laR+ il dopopartita

Il Lugano ringrazia Wolf. ‘Ma conta cosa fa la squadra’

Il difensore austriaco nuovamente protagonista, in una serata con tanti aspetti positivi e qualcuno negativo. Gianinazzi: ‘Ma possiamo essere soddisfatti’

‘Non siamo mai andati in panico’
(Ti-Press/Golay)
22 gennaio 2024
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Lugano – Sei punti su sei: il Lugano è riuscito a conquistare il bottino pieno nella doppia sfida con il Berna, ripetendosi anche in casa, in una partita però differente da quella della vigilia alla Postfinance Arena: ricca di ribaltoni e di reti e con fasi alterne favorevoli alle due squadre. Si è iniziato con l’1-3 alla prima pausa che puniva troppo severamente il Lugano, poi capace di recuperare nell’ottimo secondo tempo, comunque chiuso in svantaggio per 3-4 e poi i bianconeri hanno dovuto rimboccarsi le mani per ribaltare la situazione nel finale di terzo tempo, iniziato tra diverse difficoltà.

Il comune denominatore della sfida è allora quell’uomo già decisivo venerdì, Bernd Wolf, che sabato ha aperto la partita dopo appena 17 secondi e l’ha chiusa con il 5-4 al 56’24”. Il difensore austriaco raggiunge così già quota cinque reti, suo nuovo primato in carriera, ma nel dopopartita dimostra grande modestia: «Non parliamo di cosa faccio io, bensì di cosa fa la squadra. Domani è un nuovo giorno e non conta chi ha segnato quanti gol. Non è stata una partita perfetta, ma lottando assieme siamo riusciti a conquistare altri tre punti fondamentali. Nel primo tempo abbiamo subito due gol sfortunati, ma non ci siamo fatti influenzare e siamo andati avanti a spingere. In generale siamo rimasti fedeli al nostro gameplan per tutta la partita, senza mai andare in panico, nemmeno dopo il 3-4 poco prima della seconda pausa».

È comunque importante sottolineare come a segnare non sia stata (solo) la prima linea, ma anche i giovani Zanetti e Cormier, oltre alla buona prestazione della quarta linea: «Il gol di Cole è importante e la quarta linea, soprattutto con l’innesto di Aleksi Peltonen, ha trovato maggiore stabilità e ci sta aiutando molto».

‘Il miglior boxplay è quello che non giochi’

E se non è stato d’aiuto il powerplay, lo è stato eccome non offrire al Berna situazioni di superiorità numerica… «Come si dice, il miglior boxplay è quello che non devi giocare. Il gioco in 5 contro 4 va migliorato, chi è sul ghiaccio lo sa, ma non essendoci io, non sono nella posizione di muovere critiche».

Chi invece in questa posizione lo è eccome è il tecnico Luca Gianinazzi: «Quei quattro minuti in powerplay nel terzo tempo li abbiamo usati malissimo, praticamente non siamo riusciti a entrare in zona offensiva. Quando poi le cose non girano si parla parecchio e si inizia a perdere fluidità e concretezza. Abbiamo visto la proverbiale scimmia aggrapparsi sulla spalla dei giocatori e poi diventa difficile scrollarsela di dosso. D’altro canto essere riusciti a vincere queste due partite esclusivamente grazie al gioco in cinque contro cinque è positivo, vuol dire che siamo solidi».

Intanto il Lugano scavalca gli avversari diretti al quinto posto in graduatoria, grazie a una serie filata di quattro successi: «A livello di risultato possiamo essere soddisfatti, per quanto riguarda la classifica è naturale che più si avvicina la fine più la gente inizi a guardarla, ma sinceramente l’unica che conta è quella dopo 52 giornate. Con dodici partite ancora da giocare i punti in palio sono ancora molti».

Disciplina e carattere

Rispetto a venerdì si sono comunque visti dei passi in avanti: «A livello di disciplina siamo stati molto più bravi, mentre a Berna avevamo concesso troppe penalità. Tutte le squadre pensano sempre che gli arbitri abbiano fischiato male e contro di loro, quindi penso che l’importante non sia dare agli arbitri la possibilità di fischiarti qualcosa contro. Possiamo guardare avanti con fiducia, abbiamo mostrato delle ottime reazioni alle avversità che abbiamo incontrato nel corso della partita. In particolare mi è piaciuto molto il carattere del secondo tempo, quando abbiamo messo il Berna sotto pressione. E spero che Wolf vada avanti a questo ritmo».

Numerosi anche gli eventi fortunati o sfortunati che hanno contribuito a indirizzare la partita: dapprima quel rimbalzo davanti a Schlegel che lo ha messo in difficoltà, consegnando a Schild il disco dell’1-1; poi il tiro sull’esterno del palo di Morini, che ha fatto il giro delle balaustre e permesso a Moser e Luoto di lanciarsi verso l’1-3 (anche se in entrambi i casi la difesa bianconera ha probabilmente reagito con un attimo di ritardo); mentre il Lugano ha realizzato il 4-4 con Cormier da un angolo impossibile, con la complicità di Reideborn e a 20” dal termine ha visto la deviazione di Vermin stamparsi sulla traversa: «Due dei gol subiti nel primo tempo sono abbastanza sfortunati e anche il quarto gol quello di Scherwey è proprio un gol di culo visto che ha deviato il disco con il fondoschiena. Quanto alla rete di Cormier, sappiamo che per il portiere è sempre complicato cercare il disco dietro alla sua porta o negli angoli stretti. Piazzare il disco tra i piedi del portiere è sempre una buona soluzione, viene applicata spesso in Nordamerica, dove le piste sono più piccole e non è un caso che sia riuscita a Cormier, dopo che a Berna ci aveva provato Arcobello».

Dopo essere rientrato venerdì, Daniel Carr è stato lasciato in tribuna sabato, sostituito da Ruotsalainen. Una scelta già prevista? «Era pianificata, nel senso che lo staff medico ci aveva già avvisato in settimana che per lui sarebbe stato opportuno giocare una sola partita. Ho quindi deciso di schierarlo venerdì, per cercare di convincere i medici a lasciarlo giocare anche sabato, ma non ci sono riuscito». Ciò che suona esattamente come un attestato di stima verso il finlandese, che però ancora una volta non è riuscito a emergere particolarmente, al di là del consueto impegno.

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