Qatar 2022

Francia - Marocco fra sogni e storia

La seconda semifinale, in programma mercoledì alle 20, porta con sé svariate implicazioni

13 dicembre 2022
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Il sogno di un secondo titolo iridato consecutivo per la Francia è subordinato all’esito di una semifinale da brivido – e ricca di implicazioni – contro il Marocco, avversario inedito ma capace di evocare infiniti rimandi storici e di far suo il tifo di buona parte dello stadio al-Bayt. I Leoni dell’Atlante, infatti, sono diventati in questi giorni la squadra dell’intero mondo arabo. La Francia in questa edizione della Coppa del mondo, è già riuscita a sfatare la ‘maledizione del campione in carica’, che fu fatale alle tre squadre uscite vincitrici dai tre precedenti tornei, eliminate già al primo turno quando si ritrovarono a giocare da detentrici del titolo. E, soprattutto, i Galletti sono riusciti a ovviare a una serie di infortuni che, alla vigilia, avevano fatto temere che il suo potenziale fosse inesorabilmente indebolito. Parliamo degli incidenti che hanno privato il selezionatore Didier Deschamps di pedine di altissimo livello come Kanté, Pogba e del Pallone d’oro Benzema. Fatta la tara di tutto ciò, l’approdo alle semifinali – penultimo atto della manifestazione – pareva dunque già il più ambizioso degli obiettivi. Ma ora, ovviamente, i francesi mica si vogliono accontentare, e faranno di tutto per conquistare pure il biglietto per la finale, in cartellone domenica pomeriggio (ore 16) a Lusail.

«Più avanziamo nel torneo», ha detto il capitano Hugo Lloris, «più ci avviciniamo a qualcosa di forte, di grande. Col suo mélange fra giocatori esperti e giovani emergenti, la Francia del 2022 non disdegnerebbe insomma di eguagliare il Brasile di Vavà, Garrincha, Zagallo e Pelé, l’ultima squadra riuscita a centrare due successi mondiali consecutivi, nel 1958 in Svezia e nel 1962 in Cile. Per farlo, ad ogni modo, non dovrà commettere l’errore di sottovalutare il Marocco, avversario che Les Bleus non hanno mai affrontato in una competizione ufficiale e che in Qatar è stato capace di mandare a casa rivali assai quotati come Belgio, Spagna e Portogallo. Tutto ciò, grazie soprattutto a una difesa impenetrabile – un solo gol subito fin qui, peraltro un’autorete – e a un attacco rapido, tecnico e spiazzante.

«Dovremo attaccare forte da subito», dice Lloris, «cercando di bucare il muro marocchino prima possibile. Si tratta di un avversario temibile, e dunque saranno fondamentali per noi compattezza di squadra e spirito di sacrificio». Al di là degli aspetti squisitamente sportivi, la sfida tra Francia e Marocco si porta appresso implicazioni non indifferenti. Le relazioni fra questi due Paesi infatti – benché di lunga data – non sempre sono state idilliache. Colpa della conquista e della colonizzazione francese – durata fino all’indipendenza raggiunta nel 1956 – che ai rapporti amichevoli ha inevitabilmente aggiunto gli aspetti del sopruso e della dominazione. Si tratta dunque di una partita di calcio assai simbolica, specie per le centinaia di migliaia di cittadini dell’Hexagone in possesso della doppia nazionalità, francese e marocchina.

«Resta comunque soltanto un match di football», prova a minimizzare il Ct francese Didier Deschamps, «malgrado dietro ci siano aspetti storici importanti che lo rendono un appuntamento pieno di passione». Sguardo ottimistico è pure quello di Jules Koundé, difensore francese in forza al Barcellona: «La sfida ha un sapore davvero particolare perché sarà presente pure il presidente Macron e perché in Francia vivono moltissimi marocchini, sarà dunque senz’altro una bella festa». I suoi ex compagni al Siviglia – il portiere Bounou e la punta En-Nesyri – sono nel frattempo divenuti gli eroi di un intero continente, avendo regalato all’Africa la sua prima storica semifinale a una Coppa del mondo dopo oltre 90 anni di vita del torneo. E lo hanno fatto, per giunta, quando la manifestazione è sbarcata per la prima volta nel mondo arabo.

«Vogliamo continuare a vincere per l’Europa, per l’Africa, per il Maghreb e per i nostri fratelli subsahariani», afferma il tecnico marocchino Walid Regragui, che come in pratica tutti i suoi giocatori è nato lontano dal suo Paese d’origine – a Corbeil-Essonne, cittadina operaia a sud-est di Parigi – essendo figlio e nipote della diaspora marocchina sparsa per il Vecchio continente. In risposta all’enorme interesse suscitato dalle sorprendenti prestazioni fornite in campo dalla Nazionale, la compagnia aerea marocchina Ram ha organizzato ben trenta voli speciali fra Casablanca e Doha, affinché tutti i tifosi interessati possano raggiungere il Qatar per sostenere Regragui e i suoi ragazzi in questa cruciale semifinale. Hugo Lloris sa bene che il clima sarà dunque ostile: «Dovremo essere pronti, ci sarà un baccano infernale, faremo fatica perfino a capirci fra di noi giocatori».

I marocchini si presentano all’appuntamento più importante della loro storia calcistica leggermente più affaticati dei francesi, colpa di una minore rotazione degli effettivi effettuata fin qui e, soprattutto, delle maggiori energie spese negli ottavi di finale contro la Spagna, protrattisi ai tempi supplementari. Inoltre, c’è preoccupazione per le condizioni di alcuni giocatori infortunati, specie per quel che attiene all’asse centrale composto da Aguerd e Saiss. «Prima di prendere la decisione definitiva, aspetteremo l’ultimo minuto: per ora nessuno è dentro e nessuno è fuori», ha detto il selezionatore nordafricano Regragui. Fra chi non è al meglio della condizione, già da inizio torneo, c’è anche Achraf Hakimi, atteso comunque a un grande duello con Kylian Mbappé, capocannoniere fin qui in Qatar con 5 reti e suo compagno al Psg.

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