Svizzera

Nel programma Udc la lotta agli uffici per la parità di genere

Anticipate le linee guida per le Federali: ‘Preoccupazione’ per gli asterischi nei testi, niente soldi alle istituzioni che sostengono ‘ideologie’

(Keystone)
27 gennaio 2023
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Domani i delegati dell’UDC saranno chiamati ad esprimersi sul programma del partito in vista delle elezioni federali di quest’autunno. La stratega del partito, Esther Friedli, ne fornisce un’anticipazione oggi ai media.

Lotta agli uffici per la parità di genere

Per la prima volta, anticipa la 45enne, anche se relegate in fondo al documento, nel programma democentrista troveranno posto questioni come la parità e la neutralità di genere e la femminilizzazione della lingua. Il relativo capitolo si intitola "Terrore di genere e follia da cultura woke". Per Friedli si tratta, tra l’altro, di denunciare la sinistra che, a suo dire, punta su questi temi trascurando i reali problemi della Svizzera (immigrazione, sicurezza, autoapprovvigionamento energetico e alimentare).

Per la responsabile del programma dell’UDC, questi ambienti sono "una piccola minoranza che sostiene di essere dalla parte moralmente giusta, e che vedendo feriti i propri sentimenti, vuole imporre la propria opinione alla maggioranza - questa è follia! In Svizzera siamo tolleranti, siamo abituati a mostrare considerazione per le minoranze. Ma questi ambienti non sono interessati al compromesso, vogliono imporre a tutti ciò che è giusto o sbagliato". Friedli si dice preoccupata anche dal fatto che la lingua venga "sfigurata" con gli asterischi di genere nei testi.

L’UDC intende lottare sistematicamente contro gli uffici per la parità di genere. "Presenteremo interventi su questi temi a tutti i livelli politici". Le istituzioni pubbliche che sostengono "ideologie" dovrebbero essere private del denaro dei contribuenti, aggiunge Friedli. "Questa cultura e il comportamento dei suoi rappresentanti hanno chiaramente tratti religiosi e fanatici, in quanto propagandano il fatto di possedere l’unica verità".

Una tassa sull’immigrazione

La limitazione dell’immigrazione continua ad essere il punto centrale del programma democentrista, raggiungibile ad esempio con strumenti fiscali. "Gli immigrati dovrebbero garantire di potersi mantenere da soli, come avviene in altri Paesi. Per raggiungere questo obiettivo, una variante potrebbe essere una tassa sull’immigrazione così alta da essere utile solo se il bisogno di questo lavoratore (straniero) è fondato", dice la consigliera nazionale sangallese in un’intervista pubblicata oggi dai giornali dell’editore Tamedia.

Situazione precaria in Ticino

Ma l’UDC, per rafforzare la sicurezza delle frontiere, non disdegna anche provvedimenti edilizi. "Sono immaginabili diverse varianti. Oggi è possibile immigrare nel nostro Paese quasi sempre e ovunque, anche illegalmente. Il Ticino, ad esempio, è particolarmente toccato a causa della via meridionale molto frequentata. Ma le misure strutturali e di personale alle frontiere sono quasi inesistenti. È necessario intervenire anche sul confine orientale. Per esempio, bisognerebbe verificare se i treni (dall’Austria) possano essere fermati già prima di Buchs (SG), in modo che i migranti illegali non entrino senza ostacoli".

Modello britannico e...

Per l’esponente democentrista, è fondamentale adottare misure per evitare gli arrivi in Svizzera. Friedli apprezza il modello britannico: "Il Regno Unito, che ha negoziato un accordo con il Ruanda, potrebbe servire da modello. I migranti clandestini vengono inviati in Africa a inoltrare la domanda d’asilo. Se la decisione è positiva, possono rimanere in Ruanda. In cambio, il Paese riceve aiuti allo sviluppo".

... modello di crescita

Per la responsabile della campagna per le elezioni federali, il discorso sull’immigrazione, che rimane eccessiva, non potrà essere risolto senza una discussione di fondo sul modello di crescita auspicato. Quella "pro capite è stagnante rispetto alla crescita della popolazione. Il tenore di vita delle persone non è aumentato. Siamo in una spirale. Più immigrati comportano più personale insegnante e più medici: la carenza di lavoratori qualificati è causata anche dall’immigrazione. Dobbiamo parlare apertamente di quali sono i meccanismi di controllo giusti in questo momento. Non possiamo continuare a tenere le porte spalancate".

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