La Piattaforma delle Ong svizzere per i diritti umani scrive una lettera aperta al Consiglio federale
Berna – La società civile dovrebbe essere maggiormente coinvolta nella Conferenza sulla riforma ucraina (URC2022), prevista il 4 e 5 luglio a Lugano. È quanto chiede in una lettera aperta inviata al Consiglio federale la Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani.
Per la Piattaforma, che riunisce 90 organizzazioni per i diritti umani, la prima conferenza internazionale sull’Ucraina dall’inizio dell’aggressione russa "è un’opportunità per mettere l’accento, nella pianificazione della ricostruzione e delle riforme, sulla promozione della pace, i diritti umani e lo Stato di diritto".
Le discussioni sulla guerra e la ricostruzione in Ucraina non dovrebbero però essere condotte unicamente dai governi a porte chiuse. "Una partecipazione attiva delle organizzazioni della società civile è necessaria", afferma Matthias Hui, coordinatore della Piattaforma, citato in una nota.
"Solo ascoltando le popolazioni direttamente interessate e tenendo conto dei loro diritti umani sarà possibile sviluppare una prospettiva di ricostruzione sostenibile", sostiene Hui. I mezzi militari possono procurare a breve termine un senso di sicurezza, ma per produrre effetti duraturi una vera politica di sicurezza deve basarsi sull’applicazione sistematica e universale dei diritti umani, sulla lotta alla povertà e ai cambiamenti climatici, nonché sulla conservazione delle risorse naturali.
Diverse ONG della Piattaforma collaborano con organizzazioni partner in Ucraina, Russia e Bielorussia che forniscono aiuti in loco e si impegnano attivamente per limitare le conseguenze della guerra. Queste organizzazioni, conclude la Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani, sono pronte a partecipare alla conferenza di Lugano.