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‘In classifica si fa in fretta a staccarsi ma pure a recuperare’

A Bienne l’Ambrì s’arrende sul più bello. Soli cinque punti racimolati in altrettanti scontri diretti: ‘Sono mancate concentrazione e solidità difensiva’

Un’altra occasione sprecata
(Keystone)
13 gennaio 2025
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Quel backhand velenoso di Inti Pestoni, al 47’42’’ di un sabato sera che vive di fiammate, a ben guardare era più di un semplice gol. Quel disco che s’infila nel ‘sette’ alla sinistra di Harri Säteri, probabilmente il miglior portiere di tutta la Lega in barba a ciò che dicono le statistiche, frutto del primo gol dell’estroso attaccante numero 18 a secco ormai dal 7 dicembre, doveva essere la chiave d’accesso per scardinare un Bienne che dopo aver segnato tre gol nel periodo di mezzo s’era forse illuso d’aver fatto il più del lavoro. Il 3-3 di Pestoni a una dozzina di minuti dal termine avrebbe dovuto servire all’Ambrì per proseguire sullo slancio, sfruttando quel famoso ‘momentum’ tanto caro in particolare a chi mastica hockey in Québec e negli immediati dintorni. Invece no: ancora una volta, l’Ambrì dà prova di non saper gestire nel migliore dei modi i momenti decisivi, in un terzo tempo in cui sono proprio gli uomini di Cereda a mostrare le cose migliori, mentre il Bienne sembra accusare il colpo. Poi, indubbiamente, per vincere le partite serve anche un po’ di fortuna, e infatti il quarto gol bernese, che deciderà un match da sei punti, trattandosi pur sempre di uno scontro diretto in ottica play-in, arriva dal nulla. Pur se a ben guardare Fabio Hofer quella rete se la va a cercare, sfruttando il corpo di Zgraggen per mascherare una conclusione su cui il povero Gilles Senn non c’è nulla davvero che possa fare. Lui che, tra l’altro, specialmente nel primo tempo, aveva tenuto in piedi la baracca nel momento migliore degli uomini di Filander, salvando un paio di gol già bell’e fatti.

Pur se la partita di sabato a un certo punto s’era messa piuttosto male, con gli impulsi offensivi che a parte qualche eccezione arrivavano solo dagli uomini della prima linea, per l’ennesima volta in stagione l’Ambrì ha dato prova di saper reagire. Tuttavia, non è poi più riuscito a fare il passo in più. Gestendo oltretutto malamente la situazione nel cosiddetto ‘money time’, quando l’ingenuo sgambetto di Nicolas Müller a poco meno di tre minuti dal sessantesimo sembrava essere la proverbiale manna piovuta dal cielo. Invece, oltre a non sfruttare una buona opportunità per rientrare, a trenta secondi dalla fine (pur a penalità scaduta) ingenuamente DiDomenico ha mandato Rajala a gambe levate, impedendo così a Cereda di giocarsi il tutto per tutto sino in fondo, tenendo cioè Senn in panchina fino all’ultimo. Così, in quegli ultimi trenta secondi i cinque bernesi in pista si sono messi ad amministrare il disco per far passare il tempo, senza neppur provare a tirare. «Stavolta abbiamo giocato in maniera un po’ troppo complicata – spiega capitan Daniele Grassi ai microfoni di Rsi –. È mancata forse la concentrazione, la solidità sul piano difensivo e certe cose contro squadre come il Bienne che sfruttano ogni minimo spazio, le paghi. La classifica? Sinceramente non sono uno a cui piace guardarla troppo. In settimana ci sono altri nove punti in palio, e le cose vanno così rapidamente: tanto velocemente ti stacchi, tanto velocemente potresti rientrare».

Effettivamente, da qui a inizio marzo, di tempo e occasioni per recuperare ce ne saranno, ma in ogni caso i numeri di quest’inizio di 2025 sono piuttosto eloquenti: cinque partite, tutte contro avversari diretti, piazzati nella metà inferiore della graduatoria, e due sole vittorie. Da quattro punti oltretutto, più un quinto strappato al Ginevra Servette, sui quindici possibili. Per Daniele Grassi e i suoi compagni v’è da sperare che non saranno proprio quei punti a mancare. C.S.