Svizzera

Parità, il lavoro della donna vale meno, "la buona volontà non basta"

(Carlo Reguzzi)
18 febbraio 2016
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Sono freschi di giornata gli ultimi dati relativi alla situazione economica-lavorativa di uomini e donne svizzeri. Dopo un paio di anni, dal 2012, le cose non sono cambiate di molto: le donne continuano a essere pagate di meno.

Il tema dell'ambizione alla parità salariale, quantomai attuale in seguito alla decisione del Consiglio federale di revisionare la Legge federale sulla parità dei sessi (LPar), dovrebbe trovare quindi nuovi stimoli nei dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (Ust), che indicano (facendo riferimento al 2014) un divario salariale tra uomo e donna oscillante, in base alle competenze, tra il 15% e 22%. 

Anche a parità di formazione e di posizione professionale, nell’economia privata il salario mensile lordo standardizzato delle donne è inferiore a quello degli uomini. Secondo la formazione, le donne guadagnano tra il 6% (patente di insegnante) e il 23% (università e politecnici federali) in meno degli uomini. A parità di posizione professionale, il salario delle donne è tra l' 11% (responsabili dell’esecuzione di lavori) e il 22% (quadri medi e superiori) inferiore a quello degli uomini.

Nel 2012 le donne guadagnavano in media il 21,3% in meno rispetto ai colleghi uomini. Il divario è rimasto quindi costante sebbene si siano fatti dei progressi rispetto a sei, sette anni fa, quando lo stipendio delle donne era in media minore del 25%.

In un contesto dove resta stabile la disparità salariale, si è reso necessario il progetto del Consiglio federale di revisionare la Legge federale sulla parità dei sessi (LPar). Da diversi fronti però si sono già sollevate voci per rendere concretamente utili gli interventi sulla legge e quindi mettere in atto la parità salariale tra uomo e donna. Sì, perché come afferma il Gruppo donne Uss Ticino e Moesa, il "Consiglio federale si limita e si affida nuovamente solo alla buona volontà dei datori di lavoro", senza quindi che siano previsti un'autorità di controllo o sanzioni in caso di scoperte di discriminazioni. 

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