Secondo tre associazioni i limiti alla partecipazione della vita sociale per i non vaccinati sono incostituzionali
È formalmente riuscito il secondo referendum contro la revisione della Legge covid-19, che autorizza in particolare il certificato covid, ma rafforza anche il sostegno ai casi di rigore e introduce misure per i lavoratori indipendenti, disoccupati, le società sportive professionistiche, il settore culturale e quello degli eventi. Lo annuncia la Cancelleria federale in una nota.
Contro la revisione legislativa, adottata dal Parlamento il 19 marzo e entrata subito in vigore poiché dichiarata urgente, tre comitati referendari avevano raccolto complessivamente 187'239 firme.
Per gli "Amici della Costituzione", la Rete scelta vaccinale (Réseau Choix Vaccinal) e l'alleanza della Svizzera centrale "Aktionsbündnis Urkantone" il certificato covid per le persone vaccinate, guarite o testate negativamente discrimina i non vaccinati. Far dipendere la partecipazione alla società dall'avvenuta vaccinazione è incostituzionale a loro parere. Inoltre, non vi sono minacce tali da richiedere un simile passo.
Da notare che proprio in virtù della Legge covid-19, i comitati referendari hanno avuto la possibilità di depositare firme prive dell'attestazione del diritto di voto (ossia senza il controllo comunale delle sottoscrizioni, ndr.). Solo 5'401 erano già validate.
La Cancelleria federale ha quindi trasmesso un certo numero di firme, quando basta per attestare la riuscita del referendum, ai servizi competenti (di norma i Comuni), per farle verificare. Le firme valide attestate sono così 74'469.
Il voto si terrà il 28 novembre 2021. Sarà la seconda volta in meno di un anno che i cittadini sono chiamati alle urne in merito alla Legge covid-19. Nella votazione del 13 giugno, il popolo aveva approvato la nuova legge col 60,2% delle preferenze.