Tennis

Svizzera, fiducia e parità di trattamento

È la base sulla quale posa il proprio lavoro Heinz Günthardt, il capitano della selezione rossocrociata impegnata a Praga nella Billie Jean King Cup

È perfettamente riuscita l’entrata in materia della Svizzera alla Billie Jean King Cup in corso di svolgimento a Praga. La selezione rossocrociata ha sconfitto 3-0 la Germania dimostrando, oltre alla necessaria cifra tecnica, anche un notevole spirito di squadra, un valore sul quale fare affidamento anche giovedì contro le padroni di casa, in un match che vale l’accesso alle semifinali.

Martedì sera, dopo il successo del doppio rossocrociato valso il terzo punto, il capitano della Svizzera Heinz Günthardt nelle catacombe della O2-Arena ha stilato un bilancio decisamente positivo. “Difficile fare meglio di così”. Le sue tenniste, infatti, hanno messo in campo il giusto atteggiamento e grande qualità, nonostante non fossero tutte reduci da settimane particolarmente felici, nel circuito Wta. Felice anche la sua scelta di preferire Viktorija Golubic a Jil Teichmann, per il singolare d’apertura. Un merito che però il coach elvetico divide volentieri con le atlete. «Tanto di cappello a loro. Parliamo tra noi in modo aperto e onesto, ciascuno può dire liberamente ciò che pensa. Sono certo che non accade in ogni squadra. Questo dialogo è invece alla base della nostra».

Il gruppo si compone delle giocatrici Viktorija Golubic, Jil Teichmann, Belinda Bencic e Stefanie Vögele, di Martina Hingis, di suo marito nonché medico della squadra Harald Leemann, dei fisioterapisti Christoph Knöri ed Estelle Franzetti, oltre che di Sandra Perez, impegnata come team manager nonché responsabile della comunicazione. Un mix di personalità ben assortito, assieme ormai da molti anni e nel frattempo cresciuto molto e compattatosi attorno alla figura di capitan Günthardt, “abbandonato” poco prima della partenza dalla capodelegazione Christiane Jolissaint, costretta a rinunciare alla trasferta.

«Heinz veglia affinché tutto proceda per il verso giusto e tutte noi riceviamo ciò di cui abbiamo bisogno», spiega Belinda Bencic. L’esperienza del 62enne zurighese, del resto, è infinita, la sua capacità di analisi inconfutabile. Capitano della selezione di Fed Cup dal 2012, è da più di mezzo secolo che Günthardt vive e frequenta l’ambiente tennis, sui campi è di casa. Fu giovane promessa, poi valido professionista, più tardi coach di Steffi Graf, oggi anche commentatore televisivo. «Nel mio team – ricorda – mi preme che tutti possano sentirsi liberi di esprimersi con naturalezza, deve nascere una relazione basata sulla fiducia. La quale però va guadagnata. Se c’è un problema, questo va affrontato e non nascosto sotto il tappeto. Tra una cosa e l’altra, c’è sempre qualcosa da discutere».

Fondamentale, affinché le discussioni siano franche e oneste, è un’atmosfera nella quale a ciascun elemento è riservato il medesimo trattamento, senza preferenze, senza prime donne. «Tutte devono avere la percezione che quello che hanno da dire è ritenuto importante».

Le tenniste si conoscono molto bene da molti anni, sono anche legate da amicizia fuori dal campo. In una chat di WhatsApp si tengono in contatto anche durante la stagione. Quando l’agenda lo permette, organizzano degli incontri di squadra, sul circuito. «Ci intendiamo a meraviglia», conferma Bencic.

«L’allenamento e il tennis sono il legante, naturalmente, ma la differenza la fa quanto succede fuori dal campo – aggiunge Viktorija Golubic –. Siamo tutte molto socievoli, ci divertiamo molto. Passiamo il tempo assieme giocando a carte, anche lì siamo molto competitive (ride, ndr)».

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