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Ambrì, sconfitta con beffa. ‘Tensione scaturita dagli episodi’

Ai biancoblù in un venerdì teso sul ghiaccio di Rapperswil non basta il gol di Virtanen, mentre a Dauphin potrebbe costar molto cara la carica a Moy

Intanto, Noreau e Nyffeler (!) provano a farsi giustizia da soli...
(Keystone)
20 ottobre 2023
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Sembra un tranquillo venerdì di fine ottobre alla St.Galler Kantonalbank Arena. Una partita che scorre via liscia, senza interruzioni, con il Rapperswil che comincia decisamente meglio – tanto da colpire un palo con Cervenka dopo appena ventiquattro secondi di gioco – e l’Ambrì che a poco a poco cresce, centrando a sua volta un palo clamoroso (al sedicesimo, grazie all’attivo Zwerger che per l’occasione completa un’inedita linea con Heim e Formenton), fino a diventare la compagine più attiva, per non dire la migliore. Pian piano, però, in quel tranquillo venerdì di fine ottobre salirà la tensione, in un periodo centrale in cui ci saranno più penalità che occasioni da gol, arrivando a sfiorare scene da far west al trentaduesimo, nel bel mezzo di una penalità fischiata a Virtanen più altre due sul conto di Conz e Wetter (con il primo che si fa giustizia da solo dopo aver ricevuto un paio di colpi sul guantone dal secondo): dopo una discesa di Formenton fermato rudemente – ma regolarmente – da Noreau, a Dauphin va improvvisamente il sangue alla testa, e salta letteralmente addosso a Moy, scaraventandolo violentemente addosso alla balaustra. Noreau e Nyffeler (addirittura!) non trovano di meglio da fare che andare a vendicarsi davanti alla panchina dell’Ambrì, con gli arbitri che si vedono costretti a distribuire ben trentun minuti di penalità in un sol colpo, in un epilogo di secondo tempo davvero caotico, tanto che si chiude con l’ennesima penalità – a sirena già squillata! –, inflitta a Spacek per comportamento antisportivo.

Poi, finalmente, al ritorno in pista si ricomincia a giocare. E il grande merito dell’Ambrì è non lasciarsi distrarre da tutto il resto: infatti, subito dopo la fine della citata penalità di Spacek, lo stesso topscorer ceco trova un taglio che pesca il liberissimo Virtanen, che non viene subito attaccato e ha così il tempo per decidere il da farsi, sorprendendo Nyffeler sul palo più vicino. Sembra il momento decisivo, ma purtroppo non lo è: infatti, dal nulla, al 53’29’’ arriva il pareggio di Connolly: l’altrimenti ottimo Conz riesce solo a sfiorare con la spalla quel disco all’apparenza non inarrestabile, e che gli ricade alle spalle nonostante il disperato tentativo di Douay. Le emozioni, però, non sono ancora finite: a 5’28’’ dal sessantesimo l’Ambrì torna in vantaggio, ma l’urlo gli resterà strozzato in gola, perché dopo l’ubriacante aggiramento di Pestoni, Lilja tocca il disco in porta come farebbe un calciatore, cosa che nell’hockey non è evidentemente permessa, e così gli arbitri annullano. Lo stesso Pestoni poco dopo avrebbe l’occasione per rimediare, ma perde l’attimo davanti a Nyffeler. Quelle due occasioni i biancoblù finiranno col rimpiangerle sul serio, anche perché al 57’18’’ i sangallesi segnano il gol che decide l’incontro: Virtanen e Zaccheo Dotti si fanno risucchiare entrambi dietro la gabbia, e quando il puck riemerge non c’è alcun difensore che possa disturbare il liberissimo Moy. Una vera beffa, per un Ambrì che ha senz’altro avuto le occasioni più ghiotte sull’arco dei sessanta minuti, e invece se ne torna a casa a mani vuote. Oltretutto, con la spada di Damocle di una probabile squalifica sul conto di Dauphin e il rischio di un infortunio per Kostner, vittima di una carica di Wick nel secondo tempo e poi non più sceso in pista nel terzo. «Penso che il nervosismo sia scaturito da un paio di situazioni, cioè dal brutto fallo su Kostner prima e poi da quello di Dauphin su Moy – dice capitan Grassi –. Episodi del genere fanno salire la tensione, ma d’altra parte è segno che c’è competitività, e fa parte del gioco. Credo che nel terzo tempo a fare la differenza sia stata la mancanza di freddezza, abbiamo avuto un paio di occasioni per segnare, e se ci fossimo riusciti avremmo deciso la partita».

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