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«Quando ce l’hanno comunicato è stato un fulmine a ciel sereno»

Nicla Gianettoni, ultimo storico capitano delle Ladies, torna sulla decisione di sciogliere il gruppo: ‘Se ne va un pezzo di storia’

Per la 24enne verzaschese un futuro tutto da (ri)scrivere (Ti-Press)

Nicla Gianettoni, ultimo storico capitano delle Ladies, torna sulla decisione di sciogliere il gruppo: ‘Se ne va un pezzo di storia’

18 marzo 2023
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Loro già lo sapevano. Quando nella fine di pomeriggio di sabato scorso, 11 marzo, davanti a 214 spettatori è calato il sipario sulla stagione 2022/23 (per la cronaca con la piccola finale persa 1-3 contro il Turgovia), le Ladies bianconere già sapevano che quella, oltre che l’ultima partita della stagione, sarebbe stata anche l’ultima della storia della società. I cui dirigenti, appunto, appena cinque giorni più tardi hanno reso nota la loro decisione di gettare la spugna e dare il fatidico ‘rompete le righe’.

«Gia due-tre settimane fa la dirigenza ci aveva comunicato la possibilità che si verificasse questo scenario», racconta Nicla Gianettoni, l’ultimo capitano della storia delle Ladies: sul ghiaccio della Cornèr Arena, infatti, quell’11 marzo a indossare la maglia con la ‘C’ cucita al petto è stata infatti proprio la 24enne verzaschese, pilastro della difesa bianconera (e pure autrice di un’assist in quell’occasione). «Lì per lì per noi è stata come un fulmine a ciel sereno la notizia. Sapevamo che sul futuro della società gravavano diversi punti interrogativi, ma non immaginavamo che potesse andare a finire per davvero in questo modo. Fino alla fine c‘è sempre quella speranza che in un modo o nell’altro le cose si aggiustino...».

Una storia (tra ‘vecchio’ e ‘nuovo’ corso) costellata da otto titoli

Ma, stavolta, le cose non sono andate così. E sulle Ladies sono apparsi i titoli di coda e il fatidico ’The End‘. «Nei giorni successivi a quella prima comunicazione, il presidente (Sidney Piaget, ndr) ha voluto incontrarci personalmente dopo un allenamento per spiegarci con parole sue, cariche di sentimento, la situazione». Quella del presidente non è però l’unica di delusione di fronte a una fine brusca e per certi versi inaspettata... «Affatto. Ovviamente c’è dispiacere, e parecchio, per questo epilogo, una pagina di storia, societaria e personale, che si chiude forse nel peggiore dei modi. Specie per una come me, che fa parte del gruppo di ‘veterane’ della squadra avendoci giocato otto stagioni: non puoi non provare rammarico nel vedere tutto quanto è stato fatto negli anni passati (non da ultimo la conquista, del titolo svizzero, il loro ottavo – tra ‘vecchio e ’nuovo‘ corso –, nel marzo di due anni fa) andare in fumo. Spiace anche e soprattutto per quelle giovani che erano entrate a far parte del gruppo nelle ultime stagioni e che ora si vedono di fronte un futuro da ricostruire praticamente da zero, con tutte le incognite del caso. A cominciare dal trovare un’altra sistemazione al fine di poter proseguire la loro crescita sportiva e continuare a cullare il sogno di andare avanti con questo sport. Mi metto nei loro panni e capisco che questa situazione non è facile e pure difficile da accettare... Io stessa, a 16 anni, quando per raggiunti limiti di età, sono stata confrontata dalla necessità di trovare una squadra femminile, ho trovato nelle Ladies un gruppo e una società che mi avevano accolta a braccia aperte».

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Dalla speranza alla delusione

«Fino all’ultimo in cuor mio speravo che la situazione si sarebbe risolta in modo positivo. O grazie all’arrivo di qualche sponsor importante oppure grazie alla mano tesa da parte dell’Hc Lugano, disposto a riprenderci sotto la sua ’ala‘». Invece, né l’uno né l’altra... Una fine inevitabile? «Sapevamo a grandi linee qual era la situazione, ma non eravamo direttamente coinvolte. Come giocatrice, e capitano del gruppo, il mio compito era di pensare al ghiaccio, e non a quanto succedeva attorno, e con questo spirito ho sempre lavorato, lasciando che di queste questioni si occupasse chi di dovere. Ma sono comunque persuasa che prima di scrivere la parola ’fine‘ le abbiano provate davvero tutte».

Come le avete vissute le ultime partite della stagione 2022/23, con la consapevolezza che quelle sarebbero anche state le ultime della storia (gloriosa) delle Ladies? «Sapendo che il destino futuro della società non era una cosa che dipendeva direttamente da noi, e che non avremmo comunque potuto influenzarlo, abbiamo cercato di chiudere nel migliore dei modi la stagione, dando sempre il massimo in ogni partita. E lo stesso, sono convinta, avremmo fatto anche se la decisione di chiudere a fine stagione fosse arrivata a regular season in corso. La riprova è lì da vedere, con una semifinale di playoff che ci ha viste uscire a testa alta, eliminate al termine di una serie tirata contro il Thun, gara 4 a parte. È vero che alla fine abbiamo perso la finale per il bronzo con il Turgovia, e questo brucia un po’, ma per l’esito di quella serie abbiamo diverse valide attenuanti, a cominciare da alcune forzate defezioni».

Ti-PressFine della storia

Stagione 2022/23: i primi derby della storia... ma anche gli ultimi

Il campionato 2022/23 è stato una sorta di crocevia per l’hockey ticinese coniugato al femminile: se a nord del Monte Ceneri c’era un Ambrì che disputava la sua prima stagione nel massimo campionato, in riva al Ceresio c’erano le Ladies che vivevano il loro ultimo capitolo della storia. «Sicuramente la presenza di due squadre ticinesi nel massimo campionato femminile ha creato un po‘ più interesse anche a sud del San Gottardo per questa competizione, anche se al tirar delle somme non è bastato per scongiurare questa fine delle Ladies, club che ha comunque scritto importanti pagine di storia dell’hockey femminile svizzero. Più in generale, la scomparsa delle Ladies è una perdita enorme per tutto il movimento femminile ticinese. Ecco, la mia speranza è che alcune di queste giocatrici possano trovare una sistemazione in Leventina; mi auguro che una società come l’Ambrì possa prendere la palla al balzo. Altre, invece, saranno costrette a varcare il San Gottardo, ben consapevole che trasferirsi in un’altra realtà, e magari imparare un’altra lingua, non è cosa evidente, soprattutto per le più giovani. Fa comunque piacere constatare che, alla luce della situazione, parecchie squadre hanno già manifestato interesse nei confronti di diverse giocatrici delle Ladies, a riprova degli ottimi livello e reputazione di cui godeva la squadra». E cosa farà Nicla Gianettoni? «Eh, bella domanda. A cui ora come ora non ho una risposta definitiva.

Ti-PressAria di derby

Debuttante sulla ribalta del massimo campionato, l’Ambrì dalla prossima stagione erediterà dalle ben più blasonate Ladies i galloni di squadra di riferimento per l’hockey femminile a tinte rossoblù. Con che prospettive secondo te? «In Leventina le premesse sono altre, visto che la sezione femminile può godere del sopporto di una società che comprende anche una squadra che milita nel massimo campionato maschile, dove, indubbiamente, al giorno d’oggi c’è molta più visibilità. Prerogativa che sta alla base di quasi qualsiasi cosa nel mondo dello sport: una realtà che senza sponsor non può esistere».