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Il Lugano è rinato: ‘Ora può succedere di tutto’

Secondo overtime e secondo trionfo dei bianconeri che stavolta s’aggrappano alla tripletta di Carr: ‘Portiamo quell'attitudine in pista per 60 minuti’

Mauro Jörg e un bell’sempio di fallo utile (per gli avversari)
(Ti-Press/Gianinazzi)
23 marzo 2024
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Lugano – Se lo sognerà di notte Mauro Jörg, quell’ingenuo fallo in attacco, all’uscita del terzo offensivo, dopo appena 22 secondi dall’inizio dell’overtime. Infatti, sarà proprio quella ginocchiata a Daniel Carr a segnare la fine del Friborgo in gara 4 di un quarto di finale che, invece, domani sera ricomincerà daccapo. Tra l’altro, neanche a farlo apposta, proprio per merito di uno scatenato Carr, che quella penalità la sfrutta per chiudere i conti al trentatreesimo secondo del supplementare con un missile dei suoi.

Si chiude così, all’alba delle ventitré, un’altra partita di quelle da playoff: intensa, combattuta e incerta fino all’ultimo. Per un Lugano che dopo tredici minuti è in vantaggio di due gol nel suo periodo di gioco più convincente, in una partita lanciata dal primo affondo della serata a firma Joly, che prova a forzare passando per vie centrali, costringendo Walser al fallo. In quei due minuti Fazzini e compagni non segnano, ma quell’energia se la trascineranno appresso a lungo, e sfocerà nelle due reti dell’uomo più pericoloso di tutti, quel Daniel Carr che chiuderà un venerdì trionfale con una tripletta, facendosi aiutare nelle prime due occasioni da un altruista Diaz, che dapprima devia alle spalle di Berra un disco ‘ciccato’ dal canadese (1-0 al 6’42’’) e poi nel tentativo di disinnescare Thürkauf davanti all’area di porta impedisce a Berra lo spostamento laterale nella penalità inflitta a Schmid (2-0 al 13’24’’). A quel punto, la Cornèr Arena è in delirio, e il Lugano più che mai ci crede. A rovinare la festa, però, è il primo punto ospite al 17’50’’, dopo una conclusione di Borgman rimessa in gioco dalle balaustre di fondo, con lo svedese che prende alla sprovvista la difesa per riaprire il match di punto in bianco.

Infatti, da quel momento la serata cambia faccia. Quel Lugano che tanto aveva premuto in un primo tempo quasi a senso unico non riesce più a contrastare il Friborgo con la stessa autorità, e gli ospiti gradatamente prendono il sopravvento, fino a quando – al ventottesimo minuto – Bertschy si fionda su un tiro di Borgman respinto da Schlegel, e dopo un contatto col portiere il disco finisce sul suo pattino e carambola in rete. L’arbitro Stolc non è convinto, e per primo fa cenno che quel gol non vale, mimando la revisione tv salvo poi cambiare idea dopo un consulto con i colleghi. In un secondo tempo gli arbitri decidono di andare comunque alla moviola, confermando che il puck è entrato in rete senza che Bertschy lo calciasse volontariamente: fosse quello il punto, sarebbe gol. Il fatto, però, è che qualche istante prima lo stesso Bertschy il disco lo scippa dal guantone di Schlegel toccandoglielo col bastone, ciò che non sfugge allo staff bianconero, che ricorre al coach’s challenge ben sapendo come andrà a finire.

Insomma, nell’occasione il Lugano se la cava. Purtroppo, però, il pareggio è solo rinviato: a metà del terzo tempo, quando i ticinesi la combinano grossa, siccome nel mentre in cui Andersson già si trova sulla panca dei cattivi per un fallo nei confronti di Wallmark, Arcobello colpiscee con una bastonata in faccia Gunderson, costringendo i suoi a rimanere sul ghiaccio per 51’’ a 3 contro 5. Dubé capisce l’importanza del momento e chiama il timeout, e i risultati gli danno ragione, visto che il 2-2 alla fine arriva, pur se già a 4 contro 5, quando mancano 59’’ al rientro dell’americano, con Schlegel che ha la visuale ostruita da Mirco Müller e Schmid sulla botta di Gunderson dalla distanza. Quando mancano nove minuti dalla fine, l’impressione è che gli ospiti abbiano il vento in poppa. Gianinazzi prova a mischiare le carte, apportando aggiustamenti alle linee con i dieci attaccanti rimasti in pista, e il Lugano torna a crearsi un’occasione, ed è grande come una casa: prima ci prova Kempe per due volte, poi tocca a Wolf, ma Berra riesce a salvarsi in extremis. Cosa che non gli riuscirà invece al supplementare, sul tiro al volo dell’incontenibile Carr. «Fortuna che con tutte queste penalità siamo riusciti almeno a provare un po’ il powerplay, che grazie alla bravura di Carr stavolta ha prodotto due reti – scherza Calvin Thürkauf –. Non so perché, esattamente come mercoledì, anche in gara 4 l’overtime si sia risolto velocemente in nostro favore. Forse abbiamo dimostrato più fame, oppure magari eravamo semplicemente mentalmente più pronti. Tuttavia, sarebbe però un bene se quella stessa attitudine potessimo metterla in pista sempre, per tutti i sessanta minuti. Invece, dopo aver giocato un bel primo tempo, li abbiamo lasciati rientrare».

Dallo 0-2 al 2-2, ma per il capitano la sostanza delle cose non muta. «Per noi non cambia niente, infatti dovremo andare in pista con la stessa mentalità vincente, perché alla fine il nostro unico obiettivo è vincere la serie. Ben sapendo, e questo è chiaro, che dovremo andare a vincere almeno ancora una volta a Friborgo, ma in un best of 3 tutto può succedere».

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