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Aveva ragione Stéphane Patry. ‘La pressione non è su di noi’

Il Lugano vince gara 6 e pareggia i conti, mettendo nuovamente paura al Friborgo. Si decide tutto in 60 minuti: ‘Domani dovremo giocare esattamente così’

Ci si vede domani
(Ti-Press/Crinari)
27 marzo 2024
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Lugano – Aveva proprio ragione Stéphane Patry, domenica, dopo la sconfitta di misura in gara 5 in quel di Friborgo: “Vorrà dire che vinceremo la prossima”. Ed è una promessa mantenuta quella del ventiquattrenne ginevrino del Lugano, in un martedì in cui è proprio il suo polsino al fulmicotone, al 25’36”, a dare la definitiva svolta a una serata che non può non rinfrancare Gianinazzi e il suo Lugano, mentre i seimila della Cornèr Arena balzano in piedi ad applaudire, convinti. E sono applausi meritati, per una squadra che stavolta ha fatto tutto davvero bene, al di là di qualche piccola sbavatura a cui ha sempre comunque posto rimedio Niklas Schlegel, ricompensato a fine partita col premio di migliore in pista. Anche se, per dire il vero, nell’occasione è difficile riuscire a dire chi sia davvero il migliore, in un sesto atto tra Friborgo e Lugano in cui Thürkauf e compagni, nel tripudio generale, dimostrano parecchia maturità, oltre alla grinta e all’aggressività nei contrasti.

Poi, è vero, l’avvio di partita rimarrà indelebilmente segnato da quei cinque minuti più penalità di partita sul conto di Jecker, e che – nonostante un avvio di powerplay inizialmente farraginoso – sfoceranno nel vantaggio di Joly al 7’44”, ma dall’1-0 in poi in pista ci sarà soprattutto Lugano. Tanto da rendere poco credibile l’estemporaneo pareggio ospite nelle prime battute del periodo centrale, con Diaz che aggira la gabbia e dopo aver sbagliato il tiro riesce a recuperare lui stesso il rimbalzo, senza che nessuno lo ostacoli. E quell’1-1 è estemporaneo al punto che resisterà sì e no due minuti, in un powerplay infine ben giocato (fuori c’è Streule per bastone alto) e il tiro angolato di Alatalo beneficia della complicità di Thürkauf, che impedisce a Berra di vedere qualsiasi cosa. Poi, quando arriva anche il terzo gol, del citato Patry, al 26’36”, il Friborgo sembra un pugile suonato, mentre invece i bianconeri praticamente non toccano terra. Il problema, forse, è che – sentendo l’importanza del momento – a quel punto i ticinesi vogliono anche un po’ troppo, e una di quelle forzature la pagano cara, con Jesper Peltonen che si spinge fin nello slot mentre Marco Müller sta per caricare il suo slap, che finirà però sui pattini di Wallmark, lanciando un micidiale tre contro uno che non lascerà scampo a Schlegel, nonostante l’ennesimo miracolo sul primo tentativo di Mottet.

Neanche allora, però, gli uomini di Dubé sembrano riuscire a far venire dubbi ai bianconeri, impressionanti per solidità e per le energie profuse a tutta pista. Al punto che non è difficile individuare nella prestazione di gara 6 la migliore offerta dal Lugano sull’arco di tutti i 60 minuti dell’intera postseason, derby incluso. «È assolutamente così – dice, convinto, Matthew Verboon –. Soprattutto nel terzo tempo, quando abbiamo continuato a giocare pur essendo in vantaggio, a differenza delle ultime partite in cui ci eravamo ritrovati in questa situazione e ci eravamo un po’ seduti. Ma anche i primi 40 minuti sono stati ottimi».

L’unica distrazione è stata probabilmente quella che ha portato al 3-2 di Mottet: «Tuttavia – aggiunge il ventiquattrenne attaccante –sapevamo di essere in controllo: abbiamo sì concesso quel 3 contro 1 che il Friborgo ha capitalizzato, ma non ci siamo per nulla abbattuti».

Fondamentale anche il powerplay, in particolare il primo di 5’ che era da sfruttare assolutamente e che vi ha messo la serata subito in discesa: «All’inizio della serie abbiamo sprecato veramente tante superiorità numeriche, mentre ora le cose vanno alla grande. Sicuramente sfruttare la prima opportunità ha rappresentato una grande spinta al morale».

Buona parte del merito va anche data a Gianinazzi, che ha saputo rimescolare sapientemente le linee d’attacco: «Quando non segni in una partita e crei anche poco è sicuramente buona cosa cambiare, ed ha funzionato. Infatti la quarta linea ha segnato ed è stato un gol fondamentale per il ‘momentum’ (oltre che decisivo, ndr). Di occasioni ne abbiamo infatti avute parecchie, anche nel terzo tempo, pur se siamo riusciti a segnare solo a porta vuota».

La ricetta per domani è molto semplice… «Dobbiamo giocare esattamente nello stesso modo, perché abbiamo fatto tutto bene. Inoltre la pressione non è sulle nostre spalle: il nostro obiettivo erano i playoff, ci siamo, e ora abbiamo la possibilità di accedere alle semifinali, daremo tutto per riuscirci».

Quindi l’appuntamento è per domani alla Bcf Arena, dove ci si giocherà un’intera stagione in sessanta minuti. Del resto, stava già scritto domenica sul maxischermo della pista friborghese che l’appuntamento era per gara 7. Al di là dell’errore, o della gufata, era una promessa. E come sa bene anche Patry, ogni promessa è debito.

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