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Janne Juvonen: ‘Il Lugano ha talento, ma non ha potuto tirare’

L'entusiasmo del portiere biancoblù: ‘Il miglior derby da quando sono qui’. Il rammarico di Gianinazzi. ‘È mancata la responsabilità nei momenti chiave’

La gioia di Heed e compagni dopo il quarto gol e tutta la delusione di Cjunskis
(Ti-Press/Golay)

Ambrì – E che non dicano che l’incantesimo del derby è solo uno slogan. Soprattutto se, proprio come nel 251esimo Ambrì-Lugano della storia, in pista tutti debbono trattenere il fiato fino all’ultimo, nonostante la partita sembrasse segnata già da un po’. Invece, l’ennesima magia di un fenomenale Joly a un minutino dal termine, poi il clamoroso doppio palo di Thürkauf a ventotto secondi dall’ultima sirena, rendono ancora più scoppiettante il finale: Ambrì 5, Lugano 4. Con la Gottardo Arena che esplode in un boato, mentre Zaccheo Dotti schianta il proprio bastone sulla balaustra dietro la porta di Juvonen, ma per una volta decide di farlo per dar sfogo alla sua felicità. Segno tangibile di quanto sul fronte biancoblù le diciassette sconfitte negli ultimi diciannove derby pesassero davvero. «È sempre dura giocare contro il Lugano, perché ha diversi giocatori di qualità, ma non li abbiamo lasciati tirare, così spesso hanno provato vanamente a creare delle occasioni – dice il solidissimo Janne Juvonen –. Abbiamo commesso degli errori, è vero, ma a parte questo abbiamo giocato molto bene: direi che è stato il miglior derby da quando sono ad Ambrì. Michael Joly? L’anno scorso i giornali finlandesi parlavano spesso di lui, per tutti i gol che aveva realizzato con l’Hämeenlinna: è un giocatore talentuoso davvero».

Insomma, stavolta non ci sono né se, né ma. Anzi, il trionfo dell’Ambrì è anche più chiaro di quanto non lasci intendere il risultato finale. Perché se è vero che le prestazioni sul ghiaccio sono il risultato della somma dei singoli giocatori, la squadra di Luca Cereda ha legittimato il successo con gli sforzi compiuti un po’ da tutti i blocchi. Pur se nell’occasione, forse ancor più che alla trainante prima linea formata da un Tommaso De Luca autore meritevole del suo secondo gol in stagione, e da Spacek e Zwerger – più l’aggiunta dell’infaticabilità di un Laurent Dauphin –, una menzione speciale va alla quarta linea, che stavolta sul serio non è seconda a nessuno: Nando Eggenberger sceglie il giorno del derby per esplodere, firmando personalmente il secondo gol della serata, poi servendo un assist d’oro a Heed in occasione del 4-3, dopo che Douay subito in entrata s’era messo a imitare Sidney Crosby, con una deviazione risolutiva che il povero Schlegel nemmeno volendo avrebbe il tempo di leggere. «Abbiamo vissuto veramente un buonissimo inizio, che ci ha aiutato moltissimo anche per il prosieguo della partita – dice un raggiante Eggenberger –. Abbiamo fatto il nostro gioco e meritato di vincere: era l’unica cosa che avevamo in testa e il piano è andato a buon fine. Per me è stato davvero importante segnare il 2-2 e poi aiutare la squadra con un assist in una situazione importante come quella di parità».

Quello dell’abbondanza di varianti è un problema che vorrebbe avere anche Luca Gianinazzi, ma nel venerdì del secondo derby il coach bianconero deve fare di necessità virtù. Detto di Joly che è un condensato di qualità al di là della tecnica, sul fronte Lugano si sente il peso dell’assenza di una seconda linea in grado di dare effettivo supporto alla prima quanto a pericolosità, nonostante a serata in corso lo staff bianconero decida di promuovere Cjunskis da tredicesimo attaccante ad ala del terzetto completato da Fazzini e Arcobello. Il risultato, a ben vedere, non cambia. «In difesa ci sono stati momenti in cui abbiamo reso la vita troppo facile all’Ambrì, dobbiamo essere più solidi, se prendi cinque gol diventa difficile vincere – analizza Julian Walker –. È mancata la giocata semplice al momento giusto, per esempio liberando il terzo con maggiore furbizia. Peccato per il palo nel finale, era l’occasione per ‘rubare’ un punto, Ma ormai dei derby non mi sorprende più nulla. Dobbiamo fare i complimenti all’Ambrì: nel primo derby, in casa nostra, dopo i primi due gol subiti avevamo poi disputato un’ottima partita, mentre stavolta la partita è stata molto equilibrata. Sappiamo di avere il talento per segnare, quindi dobbiamo concentrarci sull’aspetto difensivo. Il boxplay, invece, da un paio di partite sta funzionando bene».

A proposito del clamoroso palo finale Gianinazzi l’azione la vede così. «Quello è stato un po’ lo specchio della nostra partita – dice il tecnico bianconero –. Ci abbiamo provato, ma è mancata la presa di responsabilità al momento decisivo: penso ad esempio a quando abbiamo avuto un’occasione noi, e subito dopo abbiamo incassato il terzo gol».

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