Questo fenomeno è emerso in particolare durante la pandemia, riporta la direttrice dell’Ufficio federale di polizia.
In Svizzera c’è un crescente numero di cittadini arrabbiati pronti a ricorrere alla violenza. È quanto afferma la direttrice di Fedpol, Nicoletta della Valle, in un’intervista pubblicata oggi dalle testate di Tamedia, precisando che questo fenomeno è emerso in particolare durante la pandemia.
Fra di loro ci sono persone armate e anche con una storia criminale, aggiunge della Valle, ricordando come molti responsabili della politica anti-Covid siano stati minacciati in una misura finora sconosciuta.
Diversi politici si sono abituati agli insulti e i casi non vengono più segnalati. Le minacce sono inoltre sempre più dirette anche contro le famiglie e i figli dei politici. Negli scorsi giorni in Svizzera sono emersi diversi casi significativi di minacce. Fra questi figura il rapimento del presidente della Commissione federale delle vaccinazioni, Christoph Berger, con l’intenzione di estorcergli denaro. L’ex consigliere agli Stati (Plr) ed ex procuratore pubblico del Canton Ticino, Dick Marty, è sotto protezione della polizia dal dicembre 2020 a seguito di gravi minacce.
È una dimensione nuova e preoccupante, afferma. In passato, le minacce venivano inviate per posta, ora i messaggi di odio vengono pubblicati su internet e a volte vengono letti da migliaia di persone, ciò che potrebbe incoraggiare qualcuno ad agire.
Della Valle precisa che il consigliere federale Alain Berset e la sua famiglia dispongono di una protezione stretta da un anno e mezzo e questo impegna molte risorse del corpo di polizia.
Le persone che vanno protette sono tutti i membri del Consiglio federale e del Parlamento, impiegati federali e giudici federali, così come le missioni diplomatiche e gli ospiti di Stato.