laR+ Il dopopartita

Altra marcia sul posto dei bianconeri. Urgono fatti, non parole

Il Losanna, alla Cornèr Arena, non fa sconti a un Lugano in evidente carenza di fiducia. Thürkauf: ‘Il tempo delle chiacchiere è finito’

Carr tenta di battere in velocità Fuchs
(Ti-Press)
11 gennaio 2025
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Lugano – Quarantadue erano i punti in classifica del Lugano prima della partita contro il Losanna, e quarantadue restano. Per una squadra bianconera che da tre partite marcia inesorabilmente sul posto, sempre ancorata sui bassifondi della classifica, al tredicesimo e penultimo posto, con le altre che stanno lì appena davanti che di riffa o di raffa smuovono la loro classifica. Cosa che invece, da ormai tre partite a questa parte, non riesce appunto più alla compagine di Gianinazzi. Battuta alla Cornèr Arena da un Losanna sì sbarcato in riva al Ceresio con lo statuto di capolista del torneo, ma non certo in formato di armata invincibile. E intanto, parafrasando il titolo di una canzone di Celentano, il tempo se ne va: all’appello mancano ancora diciassette partite al termine della regular season. Ce n’è certamente ancora abbastanza per raddrizzare la rotta, a condizione però di non sprecarlo. Chi ha tempo, non aspetti tempo...

Troppo passivo e prevedibile, contro il Losanna il Lugano – pure sfortunato, anche questo va comunque riconosciuto agli uomini di Luca Gianinazzi – si fa imbrigliare per due tempi, con i vodesi che, senza nemmeno forzare più di tanto, si portano quasi subito in vantaggio, difendendolo poi fino alla prima pausa. Poi, sempre senza strafare, la compagine di Geoff Ward mette altri due dischi alle spalle di Schlegel nel periodo centrale, assicurandosi un terzo tempo tutto in discesa. La rete di Fazzini dà solo l’illusione che le cose possano cambiare: la scintilla accesa dal numero 17 non sprigiona alcuna fiammata nell’ingranaggio bianconero, che continua a girare a regime troppo basso fino al sessantesimo. «La partenza non è certo stata delle migliori, con un gol subìto già al secondo o terzo cambio, frutto per giunta di un incidente di percorso – sottolinea a fine partita Luca Gianinazzi –. Episodi che possono capitare, certo, ma che poi, quando si verificano in momenti già delicati per la squadra, hanno inevitabilmente un contraccolpo sul morale. Dopo una decina di minuti ‘imballati’, siamo usciti dal nostro guscio, e a 5 contro 3 abbiamo anche avuto alcune buone occasioni per riaprire la partita. Non ce l’abbiamo fatta e, peggio, sul ribaltamento di fronte abbiamo incassato anche la terza rete. Non è che i miei ragazzi abbiamo mancato in energia o voglia di lottare, ma capita ancora con una certa frequenza che, a causa di qualche evento negativo, la squadra si ‘spenga’».

«Non abbiamo giocato come avremmo voluto, ed è difficile trovare una spiegazione per questo», constata dal canto suo un laconico Thürkauf. Che poi senza tanti giri di parole va dritto al sodo: «Siamo nella ‘emme’ (e per rendere ancora di più l’idea, il capitano dei bianconeri non si limita all’iniziale, ndr). Dobbiamo essere onesti con noi stessi: il tempo delle chiacchiere è finito: adesso è tempo di passare ai fatti, trovando il modo di segnare e vincere».

Consegnata agli archivi la sconfitta con la prima della classe, il doppelspiel da... testacoda del Lugano prosegue oggi con la trasferta in casa del fanalino di coda Ajoie, ultimo ma anche capace di mettere in difficoltà chiunque tra le mura amiche. Ma stavolta, dal Giura, i bianconeri dovranno fare di tutto per tornare a casa con i tre punti.

L’annotazione

Se non va, non va

Quando non è serata, non è serata. A Niklas Schlegel, e al Lugano tutto, bastano pochi istanti per rendersi conto che il venerdì che propone la sfida con il Losanna è appunto una di quelle serate. Nata sotto una cattiva stella, con una squadra avversaria a cui bastano ottantadue secondi per trovare il primo gol della serata. Merito, o colpa, a dipendenza da che parte lo si guardi, di uno sfortunato rimbalzo del disco sulle assi di fondo, che sorprende il portiere bianconero avventuratosi dietro la sua porta. Schlegel non riesce ad addomesticarlo e allora quel rebound si trasforma in un perfetto assist per Suomela, il quale però spara sull’estremo difensore bianconero tornato in fretta e furia sui suoi passi. L’azione prosegue, e quel disco lo recupera Riat che, dopo un tentativo andato a vuoto, fa centro. La riprova che la serata è di quelle storte il Lugano ce l’ha però poco prima di metà partita, quando, sotto di due reti, si ritrova per ottanta secondi a giostrare a 5 contro 3, ma non riesce a dimezzare il passivo. Per tacere della serie di rimbalzi che consente al Losanna, appena recuperato il secondo dei penalizzati, di trovare anche lo 0-3, grazie a Jäger che in quel flipper impazzito trova il colpo che vale il jackpot. O, ancora, del disco scagliato da Pulli e finito sul palo alle spalle di Pasche dopo aver attraversato la porta in tutta la sua larghezza. Quasi inutile insistere: se non va, non va...