Il Consiglio federale chiede ai cantoni al lavoro su mezzi come cavigliere per i violenti e pulsanti di emergenza per le vittime di proseguire su tale via
L’esperienza spagnola dimostra che l’uso di mezzi elettronici, come cavigliere per i violenti e pulsanti di emergenza per le vittime, può contribuire ad accrescere la protezione delle donne dalla violenza domestica. È la conclusione cui giunge un rapporto approvato oggi dal Consiglio federale, il quale incita quei cantoni, che già ci stanno lavorando, a proseguire su questa strada.
Dal canto suo, il Dipartimento federale di giustizia e polizia, in collaborazione con i responsabili dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia, dovrà proseguire con i lavori in corso per la lotta alla violenza domestica, informando il governo entro la fine del 2023 circa i progressi raggiunti.
Nel 2020, la polizia ha registrato più di 46’000 crimini violenti in Svizzera, di cui, per la prima volta, oltre 20’000 sono stati commessi in ambito domestico. In media si registrano 25 vittime l’anno, fra le quali quattro bambini.
Stando allo studio eseguito dall’università di Berna, ateneo che si è appoggiato soprattutto all’esperienza iberica, mostra che una sorveglianza attiva della persona che usa violenza, combinata con un pulsante di emergenza e un tracker a disposizione della vittima, può contribuire a una protezione più efficace di quest’ultima, precisa una nota governativa odierna. Inoltre, tali misure possono prevenire recidive e migliorare la qualità di vita delle vittime.
L’esecutivo, raccogliendo l’invito dello studio commissionato in risposta a un postulato, guarda con favore ai progetti pilota in programma a livello cantonale, nei quali alla vittima che lo consente viene messo a disposizione un pulsante d’emergenza.
Le esperienze maturate in Spagna mostrano che le misure sono tanto più efficaci quanto più sono adattate al caso concreto e associate a misure di accompagnamento. Nel suo rapporto il Consiglio federale ricorda quindi che l’utilizzo di strumenti tecnici deve sempre essere integrato in una strategia globale.
Per questo l’esecutivo incoraggia i Cantoni a proseguire con i lavori e gli sforzi, raccomandando a quest’ultimi di includere nelle considerazioni future i risultati dello studio esterno e le conclusioni del rapporto.
Le basi legali a livello federale necessarie per una sorveglianza elettronica sono già presenti. Entreranno in vigore ad inizio gennaio 2022 con le pertinenti disposizioni della legge federale intesa a migliorare la protezione delle vittime di violenza. L’attuazione è di competenza dei Cantoni.
Le riflessioni sugli strumenti tecnici si inseriscono nei lavori in corso per la lotta alla violenza domestica. In una roadmap firmata il 30 aprile scorso, la Confederazione e i Cantoni, coinvolgendo anche attori della società civile, hanno definito insieme i campi d’azione prioritari. Tra di essi, accanto agli strumenti tecnici, figurano un’efficace gestione delle minacce, l’istituzione di un numero di telefono centrale per le vittime di reati, la tutela dei minori esposti a violenza domestica, il lavoro con persone violente, la formazione continua e la prevenzione.
Il 2 di novembre scorso si è tenuto a Berna la Conferenza nazionale sulla violenza in presenza della consigliera federale Karin Keller-Sutter. I partecipanti hanno discusso degli adeguamenti del diritto penale e civile, in particolare per quanto riguarda i bambini vittime di violenza, l’uso del braccialetto elettronico e i programmi di prevenzione per gli autori di reati.
All’incontro si è parlato anche di protezione dei minori, consultori per vittime, alloggi protetti per donne e programmi educativi per chi commette atti di violenza. Si è discusso anche delle esperienze maturate in vari cantoni con i programmi di prevenzione. La revisione del codice penale, in vigore dal primo luglio dello scorso anno, prevede infatti la possibilità di sospendere il procedimento penale contro gli autori di reati violenti a profitto di un programma di prevenzione.
Dal 2022, tra l’altro, i giudici potranno ordinare l’uso di un braccialetto elettronico al polso o alla caviglia per gli autori di violenze domestiche e stalking in modo da monitorare il rispetto del divieto di avvicinamento alle vittime.