Svizzera

Al Consiglio di sicurezza Onu senza passare dal Parlamento

Bocciata la mozione di Thomas Minder che chiedeva al Governo di consultare le Camere prima di prendere decisioni in caso di interventi armati

Direttamente qui, e senza passare dai banchi del Parlamento
(Keystone)
16 giugno 2022
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In caso di decisioni su interventi armati da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, di cui la Svizzera è ora membro per i prossimi due anni, il Consiglio federale non dovrà consultare il Parlamento. Lo ha deciso il Consiglio degli Stati bocciando una mozione di Thomas Minder (indipendente/Sh) con 23 voti contro 12 e 3 astenuti.

Per lo sciaffusano la richiesta è sensata, tenuto conto che in base alla Costituzione è competenza del Parlamento ordinare il servizio attivo e mobilitare a tal fine l’esercito. Per consultare il Parlamento, il Consiglio federale può chiedere in qualsiasi momento la convocazione di una sessione straordinaria. Se ciò non dovesse essere possibile per mancanza di tempo, il Governo dovrebbe almeno consultare le commissioni competenti per la politica estera.

Per l’esecutivo la proposta Minder è però inapplicabile: quando il Consiglio di sicurezza opta per un intervento militare le decisioni devono essere prese molto rapidamente, se necessario entro 24 ore. Non c’è insomma tempo sufficiente per consultare tutti i membri delle commissioni competenti, ha spiegato il consigliere federale Ignazio Cassis. È comunque previsto che il Parlamento sarà coinvolto assiduamente e riceverà ampi diritti di informazione e consultazione.

Minder ha però replicato facendo riferimento all’esempio della Libia nel 2011, quando ci sono volute tre settimane prima che il Consiglio di sicurezza decidesse un attacco militare. "Ci sarebbe quindi stato il tempo sufficiente per consultare il Parlamento", ha sostenuto ricordando, invano, che queste risoluzioni raramente arrivano da un giorno all’altro.

I ‘senatori’ hanno invece approvato – tacitamente – un postulato della sua Commissione della politica estera che chiede al Governo di presentare un rapporto sulla neutralità elvetica. Il documento dovrà esaminare i limiti del diritto della neutralità, come i sorvoli, le forniture di armi, l’adesione e la cooperazione con la Nato. Dovrà illustrare anche il margine di manovra della politica, segnatamente per quel che concerne le sanzioni.

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