Dalla mano tesa ai Rinoceronti di Kinding al bel gesto della Svizzera al termine dei Mondiali in Danimarca nel 1994
Hockey e solidarietà non è la prima volta che vanno a braccetto, e non è la prima volta che la mano tesa viene dalla Svizzera. Perché l'iniziativa promossa da Nigel Stanley e supportata in primis da Björn Kinding e Jannik Fischer a favore del Sudafrica dell'hockey di cui abbiamo riferito, ha un curioso precedente.
Storia dei Mondiali del 1994. La ribalta è quella dei Mondiali del Gruppo B, giocati a Copenhagen. La Svizzera, allora guidata dallo svedese Lindberg e con i vari Aeschlimann e Manuele Celio nella rosa, per la cronaca quel torneo lo vinte (decisivo fu il successo di misura a spese della Lettonia) conquistando la promozione nell‘élite mondiale. La spedizione di Tosio e compagni in Danimarca si chiuse con una festa, una festa a cui parteciparono... anche i giocatori della Romania, che a fine cerimonia di premiazione avevano attorniato i rossocrociati. Non tanto (o non solo) per complimentarsi per il risultato conseguito, ma essenzialmente per un motivo: quello di accaparrarsi qualche... pezzo del guardaroba elvetico.
Dell'aneddoto aveva anche riferito, nelle cronache di allora, il nostro inviato. Eccone un estratto: "Il Mondiale non si è concluso solo festosamente per i nazionali rossocrociati. Si è chiuso anche con una buona azione. Rientrando negli spogliatoi al termine della premiazione effettuata sul ghiaccio della Brondby Hallen, i giocatori svizzeri hanno trovato ad aspettarli un nugolo di colleghi romeni. Ma, non li attendevano per comÂplimentarsi con loro, almeno, non solamente. In realtà , tanto interesse era dato dalla caccia al guantone, al parastinchi, alla protezione per il gomito, i bastoÂni soprattutto, ma anche i pattiÂni. Insomma, la nazionale svizÂzera in corpore ha regalato tutto quanto era possibile regalare ai meno fortunati rappresentanti romeni. Un gesto nobile, che tutÂtavia non ha potuto che suscitaÂre un senso di tristezza per la forma. Un’indicazione per teneÂre presente che ogni ambito e in ogni situazione vanno guardate da diversi punti di vista per esÂsere capite. E ad Est sembra proprio che, nonostante la celebrata ’liberazione' occidentaleggiante, le cose non vanno propriaÂmente bene".