Svizzera

Borsa svizzera: se non c'è equivalenza Ue, è pronto il piano B

Le altre Piazze europee, in tal caso, dovranno chiedere un riconoscimento per continuare a negoziare con le aziende elvetiche

Il piano B è lì pronto (foto: Ti-Press)
8 giugno 2018
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In caso di mancata equivalenza della Borsa svizzera da parte delle autorità di Bruxelles, le altre piazze europee dovranno chiedere alla Finma – autorità di sorveglianza dei mercati finanziari – un riconoscimento per poter continuare a negoziare titoli di aziende svizzere. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale quale misura a tutela delle borse elvetiche.

Una simile condizione per gli operatori esteri entrerebbe in vigore il primo di dicembre mediante un’ordinanza, ha spiegato oggi in una conferenza stampa a Berna il consigliere federale Ueli Maurer, parlando di Piano B.

Il piano A, ossia l’ideale, sarebbe che Bruxelles riconoscesse l’equivalenza della Borsa svizzera non solo per un anno, come deciso a fine 2017, ha aggiunto Maurer. "La Commissione europea, benché la Borsa svizzera ottemperi a tutti i criteri stabiliti, ha deciso di legare il riconoscimento sine die a progressi nel dossier riguardante il futuro accordo istituzionale tra Berna e Bruxelles", ha detto il ministro delle finanze. Maurer ha ricordato come questa decisione dell’Ue abbia irritato il Consiglio federale, il quale ha parlato né più né meno di una discriminazione ingiustificata da parte di Bruxelles.

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