Svizzera

In Svizzera si crede sempre meno nell'istituzione religiosa

Un andamento in linea con la tendenza degli ultimi 40 anni. Aumentano gli over 15 che si dicono aconfessionali; mentre più si è in difficoltà più si è religiosi

La fiammella del legame all'istituzione religiosa è sempre più labile ©Ti-Press
30 gennaio 2020
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Il legame delle persone residenti in Svizzera con le istituzioni religiose si erode sempre più. Tra il 2010 e il 2018 la quota di cattolici-romani e  evangelici-riformati è diminuita rispettivamente di 3 e 5 punti percentuali al 36,5% e al 24,4%. Simultaneamente la proporzione della popolazione di oltre 15 anni che si dice senza confessione è salita di 8 punti al 25,0 per cento.

L'accresciuta distanza con le istituzioni è rivelata anche dal fatto che il 71% dei residenti permanenti si reca al massimo cinque volte all'anno in un luogo di culto per seguire una funzione religiosa. I più refrattari a queste pratiche – evidentemente dopo i senza confessione – sono coloro che si dicono musulmani o aderenti a una comunità derivante dall'islam: il 46% di loro non ha mai partecipato a una funzione religiosa collettiva nel corso dei dodici mesi precedenti l'indagine pubblicata oggi dall'Ufficio federale di statistica (Ust).

La tendenza degli ultimi otto anni si iscrive tutto sommato in quella in atto da 40 anni, periodo nel quale la quota di cattolici-romani è rimasta relativamente stabile, mentre quella degli evangelici-riformati è fortemente diminuita, a vantaggio della proporzione di persone che si dichiarano senza appartenenza religiosa.

Musulmani al 5,2%, ebrei allo 0,3%

Stando alla Rivelazione strutturale per il periodo 2010-2018, l'unico altro cambiamento sensibile riguarda l'islam: la quota delle comunità musulmane è crescita di un punto percentuale, al 5,2%. Tutte le altre appartenenze religiose assieme - dalla Comunità neo-pietista ed evangelica (0,6%) alle comunità induiste (pure 0,6%) - rappresentano il 7,5% dei residenti. Tra queste vi è anche la comunità di confessione ebraica, storicamente presente in Svizzera, che rappresenta una quota dello 0,3% della popolazione.

Tedeschi e francesi senza fede

La ripartizione delle religioni differisce fortemente a seconda della nazionalità. La quota di persone senza credo di nazionalità svizzera (22%) è inferiore a quella delle persone di nazionalità spagnola (31%), americo-caraibica (41%), tedesca (50%), francese (55%), dell'Oceaniana (71%) nonché degli altri Paesi europei (42%) e asiatici (23%) nel loro insieme.

La quota degli evangelici-riformati di nazionalità svizzera (31%) è superiore a quella di tutti gli altri gruppi di nazionalità. La quota maggiore di persone di religione cattolica romana si osserva tra i cittadini italiani (77%), portoghesi (74%) e spagnoli (63%). I cattolici romani di nazionalità elvetica rappresentano il 37% della popolazione.

Musulmani pregano poco, evangelici molto

Tra i gruppi di nazionalità osservati, quelli a maggioranza musulmana provengono dai paesi dei Balcani (61%), dal Medio Oriente (61%), dalla Turchia (73%) e dal Magreb-Nord Africa (78%). Gli svizzeri che appartengono a una comunità islamica sono il 2,4%.

Quasi un terzo (30%) dei cattolici e un sesto (17%) dei musulmani dichiara di pregare tutti i giorni o quasi. Tra chi aderisce all'islam, coloro che dichiarano di non aver mai pregato negli ultimi dodici mesi sono proporzionalmente più numerosi (40%) rispetto ai protestanti (34%) e ai cattolici (26%). I più devoti sono i membri di altre comunità evangeliche: il 34% di essi prega più volte al giorno e il 51% tutti i giorni o quasi.

Donne credono agli angeli

Le donne pregano più degli uomini: il 35% di loro ha indicato di farlo tutti i giorni o quasi, contro il 20% degli uomini. Sono inoltre più inclini ad aderire a credenze varie: il 58% delle donne, ad esempio, crede piuttosto o pienamente che angeli o esseri sovrannaturali veglino sugli esseri umani, contro il 37% degli uomini.

Svizzeri più religiosi se in difficoltà

Oltre una persona su due (56%) considera che la religione o la spiritualità rivesta un ruolo piuttosto o molto importante nei momenti difficili della vita e il 47% in caso di malattia. Il 43% della popolazione accorda importanza alla religione o alla spiritualità nel proprio atteggiamento nei confronti dell'ambiente, mentre il 47% lo fa nell'educazione dei figli. La vita professionale (23%), le scelte al momento delle votazioni o nell'orientamento politico (16%), la vita sessuale (16%) o le abitudini alimentari (13%) sono ambiti della vita quotidiana per i quali la dimensione religiosa o spirituale è meno importante.

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