Svizzera

Il subaffitto ai tempi di Airbnb

Il governo federale intende adeguare il diritto della locazione ai processi di digitalizzazione in atto anche in Svizzera

21 marzo 2018
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l diritto di locazione, per quel che concerne le sublocazioni di breve durata, non è più al passo con i tempi, in particolare dopo l’avvento delle piattaforme di prenotazione come Airbnb. Il Consiglio federale propone pertanto una revisione della relativa ordinanza – inviata in consultazione fino al 3 luglio – che permetterà di semplificare la prassi. Oggi il locatario che vuole dare in sublocazione per breve durata il proprio appartamento deve avere il consenso esplicito del proprietario. Questi dispone di un periodo compreso tra le due e le quattro settimane per esaminare la richiesta. Questa prassi era stata pensata per i casi classici in cui il locatario è assente per un periodo prolungato, per esempio per motivi professionali o d’istruzione, spiega l’esecutivo. La dottrina attuale non è invece per niente adattata alle sublocazioni ripetute per brevi periodi effettuate tramite le nuove piattaforme di alloggio.

Gli inquilini sono d'accordo ma chiedono garanzie

L’Associazione svizzera inquilini (Asi) è d’accordo per il rilascio di un’autorizzazione generale in favore degli inquilini che sublocano i loro appartamenti tramite l’utilizzo di una piattaforma internet quale Airbnb. Questa semplificazione evita il rischio di possibili disdette. L’Asi chiede tuttavia l’introduzione di misure per le piattaforme per la ricerca di un alloggio, volte a evitare che dai centri-città spariscano tutte gli spazi abitativi a disposizione. 

Il Consiglio federale intende permettere ai proprietari di rilasciare un’autorizzazione generale agli inquilini che vogliono sublocare il loro alloggio tramite l’intermediazione di una piattaforma internet. Ha deciso di mettere pertanto in consultazione la modifica dell’ordinanza in questo senso. “L’Asi - si legge in una nota - è favorevole a questa semplificazione, che protegge dal pericolo di eventuali disdette gli inquilini che propongono il loro appartamento in locazione a turisti su Airbnb o altre piattaforme. La legge attuale, che prevede un’autorizzazione per ogni singolo rapporto di sublocazione è anacronistica. Questo ostacolo burocratico verrà meno e i rapporti tra inquilini e proprietari risulteranno così semplificati”. 

L’Asi tuttavia si aspetta che il Consiglio federale e i cantoni affrontino il problema che pone l’offerta di alloggi su questi tipi di piattaforme nella sua globalità, ogni anno infatti il numero degli alloggi messi a disposizione aumenta sempre più. Le autorità devono impedire che questa offerta su internet minacci il bisogno di un alloggio della popolazione. Bisogna assolutamente limitare la durata delle sublocazioni su queste piattaforme e adottare delle misure di pianificazione territoriale che si applichino anche ai proprietari che affittano in questo modo, come già fatto recentemente nel Canton Ginevra.

 

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