Fra le novità poste in consultazione l’accresciuta sorveglianza dell’estremismo violento, anche con metodi di controllo intrusivi, e dei flussi finanziari
L’accresciuta sorveglianza dell’estremismo violento, anche con metodi di controllo intrusivi, e dei flussi finanziari sono alcune delle novità incluse nella revisione della Legge federale sulle attività informative (LAIn) approvate ieri dal Consiglio federale e poste in consultazione fino al 9 settembre.
Tre anni fa, il Servizio delle attività informative della Confederazione (Sic) scriveva nel suo rapporto sulla situazione di essere preoccupato per gli sviluppi in seno all’estremismo violento, sia di destra che di sinistra. All’epoca, la consigliera federale Viola Amherd aveva studiato la possibilità di mettere sotto controllo gli estremisti potenzialmente violenti. Una bozza di legge da inviare in consultazione era prevista per l’estate 2020.
Ora il Consiglio federale ha rotto gli indugi, anche se con due anni di ritardo rispetto ai piani iniziali. Si tratta di misure aggiuntive per la diagnosi precoce e la prevenzione, ha spiegato la ministra della Difesa vallesana ai media. "Dobbiamo essere in grado di riconoscere ancora meglio le minacce", ha sottolineato.
In particolare, i provvedimenti che richiedono un’autorizzazione dovrebbero ora poter essere utilizzati anche per individuare minacce gravi provenienti da attività attribuibili all’estremismo violento. Secondo il disegno di legge inviato in consultazione, ciò potrebbe riguardare "organizzazioni e persone che rifiutano i fondamenti della democrazia e dello Stato di diritto e che sostengono, promuovono o perpetrano atti di violenza per raggiungere i loro obiettivi".
Amherd ha sottolineato che, ad esempio, una minaccia da parte di un "corona-scettico" contro un membro del Consiglio federale non sarebbe sufficiente per ordinare una sorveglianza speciale. "Deve esserci una chiara intenzione di violare i principi fondamentali dello Stato di diritto", ha sottolineato la consigliera federale.
In questi casi, anche l’Ufficio federale di polizia (Fedpol) dovrebbe essere autorizzato ad emettere nei confronti di persone considerate pericolose divieti di lasciare il Paese. Secondo il rapporto inviato in consultazione assieme al testo di legge rivisto, simili provvedimenti sarebbero applicabili solo a persone "che con molta probabilità compiono atti di violenza". Il Consiglio federale stima che il numero di persone cui un tale provvedimento potrebbe essere applicato non supererebbe le due cifre.
Dal canto suo, il capo del SIC, nominato nel novembre scorso, Christian Dussey, ha dichiarato che gli aggiustamenti legislativi tengono conto dell’esperienza acquisita dopo l’entrata in vigore della legge sui servizi di intelligence e dell’evoluzione della situazione della minaccia negli ultimi anni. Secondo le precedenti informazioni del governo, negli ultimi anni si è notato un aumento dell’estremismo violento di sinistra. Nel caso dell’estremismo di destra, nel medio termine aumenta la probabilità di un attacco da parte di un autore solitario adeguatamente ispirato.
Stando alla legge, i servizi "segreti" sono autorizzati ad ascoltare conversazioni telefoniche e introdursi nei computer solo dal settembre 2017. Attualmente, tuttavia, non possono utilizzare questi metodi – soggetti ad autorizzazione – per contrastare l’estremismo violento.
Ciò si spiega con gli strascichi dello scandalo delle schedature di fine anni 80, quando si scoprì che centinaia di migliaia di svizzeri erano stati sottoposti a sorveglianza anche se professavano, del tutto pacificamente, idee o ideologie considerate all’epoca poco ortodosse (per esempio fautori del disarmo nucleare).
Un’altra novità riguarda anche le transazioni finanziarie, ad esempio in caso di finanziamento di attività terroristiche o di reti di spionaggio. Attualmente il Sic non ha la possibilità di ottenere dagli intermediari finanziari informazioni concernenti il finanziamento di persone o gruppi rilevanti in materia di sicurezza.
Le novità riguardano anche le transazioni finanziarie, ad esempio in caso di finanziamento di attività terroristiche o di reti di spionaggio. Attualmente il Servizio della attività informative della Confederazione (Sic) non ha la possibilità di ottenere dagli intermediari finanziari informazioni concernenti il finanziamento di persone o gruppi rilevanti in materia di sicurezza. Nella revisione è prevista una nuova misura soggetta ad autorizzazione per l’acquisizione di dati da questi soggetti. In caso di grave minaccia per la sicurezza della Svizzera, in futuro il SIC potrà analizzare anche flussi finanziari esigendo dagli intermediari informazioni riguardo a transazioni.
Tale misura potrà essere impiegata ad esempio nel caso di aziende commerciali, organizzazioni che perseguono ideali o istituzioni religiose in merito alle quali sussistono indizi fondati di partecipazione al finanziamento di attività terroristiche, di intelligence o di estremismo violento.
Come è già il caso per le misure di acquisizione soggette ad autorizzazione in vigore, anche le previste misure supplementari saranno vincolate a condizioni rigorose: dovranno essere autorizzate sia dal Tribunale amministrativo federale sia dal capo del DDPS.
Inoltre, prima di concedere l’autorizzazione, il capo del DDPS ha l’obbligo di consultare preventivamente il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp) e il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Circa la proroga di misure già in corso, in futuro l’autorizzazione potrà essere concessa senza previa consultazione del Dfgp e del Dfae.
La revisione prevede anche modifiche del trattamento dei dati. La ridefinizione del trattamento dei dati nell’ambito dell’intelligence è stata auspicata nel 2019 dal parlamento. Nei lavori sono state inoltre integrate le considerazioni dell’autorità di vigilanza indipendente Avi-AIn e le osservazioni di una perizia giuridica dell’Ufficio federale di giustizia. Nella nuova regolamentazione è stata inoltre recepita la revisione della legge federale sulla protezione dei dati, che prevedibilmente entrerà in vigore il 1º settembre 2023.
I limiti posti al trattamento di dati – allo scopo di proteggere le attività politiche e l’esercizio della libertà di opinione, di riunione e di associazione – sono rimasti immutati. Nella revisione non sono più definiti i singoli sistemi d’informazione per il trattamento dei dati di intelligence; sono state invece regolamentate le categorie dei dati di intelligence. La protezione dei dati non ha subito mutamenti.
La revisione contempla anche il trasferimento dei compiti dell’Autorità di controllo indipendente per l’esplorazione radio e l’esplorazione dei segnali via cavo all’Avi-AIn. Tale decisione dovrebbe contribuire a una migliore integrazione del controllo dell’esplorazione radio e dell’esplorazione dei segnali via cavo nelle attività di vigilanza. Inoltre, le competenze dell’AVI-AIn nei confronti delle autorità d’esecuzione cantonali vengono precisate, tenendo conto della ripartizione delle competenze tra la Confederazione e i Cantoni.