Tokyo 2020

Dall'era dei boicottaggi ai Giochi ecologici di Londra

Usain Bolt protagonista con una “tripla doppia”, mentre Phelps porta a 28 medaglie (23 d'oro) il suo bottino personale. E nel 1988 scoppia la bomba doping

(Michael Phelps, nessuno come lui)
22 luglio 2021
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Il doping di Ben Johnson a Seul '98, l'epopea d'oro di Usain Bolt, autore di una leggendaria tripletta con il titolo nei 100 e 200 metri vinto in tre Olimpiadi consecutive (2008, 2012 e 2016). I boicottaggi, le proteste, il Muhammad Alì malato e tremante che commuove il mondo ad Atlanta, i record di ori di Phelps, l'atleta più titolato nella storia dei Giochi con 28 medaglie complessive (di cui 23 d'oro). La seconda parte del racconto in pillole di 120 anni di sport olimpico.

Montreal 1976: inizia l'era dei boicottaggi: il 60 per cento dei paesi africani si ritira per protesta contro la tournée in Sudafrica del rugby neozelandese. Due titoli per il cubano Alberto Juantorena (400 e 800 metri) e Lasse Viren, già protagonista a Monaco (5’000 e 10’000). La ginnastica conosce un nuovo astro: Nadia Comaneci.

Mosca 1980: è l'Olimpiade del boicottaggio americano per l'invasione russa in Afghanistan. Altri 28 Paesi seguono gli Usa e solo 80 nazioni con 6’000 atleti saranno in gara. Alcuni paesi sfilano con la bandiera del loro comitato olimpico nazionale. 

Los Angeles 1984: stavolta il boicottaggio è dell'Est. Sono 7’055 gli atleti per 140 nazioni. La star è Carl Lewis che eguaglia Jesse Owens vincendo 4 ori nell'atletica (100, 200, lungo e staffetta). La passerella degli atleti Usa con Moses (400 hs), Benoit (maratona), Valerie Brisco Hooks (200) e Evelyn Ashford (100), Rick Carey (100 e 200 dorso), Greg Louganis (trampolino e piattaforma), Michael Jordan (basket) e Mary Lou Retton (ginnastica). Assente dal 1948, la Cina ritorna con un bottino di 32 medaglie (15 ori).

Seul 1988: è l'edizione del doping. Il canadese Ben Johnson vince il titolo nei 100 metri davanti a Carl Lewis, in 9’’79, record del mondo. Tre giorni dopo il Cio lo squalifica per uso di steroidi. Grandi protagonisti sono Kristin Otto (5 ori), Matt Biondi, Greg Louganis, Florence Griffith Joyner e Jackie Joyner Kersee. L’Urss è prima a quota 132 (55 ori), seguono la Ddr con 102 (37 ori) e gli Usa con 94 (36 ori).

Barcellona 1992: è boom di atleti, 9’094 da 172 Paesi. Nell'atletica in evidenza il 32enne britannico Linford Christie vincitore sui 100 metri, mentre Carl Lewis prende l'oro nel lungo e nella staffetta. Nel nuoto, il russo Alexander Popov centra la doppietta 50-100 stile libero. Nel basket, dove per la prima sono presenti i professionisti della Nba, giganteggia il “Dream Team” Usa di Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird, David Robinson e Scottie Pippen. Nel tennis la Svizzera celebra il trionfo del ginevrino Marc Rosset.

Atlanta 1996: Atene non riesce a ospitare i Giochi del centenario, battuta dai soldi e dal potere della Coca Cola. Il protagonista è Michael Johnson, lo sprinter texano che firma una doppietta nei 200, demolendo in 19’’32 il primato di Mennea, e nei 400. Il via ai Giochi viene dato da Muhammed Alì, ultimo tedoforo incaricato di accendere il braciere olimpico. Ad Atlanta partecipano 197 Paesi: Burundi, Ecuador e Hong Kong debuttano con un oro. I paesi dell’ex Urss salgono sul podio per la prima volta da stati indipendenti. Il medagliere premia gli Usa, primi con 101 medaglie (44 ori), seguiti da Russia con 61 (26 ori). Nel calcio primo, storico, oro di un paese africano: la Nigeria batte l’Argentina nella finale arbitrata da Collina. Jury Chechi diventa il signore degli anelli.

Sydney 2000: la sprinter americana Marion Jones è la regina di questa edizione con tre ori, un argento e un bronzo (che poi le verranno revocati dal Cio dopo che ammetterà di aver fatto ricorso a sostanze proibite). 

Atene 2004: i Paesi partecipanti diventano 201. I volti da copertina dei giochi sono El Guerrouj (mezzofondo), Thorpe e Phelps (nuoto).

Pechino 2008: nel maestoso stadio “Nido d'Uccello” prendono il via l'8 agosto i giochi della 29esima Olimpiade, con i padroni di casa che fanno man bassa di medaglie: 100 in totale, 51 delle quali d'oro. Protagonisti assoluti sono Michael Phelps e Usain Bolt. Il nuotatore statunitense stabilisce il record assoluto di vittorie nella stessa olimpiade aggiudicandosi 8 ori (cinque in gare individuali e tre in staffetta), con sette primati del mondo. Lo sprinter giamaicano conferma di essere l'uomo più veloce del pianeta: oro nei 100 e nei 200 metri, oltre a quello con la staffetta 4x100; in tutte e tre le occasioni viene anche stabilito il nuovo record del mondo. L’azzurra Josefa Idem a quasi 44 anni manca l'oro nella canoa per soli 4 millesimi di secondo

Londra 2012: le Olimpiadi più ecologiche di sempre sono state anche l'edizione più costosa della storia, ospitata per la terza volta nella capitale britannica: 24 miliardi di euro, dieci volte oltre le previsioni di spesa ventilate al momento della candidatura. Sono anche le prime Olimpiadi “social”, con oltre un miliardo di appassionati che le seguono stando davanti alla tv ma grazie a smartphone, tablet e alle app dedicate. L'Uomo simbolo è ancora Usain Bolt, con sei ori olimpici in due edizioni e primo atleta a fare doppietta nei 100 e nei 200 nella stessa edizione. A insidiarlo c'è l'inossidabile Michael Phelps, con la sua striscia di record infinita arrivata a 22 medaglie olimpiche. Il simbolo britannico dei giochi se lo dividono Bradley Wiggins, primo ciclista di sempre a conquistare un oro sia in pista che in strada (4 in tutto), e Mohammed Farah (5’000 e 10’000) metri, il mezzofondista di origini somale “figlio” di una nazione multietnica e multirazziale. Spazio in copertina anche per Oscar Pistorius, diventato il primo atleta paralimpico a gareggiare in un’Olimpiade (nella staffetta 4x400). Il medagliere è dominato dagli americani (104 medaglie, di cui 46 d'oro), davanti alla Cina (87, 38) e Gran Bretagna (65, 29).

Rio 2016: sono i primi Giochi del Sudamerica, quelli che il Paese allora guidato da Lula era riuscito a strappare nella corsa all’assegnazione battendo anche la Chicago sostenuta dall’allora presidente americano Barack Obama. Dal 5 al 21 agosto la città carioca ha ospitato la 31esima edizione della rassegna a cinque cerchi, in cui non sono mancate le proteste dei contrari alle spese per l'organizzazione dell'evento, ma anche le polemiche per le acque inquinate della Guanabara Bay che hanno destato molta preoccupazione tra gli atleti, così come la diffusione del virus Zika, che ha portato in molti a rinunciare al grande appuntamento. E dai Giochi sono stati tagliati fuori i russi dell'atletica leggera, fermati per il doping smascherato dal dossier McLaren. Ma all’ombra del Cristo Redentore e con la spiaggia bianca di Copacabana trasformata in arena per le seguitissime gare del beach volley, le Olimpiadi brasiliane hanno potuto applaudire ancora il più grande di sempre: Michael Phelps, che si era ritirato dopo Londra, nella piscina di Rio si è preso altri 5 ori e un argento. In pista la saetta Bolt ha impresso il suo nome nella storia olimpica, segnando la doppietta 100-200 metri per la terza volta consecutiva. Nessuno come lui. Tra le protagoniste al femminile sicuramente la ginnasta Simone Biles che è tornata in America con quattro ori. Il Kosovo, alla sua prima partecipazione come stato indipendente ha vinto l'oro grazie alla judoka Majlinda Kelmendi. 

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