Svizzera

Conservò il cadavere di una donna nella cantina dei vini: condannato l'ex-banchiere zurighese

Hotel Dolder Grand, luogo dell'omicidio
27 luglio 2017
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Diciassette anni di prigione per assassinio: questa la condanna inflitta oggi all’ex banchiere di 49 anni che nel nel 2014 uccise una prostituta di 25 anni in un hotel di lusso a Zurigo e nascose il cadavere nella cantina del vino della sua abitazione a Küsnacht (ZH). Il Tribunale distrettuale di Zurigo ha in gran parte seguito la richiesta della pubblica accusa, che chiedeva una condanna a 18 anni per un crimine premeditato e messo in atto senza scrupoli: le caratteristiche di un assassinio. Tenendo conto dei tre anni già passati in prigione, il 49enne dovrà ancora scontare al massimo 14 anni. La pena comprende inoltre riparazioni per torto morale per complessivi 37’500 franchi da versare ai famigliari della vittima.

L’imputato è reo confesso, ma in aula ha negato la premeditazione. Il suo difensore si è battuto ieri per una condanna ad un massimo di 10 anni e mezzo di prigione, sostenendo la tesi del delitto passionale e dell’omicidio intenzionale. L’ex banchiere e poi amministratore della Cassa pensione del canton Argovia, licenziatosi alla fine del 2011 per un burnout, uccise la giovane prostituta, soffocandola dopo averla averla sedata con del Valium, in una camera dell’hotel Dolder Grand a Zurigo. Il delitto risale alla notte fra il 14 e il 15 settembre di tre anni fa, ma il corpo della donna, trasportato in una grossa valigia nella sua abitazione a Küsnacht (ZH), sulla "costa dorata" del lago di Zurigo, fu trovato soltanto dieci giorni più tardi. Per non insospettire la sua convivente, il 49enne aveva messo al massimo il raffreddamento dell’armadio per i vini in cui occultò la valigia con il cadavere e portò nella cantina diversi deodoranti per ambienti. L’uomo frequentava da tempo la 25enne polacca, con la quale aveva praticamente dilapidato la sua fortuna e della quale si era invaghito.

Per la pubblica accusa, l’ex banchiere uccise la prostituta perché non vedeva altra via di uscita per evitare l’umiliazione di essere lasciato. "Non avevo intenzione di ucciderla", ha affermato ieri in aula il 49enne, che durante la deposizione è tuttavia apparso molto nervoso e si è più volte contraddetto. L’uomo ha sostento che quella con la ragazza polacca era una relazione corrisposta. La bella "Kathleen" avrebbe addirittura voluto andare a vivere con lui, ma la notte del loro ultimo incontro lui le avrebbe rivelato la sua decisione di rimanere con la compagna con cui viveva a Küsnacht. Ne sarebbe quindi nata una violenta lite, nel corso della quale il 49enne soffocò la ragazza.

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