Svizzera

AutoPostale, in Parlamento le manipolazioni contabili

Mentre Ernst & Young è stata incaricata di condurre un’inchiesta esterna, critiche e interrogativi arrivano nel legislativo con una serie di interpellanze urgenti

12 marzo 2018
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Non accennano a placarsi le critiche e gli interrogativi sollevati dallo scandalo delle manipolazioni contabili presso AutoPostale. Messo sotto pressione dall’insieme dei partiti, il Consiglio federale ha fornito oggi alcuni elementi chiarificatori, dicendosi pronto a fare piena luce su tutte le aziende sovvenzionate. Il Parlamento ne discuterà mercoledì.

Rispondendo a una serie di interpellanze urgenti di Ps, Udc, Plr, Ppd, Verdi, Pvl e Pbd, il governo ha precisato che l’Ufficio federale di polizia (fedpol) ha aperto un procedimento penale contro AutoPostale il 2 marzo, dal quale potrebbero scaturire multe o sanzioni pecuniarie.

Il procedimento parte dal 2007 e non ha limiti temporali, ha precisato la ministra dei trasporti Doris Leuthard al Nazionale durante l’"ora delle domande". Non si ferma quindi al 2015, come annunciato in un primo tempo dal governo. Per il 2016 e 2017, l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) deve tuttavia ancora valutare se siano state versate sovvenzioni indebitamente, ha specificato rispondendo a Olivier Feller PLR/VD). Se la vicenda dovesse rivelarsi grave al punto da sfociare in una detenzione, fedpol consegnerà d’ufficio i fascicoli al tribunale penale competente.

Parallelamente La Posta ha incaricato lo studio di avvocati Kellerhals Carrard ed esperti contabili di d’Ernst & Young di condurre un’inchiesta esterna. Un comitato di tre esperti dovrebbe garantire l’indipendenza della stessa. Anche in Francia sono in corso procedimenti giudiziari.

In vista dell’Assemblea generale 2018 della Posta Svizzera Sa, è previsto di nominare un esperto o istituire un controllo speciale in particolare per quanto riguarda i conti 2017 e il discarico da concedere al consiglio di amministrazione.

La cronologia

Interrogato sulla cronologia dello scandalo, il Consiglio federale ha indicato che dubbi sono emersi dopo che AutoPostale è stata ristrutturata in subholding, sin dal suo primo esercizio contabile 2016. Secondo il rapporto di revisione dell’Uft del 6 febbraio scorso, la Posta ha fornito diversi documenti, ma in un primo tempo si è rifiutata di consentire l’accesso a quelli delle società del gruppo.

Solo dopo un incontro ai vertici fra Susanne Ruoff e l’Uft, all’inizio di settembre del 2017, si è messa a completa disposizione dei revisori. Soltanto da quel momento l’ufficio federale ha potuto disporre di indizi sull’ampiezza delle irregolarità. Il 2 novembre 2017 l’Uft ha informato il Controllo federale delle finanze, il quale ha informato il Consiglio federale.

Le altre aziende

Oltre ad AutoPostale, altre aziende di trasporto ricevono sovvenzioni. L’UFft ha inviato loro una missiva a fine febbraio affinché controllino i loro conti e confermino per iscritto che tutto è conforme alle disposizioni legali. In caso contrario la Confederazione non firmerà con loro contratti per gli anni 2018/2019.

Nel 2013, l’Uft ha sottoposto a perizia la procedura di ordinazione nel trasporto regionale di viaggiatori. Da questa sono emersi ritardi nella definizione del finanziamento di alcune offerte, la complessità delle interfacce procedurali e l’assenza di incentivi volti ad aumentare ulteriormente l’efficienza. Una decisione di indirizzo da parte della Confederazione e dei Cantoni è attesa per metà 2018, ha precisato il governo.

Conflitti d’interesse

Il Consiglio federale ha pure ammesso l’esistenza di conflitti d’interesse nel settore delle aziende pubbliche. Ha però ricordato che ci sono disposizioni per limitarli: la Confederazione separa chiaramente i suoi ruoli di proprietario, autorità di regolazione e sorveglianza del mercato, così come di mandatario o fornitore di servizi.

Tuttavia, a causa delle irregolarità rilevate presso AutoPostale, l’esecutivo è disposto a esaminare una separazione fra controllo delle sovvenzioni e sorveglianza del mercato.

Il governo è anche cosciente della concorrenza potenziale che le imprese statali possono presentare per il settore privato. Se volessimo eliminare completamente questo rischio, bisognerebbe arrivare a una privatizzazione completa, una soluzione che il governo ritiene troppo radicale. Secondo il Consiglio federale, l’attuale separazione dei ruoli è conforme alle norme internazionali.

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