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Lugano in ferie col broncio. ‘Avessimo segnato noi per primi...’

Gara 7 è apertissima come le ultime quattro, ma alla fine i bianconeri s’arrendono e il Friborgo è in semifinale. ‘Speriamo di farcela l'anno prossimo’

Un’immagine che fa capire quanto sia stata dura...
(Keystone)
29 marzo 2024
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Friborgo – Mancano 53’’ alla fine e Carr ha sul bastone il gol che potrebbe riaprire per l’ennesima volta gara 7 col Friborgo. E invece, quel tiro a botta sicura del topscorer bianconero finisce nel guantone di un Berra miracolato, per una parata che farà senz’altro il giro del mondo sui social. È l’ultimissima immagine di un quarto di finale appassionante, spettacolare e incerto fino all’ultimo. Fino al momento del cavalleresco abbraccio fra i giocatori a centro ghiaccio, subito dopo che Tennyson decidesse a sua volta di cominciare ad abbracciare alcuni dei suoi compagni di squadra a capo chino.

Del resto, per capire quanto sia stata dura basta dare un’occhiata al sospiro di Bertschy subito dopo il 4-2 a porta vuota, a 1’18’’ dalla fine. È solo a quel punto, che la squadra di Dubé crede di avercela infine fatta. Mentre il Lugano senz’altro si morde ancora le mani per aver sprecato l’occasione più ghiotta di tutte a poco più di sette minuti dalla fine, quando Jecker si fa buttar fuori per 4’ filati a causa di una bastonata al volto di un Kempe senz’altro tra i più attivi, in una serata in cui invece, rispetto al solito, brillano meno sia Joly, sia Marco Müller che Arcobello. Pur se in quel lungo powerplay è proprio l’americano ad avere l’opportunità più ghiotta, con il già citato Berra che si rende autore di un altro bigsave, negando ai bianconeri la gioia di un pareggio che inseguivano dal primo tempo. Dopo quel gol anche casuale di Mottet, al termine di un’azione che segue il principio della legge di Murphy, ovvero che se qualcosa può andar storto, senz’altro lo farà: dapprima, dietro la porta di Schlegel il disco salta sulla paletta del bastone di Alatalo a beneficio di Wallmark, poi subito dopo il portiere bianconero viene involontariamente travolto da Peltonen, e se in un primo tempo è la traversa a respingere la conclusione di Jecker, quando il disco torna in gioco la retroguardia ticinese è fuori posizione, e Mottet deposita indisturbato il disco in porta. E non è tutto: un paio di minuti dopo, a otto secondi dalla pausa, un primo tempo giocato in maniera intelligente dal Lugano si conclude con una penalità sul conto di Bertschy per una carica non altrettanto intelligente ai danni di Carr, che ai più ha fatto pensare a una sanzione ancor maggiore. Come se non bastasse, allo scadere di quei due minuti, dopo uno slap di Fazzini che per poco Kempe non tramuta in rete, Sörensen rilancia immediatamente il gioco con un servizio per il rientrante Bertschy, che si avvia a battere Schlegel per il raddoppio, al 21’57’’.

Manco a dirlo, per i ticinesi il colpo è durissimo. Tanto più che poco dopo pure Schlegel ci mette del suo, sgambettando Marchon dopo un tentativo in break del friborghese che, però, a quel punto è già sotto il controllo di Peltonen. Ma siccome in gara 7 nulla sembra andare secondo logica, con Joly al posto di Schlegel sulla panca dei cattivi, grazie a un dirompente backhand nel ‘sette’ Carr riapre la partita, segnando il 2-1 al 24’28’’. E poco dopo Marco Müller potrebbe anche pareggiare, ma la sua conclusione a tu per tu per Berra è poco precisa. Al contrario, invece, è accuratissima la sberla dalla distanza con cui DiDomenico riporta il Friborgo in vantaggio di due gol, al 30’28’’, mentre il Lugano si trova nuovamente in pista con l’uomo in meno per un ingenuo fallo in attacco di Fazzini, proprio dietro la porta di Berra. Sembra finita ma non lo è, anche perché a soli 34’’ dalla pausa numero due Thürkauf dimostra di non possedere particolari doti di calciatore (per fortuna), ma il suo tocco del tutto involontario col piede sul preciso taglio di Alatalo è un capolavoro di balistica, e vale il 3-2 che al 39’26’’ riapre nuovamente gara 7. Anche perché un gol di margine è tutt’altro che confortante per Sprunger e compagni, e nel terzo tempo il più delle volte il disco è sui bastoni dei bianconeri, che aspettano solo l’occasione buona per colpire. Poi, però, quando arriva, non riescono a sfruttarla. «In quei 4’ di powerplay abbiamo creato buone azioni, con bei tiri schermati davanti a Berra che però ha compiuto un paio di parate incredibili – dice Jesper Peltonen –. Alcuni rimbalzi sono stati favorevoli al Friborgo, altri a noi: ci è mancato un solo gol, le occasioni le abbiamo avute, ma non sono entrate. Ma se fossimo andati in vantaggio noi sarebbe stata tutta un’altra partita».

Peccato soltanto che il Lugano, nonostante i due gol nel secondo tempo, abbia pagato il 3-1 durante un’inferiorità numerica arrivata proprio mentre stava spingendo. «Tuttavia eravamo ancora perfettamente in partita dopo il 3-2 di Thürkauf nel finale di periodo, e negli ultimi 20’ abbiamo ancora avuto molte occasioni. È stata davvero una bella serie, molto equilibrata. Peccato, perché quest’anno abbiamo avuto degli alti e bassi dovuti anche agli infortuni, ma siamo comunque arrivati ai playoff, a una sola vittoria dalle semifinali. La speranza è di arrivarci l’anno prossimo, grazie all’esperienza accumulata in stagione e, si spera, a qualche infortunio in meno».

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