Svizzera

Svizzera più xenofoba, soprattutto verso i musulmani

I dati del Rapporto 2017 redatto dalla Commissione federale contro il razzismo parlano di 301 casi nel 2017 contro i 199 nel 2016

(foto Ti-Press)
8 aprile 2018
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In Svizzera l’anno scorso si sono registrati 301 casi accertati dalla Rete di consulenza per le vittime del razzismo, contro i 199 del 2016. Oltre un terzo riguardano forme di xenofobia in generale. Seguono gli episodi di discriminazione nei confronti dei neri e quelli di ostilità antimusulmana. È quanto emerge dal Rapporto 2017 redatto dalla Commissione federale contro il razzismo. La pubblicazione era prevista per domani ma diversi domenicali ne hanno anticipato oggi il contenuto. Le maggiori forme di intolleranza sono state la xenofobia (112 casi segnalati, il 37% del totale), seppure sia in calo di 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente, così come il razzismo nei confronti dei neri (95; 32%; -3 punti). In aumento invece l’ostilità antimusulmana (54; 18%; +2 punti).

Come già negli scorsi anni, anche nel 2017 le persone di origine africana sono state quelle più prese di mira (98), si legge nel rapporto. In seconda posizione vi sono gli individui di origine europea (88), tra cui quelli provenienti da Paesi dell’Unione europea, dai Balcani e dalla Turchia. Tra di loro figurano però anche numerosi cittadini svizzeri (60) percepiti come stranieri e discriminati a causa del loro aspetto. Vi è stato poi un aumento di cittadini eritrei vittime di discriminazioni razziali che si sono rivolti a un consultorio (24). Di norma, i consultori della Rete di consulenza vengono interpellati più spesso da persone in possesso di un passaporto svizzero o con uno status di soggiorno consolidato rispetto a richiedenti asilo, ammessi provvisoriamente o sans-papiers. Gli ambiti in cui è avvenuto il maggior numero di discriminazioni sono il posto di lavoro (43; 14%). 

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