Svizzera

Quadri: 'Baragiola va consegnato alla giustizia italiana'

Il consigliere nazionale chiede al Consiglio federale di modificare la legge al fine di poter estradare i cittadini svizzeri in caso di condanne per terrorismo

7 marzo 2019
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“Proporre una modifica della Legge federale sull’assistenza internazionale in materia penale (art 7) affinché l’estradizione di cittadini svizzeri sia possibile in caso di condanne per reati di terrorismo”. È questo l'intento della mozione inoltrata al Consiglio federale dal consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, affinché cittadini come Lajacono Baragiola vengano consegnati alla giustizia di altre nazioni, come fatto dalla Bolivia con quella itailana nel caso di Cesare Battisti. 

“E’ evidente che permettere a terroristi pluriassassini di sfuggire alle condanne che sono state loro inflitte nei paesi d’origine – scrive Quadri nella mozione – nuoce alla buona reputazione della Svizzera ed è di grave pregiudizio ai suoi interessi”. 

“La recente consegna all’Italia, da parte della Bolivia, del terrorista Cesare Battisti ha riacceso il dibattito attorno al brigatista rosso Alvaro Lojacono Baragiola, che per la giustizia italiana risulta latitante in Svizzera. Avendo Lojacono Baragiola unicamente la cittadinanza svizzera e non la doppia cittadinanza – continua Quadri –, la nazionalità elvetica non gli può venire ritirata (in vista di un’estradizione) in base all’articolo 48 della Legge sull’acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera (LCit), che nel caso troverebbe concreta applicazione, essendosi Lojacono macchiato di reati di terrorismo”. 

“L’articolo 7 cpv 1 della Legge federale sull'assistenza internazionale in materia penale ha il seguente tenore: Salvo che vi acconsenta per scritto, nessuno Svizzero può essere estradato o consegnato a uno Stato estero a scopo di perseguimento o esecuzione penali (…)”. Con la presente mozione Quadri chiede dunque “di aggiungere a tale disposizione un nuovo cpv 2 che preveda un’eccezione nel caso di cittadini svizzeri che si sono macchiati all’estero di reati di terrorismo.

“In Italia Lojacono Baragiola è stato condannato in contumacia all’ergastolo per la strage di via Fani nel processo Moro quater (sentenza confermata nel 1997) e a 16 anni di carcere per l’omicidio di uno studente. Condanne a cui Lojacono si sottrae in quanto titolare del passaporto rossocrociato, acquisito in circostanze “sospette” nel 1986, grazie alla cittadinanza elvetica della madre, di cui ha assunto pure il cognome (Baragiola).”

 

“La vergogna elvetica nel caso Lojacono è doppia, se si pensa che costui beneficia addirittura del pubblico impiego, in quanto è attualmente dipendente dell’Università di Friburgo”. 

Quadri tiene infine a precisare che “la modifica proposta non costituirebbe unicamente una “Lex Lojacono Baragiola”. In futuro la Svizzera dovrà infatti attendersi di venire confrontata con casi di cittadini elvetici (magari naturalizzati che rinunciano al passaporto del paese d’origine proprio per non correre il rischio di incappare nell’art. 48 LCit) colpevoli all’estero di reati legati terrorismo islamico. E’ quindi necessario che si doti degli strumenti di legge per far sì che simili pericolosi criminali non possano in nessun caso abusare della cittadinanza elvetica per rimanere impuniti. 

 

 

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