Svizzera

Swisscom: per il 5G serve più sostegno da Confederazione

"Le moratorie in molte regioni stanno causando difficoltà in tutto il settore"

(Ti-Press)
12 luglio 2021
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Swisscom auspica maggior sostegno dalla Confederazione per far accettare il 5G alla popolazione. "Le moratorie in molte regioni stanno causando difficoltà in tutto il settore", afferma il presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Michael Rechsteiner.

La domanda dei clienti in materia di volumi di dati raddoppia praticamente ogni due anni e Swisscom non è in grado di ampliare a sufficienza le capacità della rete mobile, si lamenta il manager in un'intervista pubblicata oggi dal periodico Finanz und Wirtschaft. "Se la situazione rimarrà la stessa c'è il rischio di una congestione di dati nel prossimo futuro".

Rechsteiner vorrebbe quindi vedere un maggiore aiuto da parte del Consiglio federale e delle autorità in materia di comunicazione. "Con il nostro ruolo è difficile comunicare in modo credibile, poiché Swisscom è direttamente interessata", ammette il 58enne con studi in ingegneria meccanica al politecnico di Zurigo e in economia all'università di San Gallo.

Allo stesso tempo, il neopresidente di Swisscom - è entrato in carica in marzo in sostituzione di Hansueli Loosli, che ha raggiunto il limite di 12 anni di mandato - teme interventi parlamentari nei confronti dell'azienda. Si è detto in particolare "molto preoccupato" per le proposte concernenti il servizio di base, i massimi salariali per dirigenti o la gestione e il controllo del gruppo.

Lo stato dovrebbe quindi avere meno influenza su Swisscom, di cui controlla il 51%? "È una decisione politica determinare se la Confederazione vuole detenere meno del 50% di Swisscom", risponde Rechsteiner. "Abbiamo bisogno di libertà imprenditoriale e di un principale azionista che ce la dia e che sia disposto a condividere i rischi". Se questo non dovesse più essere il caso Rechsteiner accoglierebbe con favore ulteriori passi sul fronte delle privatizzazioni.

Swisscom è regolarmente al centro dell'attenzione politica, non da ultimo per gli stipendi dei top manager, a cominciare da quello del Ceo Urs Schaeppi, che nel 2020 ha incassato quasi 2 milioni di franchi, cioè l'equivalente di quattro consiglieri federali. In particolare tenuto conto che l'azienda - come detto a maggioranza statale - opera in una situazione di mercato in Svizzera che non tutti definirebbero di acerrima concorrenza. In parlamento è pendente una proposta di limitare a 1 milione di franchi le remunerazioni all'interno delle ex regie federali.

Parecchio disappunto ha inoltre provocato la settimana scorsa il problema dei numeri d'emergenza rimasti a lungo raggiungibili per difficoltà informatiche. Lo stesso Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom) ha parlato di guasto "inaccettabile" e di "panne molto grave". Si è trattato peraltro di un episodio non primo nel suo genere.
 
 

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