’intervento in Siria

Per quanto riguarda la Siria, anch’essa duramente colpita dal terremoto di lunedì, la situazione in fatto di sicurezza complica le attività umanitarie e l’accesso alle zone sinistrate. Una squadra di specialisti svizzeri, istituita dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), partirà lunedì da Damasco per Aleppo. Si tratta di personale che opera attualmente presso le rappresentanze svizzere della regione e conosce bene il contesto. Queste persone rimarranno una decina di giorni per valutare le esigenze e organizzare un’assistenza umanitaria in loco, soprattutto nella regione nord-occidentale.

Intanto, per aiutare i due Paesi colpiti dalla catastrofe la DSC ha stanziato complessivamente 7 milioni di franchi.

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