Svizzera

Smalto: il dentifricio non basta

Secondo una ricerca dell'Università di Berna, che ha testato nove prodotti

14 marzo 2018
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L’erosione e l’ipersensibilità dentali ha portato all’immissione in commercio di dentifrici che si propongono di risolvere questi problemi. Tuttavia, una ricerca condotta dall’università di Berna in collaborazione con la São Paulo Research Foundation, ha dimostrato che nessuno fra i nove dentifrici analizzati era in grado di mitigare la perdita superficiale dello smalto, un fattore chiave per l’insorgenza dell’erosione e dell’ipersensibilità dei denti.

L’erosione dentale è la perdita cronica di tessuto duro dei denti, causata dall’acido dei cibi che introduciamo, senza coinvolgimento batterico. A differenza della carie che, appunto, è legata ai batteri. Il focus dei ricercatori sono stati dentifrici che si "dichiarano" antierosivi e/o desensibilizzanti. Secondo l’articolo pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports', nessuno dei nove prodotti testati, tutti disponibili in farmacie in Brasile o in Europa, offriva da solo una solida protezione contro l’erosione e l’abrasione dello smalto. Gli autori sottolineano dunque che questi prodotti dovrebbero essere usati come complemento, non come trattamento in senso stretto, dei problemi dentali. Secondo Samira Helena João-Souza, uno degli esperti, sono necessari almeno tre elementi: una terapia specifica prescritta da un dentista, l’uso di un dentifricio appropriato e il cambiamento nello stile di vita, in particolare nella dieta. “Cibi e bevande sono sempre più acidi a causa della lavorazione industriale”, afferma l’esperto. "Quando questo acido si associa all’azione meccanica della spazzolatura dei denti, ne risulta un’usura erosiva. Di conseguenza, si prova disagio quando si beve o si mangia qualcosa di freddo, caldo o dolce. La ricerca ha simulato l’effetto della spazzolatura effettuata una volta al giorno a seguito di esposizione a una soluzione acida sullo smalto dei denti, per cinque giorni consecutivi. Lo studio ha utilizzato premolari umani donati per scopi di ricerca scientifica, saliva artificiale e uno spazzolino automatico. “Durante la pulitura con questi dentifrici, miscelati con saliva artificiale, abbiamo scoperto che le loro proprietà erano diverse, quindi abbiamo deciso di ampliare l’analisi per includere fattori chimici e fisici. Questo ampliamento ha reso lo studio più completo”, precisa João-Souza. Ma, nel periodo di cinque giorni preso in esame, "nessun dentifricio è apparso migliore degli altri a livello statistico, anche se numericamente sono apparse delle differenze". I ricercatori hanno in programma di iniziare ora uno studio in vivo più specifico, che includerà anche valutazioni del dolore.

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