Il Langnau ribalta l’Ambrì nella classica sfida da 6 punti e compie un passo deciso (e decisivo) verso i play-in. L'assenza di ‘DiDo’ s'è fatta sentire
Bisognava avere un bel coraggio a fine estate per pronosticare il Langnau al settimo posto in classifica, dopo quarantasette giornate di campionato. Invece, in barba ai pronostici, le Tigri di Paterlini è proprio lì che sono, dopo aver mandato al tappeto l’Ambrì nella classica sfida da sei punti, e cioè i tre scippati agli avversari più altri tre regalati a sé stessi. Pur costretto a far senza una delle menti del suo gioco, Chris DiDomenico, che nell’Emmental sconta la prima di due partite di squalifica per il check alla testa dello svedese Aberg, nell’ultima uscita, contro il Kloten, Luca Cereda sapeva bene che il successo nell’Emmental avrebbe non solo tenuto più vive che mai le speranze biancoblù di agguantare la postseason, ma fermando il Langnau il suo Ambrì avrebbe anche ributtato gli stessi bernesi nell’accesissima rincorsa verso i play-in. E a guardare al primo tempo, il duello pareva destinato a regalare soddisfazioni ai ticinesi, che – al di là del gol del solito Kubalik, all’11’36” – sono più attivi e più propositivi, oltre che migliori un po’ in tutto, a cominciare dai tiri in porta, esattamente il doppio (12 contro 6) al pari degli ingaggi vinti (14 contro 7). Ed è piuttosto logico immaginare quanto sia più semplice imbastire un’azione quando il puck ce l’hai tu invece di dovertelo andare a riconquistare.
Purtroppo per Bürgler e compagni, in verità, quel primo tempo sarà l’inizio della fine in una serata in cui più passa il tempo, più sul fronte biancoblù si avverte la mancanza dell’energia di DiDomenico in una prima linea spesso e volentieri trascinatrice, ma che stavolta – completata dal giovane Hedlund – non lo è. Infatti, Maillet e Kubalik soltanto in poche circostanze, come quella del gol, riescono a rendersi davvero pericolosi. Oltretutto, davanti alla porta di un Boltshauser che non è certo lo sfortunato Charlin (la cui stagione, siccome ne avrà per un mese e mezzo, potrebbe già essere conclusa), per un Langnau confrontato pure con un’altra scocciatura, siccome oltre al portiere titolare gli manca anche il ministro della difesa, il finlandese Saarijärvi.
Tuttavia, nonostante le assenze, e segnando pure due gol casuali – per ragioni diverse, né l’1-1 di Saarela, né il 2-1 di un Noah Meier che fin lì non aveva segnato arrivano dopo un’asfissiante pressione nel terzo, nonostante si tratti in entrambi i casi di situazioni con l’uomo in più –, il Langnau nel secondo ribalta la partita, e da quando passa a condurre nel punteggio non molla la presa. Ciò che diventa particolarmente flagrante nel terzo periodo, quando i padroni di casa giocano con molta più determinazione, costringendo i ticinesi ai margini del confronto, il più lontano possibile dallo slot. «Da quando sono passati in vantaggio loro, noi non siamo più riusciti a creare – dice capitan Bürgler ai microfoni di Rsi –. È difficile spiegare il perché, ma alla fine non siamo riusciti a crearci abbastanza occasioni. Poi, è chiaro, il Langnau tiene benissimo il ghiaccio, del resto se hanno così tanti punti in classifica non è certo per caso, tuttavia noi avremmo dovuto giocare in modo più semplice per far fronte alla loro pressione, sia nel nostro terzo, sia in zona neutra». E invece non è successo. Neppure dopo il timeout chiesto da Cereda a sette minuti dal termine, nel tentativo di organizzare un assalto finale che, in fondo, non ci sarà. Per la gioia del Langnau e di Thierry Paterlini, che si tengono stretti i tre punti, compiendo un passo a questo punto probabilmente decisivo verso i play-in. Almeno.