L’obiettivo? Contribuire al raggiungimento del risparmio volontario del 15% dei consumi di gas stabilito dal governo sull’esempio dell’Ue
I gestori di impianti bicombustibili dovrebbero passare dal gas alla nafta a partire dal 1° ottobre. È quanto raccomanda il Consiglio federale su consiglio dei dipartimenti dell’Economia e dell’Energia. Alla popolazione è raccomandato di fare il pieno del tank al più presto. Una simile raccomandazione, spiega una nota governativa, mira a contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di risparmio volontario del 15% dei consumi di gas stabilito dal governo sull’esempio dell’Ue. La Confederazione e Bruxelles si prefiggono di raggiungere tale obiettivo tra ottobre 2022 e marzo 2023.
Inoltre, per continuare a garantire l’approvvigionamento di prodotti petroliferi, a partire dal 3 ottobre saranno liberate le scorte obbligatorie di benzina per automobili, diesel, olio da riscaldamento e cherosene. Ciò si deve alle limitate capacità di trasporto sul Reno e ai problemi logistici legati ai trasporti ferroviari all’estero. L’ordinanza corrispondente entrerà in vigore il 3 ottobre.
La crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina e il blocco delle forniture di gas russo all’Europa potrebbero portare a strozzature nell’approvvigionamento. Per garantire alla popolazione e alle imprese un approvvigionamento energetico sufficiente anche nei prossimi mesi invernali, il governo pensa che, passando dal gas all’olio da riscaldamento, i gestori di impianti bicombustibili possano dare un contributo prezioso per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento.
Per facilitare questa transizione, il 16 settembre scorso l’esecutivo ha deciso agevolazioni temporanee nel quadro dell’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico e nell’ordinanza sul CO2. Se alimentati a nafta, gli impianti bicombustibili non possono sempre rispettare i valori limite, in particolare quelli relativi agli ossidi d’azoto, stabiliti all’interno dell’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico.
Tra il 1° ottobre e il 31 marzo 2023 i valori limite relativi a ossidi d’azoto e CO2 saranno comunque meno severi in caso di commutazione raccomandata o magari, in un secondo tempo, imposta. È importante provvedere alla manutenzione regolare dei bruciatori negli impianti bicombustibili. Il servizio di assistenza si occuperà anche di effettuare una misurazione delle emissioni e di inviare i risultati all’autorità di controllo competente.
I gestori di impianti soggetti a un impegno di riduzione del CO2 che, in seguito alla raccomandazione o a un ordine di passare dal gas naturale all’olio da riscaldamento, tra il 2022 e la fine del periodo d’impegno 2024 emettono quantità maggiori di CO2 possono rivolgersi all’Ufficio federale dell’ambiente.
Nel quadro del monitoraggio annuale (31 maggio dell’anno successivo) potranno infatti presentare richiesta affinché, per tutta la durata della raccomandazione o dell’ordine, le emissioni supplementari siano escluse dalla valutazione del rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni o delle varie misure.
Nel caso di una commutazione, che richiede quantità maggiori di olio da riscaldamento, le difficoltà logistiche possono rappresentare una sfida impegnativa. Per fare in modo di garantire le capacità di consegna per il prossimo inverno, si raccomanda anche alla popolazione di provvedere fin da subito a riempire le cisterne di olio da riscaldamento.
Quanto ai prodotti petroliferi, specifica il governo, prima della liberazione decisa oggi, quest’anno l’Approvvigionamento economico del Paese aveva già deciso di attingere alle scorte obbligatorie in due occasioni, in misura del 20% delle scorte totali.
Le scorte obbligatorie di benzina per automobili, diesel e olio da riscaldamento permettono di coprire circa 4,5 mesi di consumo normale. Per il cherosene si parla di circa 3 mesi. Lo scopo delle scorte obbligatorie è di sostenere un mercato non più in grado di soddisfare la domanda a causa di problemi logistici.