Svizzera

Lo statuto S per gli ucraini non sarà revocato fino a marzo 2024

Lo ha deciso il Consiglio federale. Sarà abrogato se la situazione in Ucraina si stabilizzerà e cesserà il pericolo

(Keystone)
9 novembre 2022
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Lo statuto di protezione S per i profughi provenienti dall’Ucraina non sarà revocato prima del 4 marzo 2024, salvo se la situazione cambierà radicalmente prima di allora. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale, precisando che le misure di sostegno a favore dei titolari dello statuto S vengono prorogate di un anno. In seguito all’aggressione militare russa contro l’Ucraina, il 12 marzo 2022 il Governo aveva attivato lo statuto di protezione S per le persone in fuga dal Paese dell’Europa dell’Est. Tale permesso serve a fornire protezione provvisoria durante una situazione di grave pericolo generale. Dall’attivazione, più di 67’000 persone provenienti dall’Ucraina hanno ottenuto protezione in Svizzera, ha indicato oggi in una conferenza stampa a Berna la consigliera federale Karin Keller-Sutter.

"Lo statuto S è valido fino alla revoca da parte del Consiglio federale", ha ribadito la ministra di giustizia e polizia, precisando che la condizione per la sua abrogazione è una stabilizzazione duratura della situazione in Ucraina e quindi l’assenza di una situazione di grave pericolo. I recenti sviluppi mostrano che al momento una tale stabilizzazione non è vicina. Ci si attende ancora ad atti bellici su tutto il territorio ucraino, ha aggiunto.

Proroga crea sicurezza nella pianificazione

Il Consiglio federale ha pertanto deciso di non revocare lo statuto S prima del 4 marzo 2024, salvo se la situazione in Ucraina si sarà stabilizzata in modo duraturo. Ciò crea chiarezza per le persone in cerca di protezione, i Cantoni, i Comuni e i datori di lavoro.

Già a metà ottobre l’UE ha comunicato che, vista l’attuale situazione in Ucraina, intende prorogare la protezione provvisoria fino alla primavera 2024. Stando a Bruxelles e Berna, una prossima e duratura stabilizzazione è infatti improbabile.

La Confederazione è quindi confrontata con una doppia sfida: l’ondata di profughi dall’Ucraina e quella degli altri rifugiati il cui numero è in forte aumento, ha precisato Keller-Sutter.

Proroga del sostegno e dei permessi

Poiché, diversamente dallo statuto di protezione S, i relativi permessi per gli Ucraini sono validi solo un anno, il Governo invita i Cantoni a prorogarli di un altro anno. Inoltre, ha deciso di protrarre fino al 4 marzo 2024 le misure di sostegno specifiche a favore dei titolari dello statuto S, decretate per la prima volta il 13 aprile 2022.

La Confederazione partecipa a queste misure con un contributo di 3’000 franchi per persona all’anno, versato ai Cantoni in modo scaglionato. Tale contributo supplementare serve in particolare a promuovere l’apprendimento della lingua, affinché le persone in cerca di protezione possano iniziare rapidamente un lavoro e partecipare alla vita sociale. Attualmente, secondo Keller-Sutter, il 14% delle persone con statuto S, che soddisfano il criterio dell’età, esercitano un’attività lucrativa in Svizzera.

Ciò consente di ridurre i costi dell’aiuto sociale. Stando alle informazioni fornite dai Cantoni, il sostegno ha dato buoni risultati nella situazione di crisi, ha precisato ancora la consigliera federale.

Preparativi per la revoca e il rimpatrio

Lo statuto S è stato inoltre concepito dal legislatore in modo da essere orientato al rimpatrio. Non appena la situazione di grave pericolo generale cesserà, lo statuto di protezione sarà revocato e le persone in questione dovranno rientrare nel loro Paese di provenienza.

Anche se le condizioni per la revoca non saranno adempiute nel futuro prossimo (un aumento dei rifugiati dall’Ucraina è possibile con l’avvicinarsi dell’inverno), il Dipartimento federale di giustizia e polizia elaborerà con i Cantoni e i Comuni le basi per attuare rapidamente la revoca dello statuto S, non appena la situazione in Ucraina lo consentirà. A quel punto occorrerà incoraggiare un rientro rapido con incentivi mirati, ha precisato la consigliera federale.Anche lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelenski ha sottolineato l’importanza del ritorno dei suoi concittadini rifugiatisi in Europa per la ricostruzione e la normalizzazione del Paese una volta cessate le ostilità, ha aggiunto Keller-Sutter.

Nonostante il persistere della guerra, una parte degli ucraini fuggiti all’estero e dei profughi interni sta già tornando individualmente nei loro luoghi di residenza. Entro fine ottobre 2022 hanno lasciato definitivamente la Svizzera 6’394 persone, di cui 1’916 con un sostegno al ritorno

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