Ethos fa sentire la sua voce: 'Rohner deve andarsene'

Resta alta l’attenzione mediatica su Credit Suisse, nell’attesa della riunione del consiglio di amministrazione che potrebbe sfociare nella resa dei conti fra il suo presidente Urs Rohner e il Ceo Tidjane Thiam. All’ordine del giorno della seduta, in agenda in questi giorni (quando esattamente, non è chiaro), la vicenda dei manager sorvegliati. Dopo che tre grandi azionisti hanno preso posizione a favore di Thiam (meglio: contro Rohner), anche Ethos ha detto la sua. Rohner deve rassegnare le dimissioni, ha tagliato corto Vincent Kaufmann, direttore della fondazione.
Non è auspicabile che il presidente rimanga in carica per un altro anno, come previsto dai piani aziendali, ha dichiarato Kaufmann alla Reuters. “Possiamo permetterci un altro anno di tensione fra presidente, Ceo, media, con problemi di fiducia per personale e clienti? Tutto ci porta a credere che abbiamo bisogno di un cambiamento più rapido”.
Una nuova guida del Cda, che provenga dall’esterno, si troverebbe in una posizione migliore per tenere testa alla dirigenza, secondo Kaufmann. A suo avviso lo stesso Tidjane Thiam dovrebbe lasciare la banca se dovesse emergere che – contrariamente a quanto da lui affermato – era a conoscenza della sorveglianza di due manager. Lo scandalo dei pedinamenti dovrà inoltre avere conseguenze sui bonus, sostiene il direttore di Ethos, fondazione di investimento ginevrina attenta ai principi dell’etica e della corretta gestione delle aziende.
Un cambiamento ai vertici costituirebbe un’ulteriore escalation della vicenda che dallo scorso autunno occupa la seconda banca svizzera. Stando a notizie non confermate, Rohner e altri consiglieri d’amministrazione sarebbero giunti alla conclusione che sono necessari cambiamenti ai vertici. Questo alla luce delle rivelazioni che si susseguono sull’operato della banca e tenendo conto dell’inchiesta Finma, che pure sta indagando sull’istituto.
Stando alla stampa, Rohner vorrebbe affrontare il tema della sostituzione di Thiam se l’autorità di vigilanza Finma arriverà alla conclusione che il manager franco-ivoriano ha mancato ai suoi obblighi. La stessa posizione del presidente del Cda sarebbe però traballante.
Le notizie di una possibile manovra per estromettere Thiam hanno infatti messo in allarme almeno tre grandi azionisti. In una lettera indirizzata al Cda di cui ha dato notizia il portale online elvetico ‘The Market’, David Herro, alto dirigente della società d’investimento americana Harris Associates – che, con l’8,42% delle azioni, è il più grande singolo azionista della banca, davanti ai fondi sovrani qatariota Qatar Investment Authority (5,21%) e norvegese (4,98%) e al conglomerato saudita Olayan Group (4,93%) – afferma che sarebbe un grave errore sostituire Thiam, che ha trasformato in modo positivo la banca. Herro aggiunge di non tollerare il comportamento di Rohner e chiede all’organo di sorveglianza di rimpiazzarlo senza indugi se questi non sarà in grado di sostenere pubblicamente il Ceo. Nel caso i consiglieri di amministrazione non dovessero agire, Harris Associates cercherà altre vie per rimuovere Rohner.
Alla stessa stregua di Harris Associates si è poi mosso un altro grande azionista, la società inglese Silchester International Investors (3,3% delle azioni). In una presa di posizione diffusa mercoledì l’azienda afferma di non vedere ragione alcuna per cui Thiam non dovrebbe godere della piena fiducia di Rohner, né vi sono motivi per cui Rohner non possa andare come previsto in pensione nel 2021. Se il presidente del consiglio d’amministrazione non sostiene il suo capo operativo, deve però abbandonare prima l’incarico.
Anche il fondo d’investimento Eminence Capital tiene le parti di Thiam. Stando alla Reuters, ha scritto una lettera al Cda minacciando di avviare un’azione di responsabilità contro Rohner e gli altri amministratori, se questi avranno un comportamento che dovesse mettere in pericolo il valore delle loro azioni.