Svizzera

Campana (Fc Lugano) invoca ‘un certificato univoco’

II direttore della società bianconera: ‘Temo lungaggini alle entrate. Confido nello sviluppo in tempi rapidi di un documento con tutte le informazioni del caso’

In merito all’affluenza negli stadi, il calcio chiedeva che si potesse ragionare in termini di percentuali di affluenza, di proporzione in base ai posti a disposizione allo stadio. Così si era infatti espressa la Lega, rivolgendosi al Consiglio Federale. Una rivendicazione solo in parte disattesa, alla luce delle misure annunciate che aprono gli impianti sportivi a migliaia di spettatori. «Con tutto quello che ne consegue, però, a livello logistico - analizza Michele Campana, direttore generale dell’Fc Lugano -. È abbastanza complicato leggere queste ordinanze e queste regole. Hanno voluto fare una legge unica che riguarda tutti i grandi eventi, quando in realtà sarebbe stato auspicabile un distinguo: gli eventi sono molto diversi uno dall'altro. Non è possibile paragonare una partita di calcio a un Tour de Suisse, per non fare che un esempio. Fatta questa premessa, pur se mi preoccupa un po’ che per gli organizzatori di eventi ci sono oneri sempre maggiori cui fare fronte, accolgo con positività quanto è stato deciso, non è poi così diverso da quanto ci aspettavamo. Bisogna però tenere conto che 3’000 persone suddivise in un massimo di due terzi dei posti a sedere, e nella metà dei settori in piedi, per un massimo di 300 spettatori a settore, significa accoglierne più o meno 2'700, a Cornaredo. Ma qui subentra un problema di logistica. Se da un lato per la gestione dei flussi abbiamo già fatto un grandissimo lavoro a settembre per prepararci alla paventata riapertura dei due terzi, poi presto rientrata, con piani già approvati dal Dipartimento delle istituzioni che mi aspetto che non subiscano grandi modifiche, d’altro canto c’è la grande preoccupazione dei controlli all'entrata. Le operazioni rischiano di diventare laboriose, almeno finché non ci sarà un certificato di vaccinazione univoco facilmente leggibile. Sono troppi i parametri in ballo, i vaccini, l’isolamento, la malattia… Si rischia di impazzire, la gente potrebbe spazientirsi. Entrare allo stadio rischia di diventare un’impresa, non vorrei che queste difficoltà diventassero un deterrente. Mi auguro che vengano sviluppati molto rapidamente questi certificati univoci internazionali. I tempi tecnici per farlo ci sarebbero, anche se le questioni da verificare sono molteplici. La soluzione ideale sarebbe un certificato “covid free” con tutte le informazioni necessario: guarito, testato o vaccinato. Nell’attesa, ne basterebbe uno vaccinale che ci fornisca almeno le informazioni principali. Sarebbe già un bell’aiuto».

Mona (Hc Ambrì Piotta): 'Il Consiglio federale vede la luce in fondo al tunnel'

Pur se alla nuova stagione mancano praticamente sei mesi, sul fronte hockey l'apertura da parte del Consiglio federale viene salutata con soddisfazione. «Se ripenso a cosa succedeva nello stesso periodo un anno fa, mi dico che non c'erano questo tipo di promesse – dice il Ceo dell'Ambrì Piotta, Nicola Mona –. Secondo me effettivamente c'è un piano e una progressione anche delle vaccinazioni, e credo che il Consiglio federale veda la luce in fondo al tunnel. Di conseguenza, mettiamola così, ora si sente sufficientemente sicuro per menzionare cifre concrete».

Più che al prossimo campionato, ad Ambrì si guarda a ciò che potrebbe capitare in occasione della classica (tra virgolette, visto che si parla pur sempre del nuovo stadio) presentazione estiva della squadra ai tifosi. «È notizia di oggi, quindi è un po' prematuro giungere a conclusioni. Posso soltanto dire che faremo tutto il possibile, sfruttando ogni opportunità per organizzare i nostri eventi, e se quel giorno la capienza sarà limitata a tremila persone, ne prenderemo atto. Vediamo, è ancora presto direi».

Werder (Hc Lugano): ‘Importante passo verso il ritorno del pubblico negli stadi. Ma con ancora tanti 'se' e 'ma'‘

La prospettiva di riaprire al grande pubblico gli stadi in tempo per l'inizio della nuova stagione è accolta con ottimismo, seppure cauto, negli ambienti del disco su ghiaccio. «Sì, chiaramente quanto deciso dal Consiglio federale è un primo importante passo verso la riapertura degli stadi e, di riflesso, verso un ritorno a una certa normalità, e questo non può che far piacere – sottolinea il Ceo dell'Hockey Club Lugano Marco Werder –. Tuttavia questa apertura è subordinata a tanti 'se' e 'ma' che rendono ancora incerto il quadro, ragion per cui ci sono aspetti che andranno esaminati con più calma».