Svizzera

Nonostante l'Ue, il fucile rimarrà in casa. Ma...

La Svizzera applicherà la direttiva sfruttando però il margine di manovra disponibile per salvaguardare la tradizione elvetica

2 marzo 2018
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In Svizzera la direttiva dell’Unione europea (Ue) sulle armi verrà applicata in modo pragmatico, sfruttando il margine di manovra disponibile per salvaguardare la tradizione elvetica in materia di tiro. Chi vorrà tenere l’arma dopo il servizio militare dovrà tuttavia fare parte di una società di tiro o dimostrare di praticarlo con regolarità. Lo ha ribadito oggi il Consiglio federale, adottando il messaggio sulla trasposizione della direttiva Ue sulle armi. Il governo conferma pure che la Confederazione adempierà i suoi obblighi di Stato Schengen trasponendo la direttiva europea nel proprio diritto.

In occasione delle discussioni a livello europeo in merito alla modifica della direttiva, la Svizzera si era già adoperata con successo per la salvaguardia delle tradizioni in materia di tiro, ottenendo deroghe speciali che tengono esplicitamente conto delle peculiarità elvetiche. Una volta prosciolti dall’obbligo di prestare servizio militare, i cittadini potranno ancora tenere l’arma dell’esercito con il relativo caricatore da venti cartucce e continuare a utilizzarla per il tiro sportivo. Tuttavia, sarà necessario dimostrare di essere membri di una società di tiro e di esercitarlo con regolarità. Inoltre si è tenuti a fornire nuovamente l’una o l’altra prova a distanza di cinque o dieci anni.

Per contro i caricatori più voluminosi saranno vietati. Per le armi da fuoco da imbracciare il divieto varrà a partire da 10 cartucce. La regolamentazione proibisce pure le armi semi-automatiche telescopiche che possono essere accorciate a meno di 60 centimetri.

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