hockey

Nuova programmazione e ‘arroganza’ per andare distanti

Dopo la delusione dello scorso anno Patrick Fischer ha impostato la preparazione dei Mondiali per essere in forma nella seconda settimana

Il 47enne ha le idee in chiaro: ‘L’anno scorso abbiamo sparato troppo presto le nostre cartucce’
(Keystone)
8 maggio 2023
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L'anno scorso la Svizzera aveva sorvolato la fase a gironi dei Mondiali, ma si era poi fatta sorprendere ai quarti di finale. Quest'anno Patrick Fischer e i suoi vogliono cambiare e giocare con maggiore arroganza. Anche se il tecnico un pelo di disagio lo mostra: «Forse queste parole possono suonare come un po' arroganti», commenta nei corridoi della pista di Brno il selezionatore noto per la consapevolezza nei suoi mezzi e per le parole chiare. E anche in questo caso le sue parole sono sicuramente sensate.

E l'esempio viene dalle grandi nazioni come Finlandia, Svezia, Canada e Repubblica Ceca, per le quali la qualificazione ai quarti di finale è data praticamente per scontata e i giochi seri iniziano a partire dai quarti. Da quest'anno è la stessa attitudine che vuole avere la Svizzera. Ciò non significa però che i rossocrociati siano allo stesso livello delle nazionali sopraccitate, ma è innegabile che dall'entrata in servizio di Patrick Fischer a dicembre 2015 il margine si è ridotto e al contempo allargato con chi insegue da dietro. Lo dimostrano pure i risultati nell'ultima tappa dell'Euro Hockey Tour in Repubblica Ceca con le vittorie, le seconde stagionali, contro finnici e cechi. Anche le prestazioni sono state convincenti, se un tempo la Svizzera impostava le partite sulla difesa a oltranza nella speranza di avere un rimbalzo fortunato in attacco, stavolta invece in entrambi i casi gli elvetici hanno concluso di più in porta, nonostante qualche momento di scarsa efficacia.

A Helsinki lo scorso anno, dopo una fase a gironi in carrozza e semplice con sette vittorie su sette, ci avevano pensato gli Stati Uniti a riportarci a terra con un 3-0 nei quarti. Per questo motivo quest'anno la programmazione è stata impostata diversamente, anche approfittando di un calendario che per la prima settimana prevede le sfide a Slovenia, Norvegia e Kazakistan, tutte nazioni al di fuori della top ten mondiale (la Svizzera occupa invece la settima posizione del ranking), imparando dalla lezione del 2022. «L'anno scorso avevamo sparato le nostre cartucce troppo presto – spiega il 47enne zugano –, stavolta abbiamo pianificato l'intera preparazione in modo da arrivare in forma alla seconda settimana. Se non saremo costretti a farlo, non vogliamo forzare subito. Abbiamo fatto lavorare duramente i giocatori durante la preparazione». Si spiega anche così il fatto che solo nell'ultimo weekend le prestazioni hanno raggiunto alti livelli, dopo uscite più deludenti, come la risicata vittoria per 2-1 contro la Francia e la netta sconfitta per 5-1 contro la Lettonia. Fischer non era ovviamente per nulla felice di questa prestazioni, ma ha saputo contestualizzarle.

Si inizia a ranghi ridotti

La nuova fiducia nei propri mezzi prevede anche di volare mercoledì sera a Riga con 25 giocatori (tre portieri, otto difensori e quattordici attaccanti), ma di non iscrivere ancora l'intero contingente, in attesa di ulteriori rinforzi dal Nordamerica. Il nome caldo è quello del centro dei Colorado Avalanche Denis Malgin, lo stesso Fischer dà il suo arrivo per scontato. Entro domenica si saprà invece cosa vogliono fare i Los Angeles Kings con Kevin Fiala. Sempre più improbabile invece la presenza di Roman Josi, dopo la sua commozione cerebrale, che lo tiene fuori ormai dal 18 marzo. Dopo la vittoria della scorsa notte invece, la stagione dei New Jersey Devils (dai quali potrebbero arrivare Akira Schmid, Jonas Siegenthaler e Nico Hischier, più difficilmente Timo Meier) si è prolungata almeno fino alla notte di giovedì su venerdì.

Questa nuova “arroganza” e le ultime esperienze iridate fanno sì che si prevede di poter avere la meglio sulle piccole anche giocando con sole tre linee d'attacco e tre coppie difensive. L'obiettivo è infatti quello di arrivare al weekend conclusivo per la prima volta dall'argento del 2018. Il segnale è chiaro, i tempi della Svizzera come outsider sono finiti.

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